venerdì, Novembre 22, 2024

Red Bull: la penalità comporterà il riassetto tecnico nello sviluppo della RB19

Passata la doppia sbornia iridata consumatasi in Giappone e negli Stati Uniti, in Red Bull è tempo di programmare il futuro “calibrando” per bene la stagione 2023 in base alle penalità subite dopo aver infranto i limiti di spesa imposti dal regolamento finanziario della F1. Se la multa di sette milioni di dollari non intaccherà il budget totale a disposizione perché la somma è reperibile da altre fonti del potente gruppo industriale austriaco, diverso è il discorso sulle materie tecniche visto che lo status di campioni del mondo in carica sottrae ore di lavoro. Che verranno decurtate di un altro 10% per effetto delle pene inflitte da Place de la Concorde.

Un contesto che impone in un serio e profondo riassetto organizzativo che si deve prefiggere un doppio obiettivo. In primis quello di evitare che si possa incorrere in nuove sanzioni definendo al meglio le procedure interne. In seconda battuta – ed è diretta conseguenza del punto primo – dirottando la spese su altre aree di sviluppo della monoposto che non siano quella aerodinamica decisamente limitata dai fatti su descritti. Ecco che i comparti meccanico e telaistico potrebbero essere quelli sui quali si agirà con più convinzione.

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lo schema sospensivo al retrotreno della Red Bull RB18B

F1. Red Bull: si studia come impiegare i fondi in considerazione delle penalità

La conferma di questo cambio di paradigma giunge direttamente dalla pancia di Milton Keynes. Helmut Marko, uno che non usa adire a comodi giri di parole, ha confermato la linea. Riferendosi alle penalità ha detto: “Non lasciamo che queste azioni ci portino fuori strada. Compenseremo questa mancanza di ore di lavoro con maggiore motivazione. Inoltre possiamo mitigare la mancanza di lavoro in galleria del vento con altre attività, come il risparmio di peso o le strategie per le sospensioni. Sono conseguenze logiche. Stiamo apportando modifiche ai nostri reparti contabili e legali”.

Quello di Marko è un atto di presa coscienza. In Red Bull, dopo settimane trascorse a rigettare le accuse (leggi qui), hanno necessariamente dovuto cambiare la linea. Inversione che si è manifestata innanzitutto sedendosi al tavolo delle trattative con la FIA per evitare una stangata che poteva creare un contesto operativo ben più limitante. A Milton Keynes hanno quindi preso atto dei loro errori e stanno dunque correndo ai ripari per evitare che gli strascichi di questa vicenda possano condurre alla definizione di una vettura non all’altezza di quella che l’ha preceduta. Un’auto che ha letteralmente dominato come i numeri dimostrano: leggi qui.

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il settantanovenne austriaco Helmut Marco, consulente del team Oracle Red Bull Racing

F1. Budget cap gate: un’occasione per Red Bull per alleggerire la vettura

I campioni del mondo, quindi, ritengono di poter aggirare le limitazioni aerodinamiche anche in virtù del vantaggio acquisito nel 2022. E per tale motivo si dicono convinti che ci sia altro potenziale da estrarre da aree più nascoste e che, da sole, sono in grado di demolire il cronometro. Il riferimento, chiaramente, è al telaio e al relativo peso. Si vocifera che una versione alleggerita sia già pronta da tempo e che non sia stata introdotta per evitare di attirare altri sguardi su un team già sotto la lente dei microscopi della FIA e degli altri competitor.

Che Adrian Newey e il suo staff abbiano fatto un lavoro di alleggerimento del corpo vettura molto importante nell’arco del campionato è un’evidenza confermata dallo stesso tecnico: “Gli pneumatici erano più pesanti del previsto, così come i coprimozzi, la struttura di protezione laterale. Pensavamo di essere vicini al limite di peso mentre, in realtà, eravamo ben al di sopra. È stato imbarazzate poi abbiamo avuto un problema nel crash test laterale e abbiamo dovuto rinforzare la struttura del telaio“.

Da qui un lungo lavoro di dimagrimento della vettura che è partito ad Imola ed è proseguito in diversi step. Manovra che ha eliminato quel comportamento sottosterzante della RB18 tanto inviso a Max Verstappen che ha goduto, nei mesi successivi, di una vettura più neutra e con un anteriore più preciso. Con i risvolti che abbiamo potuto apprezzare nelle seconda metà del mondiale.

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il britannico Adrian Newey, direttore tecnico della Oracle Red Bull Racing Honda

Ma questa è storia. Red Bull ha ora la necessità di non trovarsi in difficoltà durante lo svolgersi della stagione prossima. Se la RB19 partirà con ogni probabilità già da un ottimo livello prestazionale, il timore è che possano essere drasticamente limitate le possibilità di progredire in corso d’opera. Anche perché c’è un altro spettro che aleggia sui capannoni di Milton Keynes: quello di un ulteriore sforamento dei vincoli di spesa.

Le pene comminate dai vertici federali, difatti, insistevano sull’anno2021. Quindi, alla prossima review, se avessero usato le stesse procedure fiscali, potrebbero esservi altre ed indesiderate sorprese. Cosa che non ci auguriamo per scongiurare una nuova stagione di accese polemiche che di certo non giovano all’ambiente F1 nella sua interezza.


Autore: Diego Catalano @diegocat1977

Foto: F1, Oracle Red Bull Racing

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