Due stagioni in Toro Rosso, cinque in Red Bull. Daniel Ricciardo ha speso metà della sua carriera in F1 nell’ecosistema che fa riferimento al gruppo austriaco. Viene da sé che, dopo anni difficili e avari di soddisfazioni (eccezion fatta per quel Gran Premio d’Italia vinto mentre Max Verstappen e Lewis Hamilton giocavano all’autoscontro), il pilota di Perth ricercasse un atollo sicuro al quale aggrapparsi per evitare di colare a picco nell’oblio.
I quattro anni divisi tra Renault e McLaren non saranno ricordati a lungo. Daniel sembrava un conducente in rampa di lancio, pronto a costruire la sua ascesa verso il titolo mondiale. Ed invece lo abbiamo visto annaspare nelle difficoltà che si sono acuite con le vetture di nuova generazione che proprio non si sono adattate allo stile dell’ex HRT. Woking non ha fatto molte cerimonie nel giubilarlo per sostituirlo col talento cristallino di Oscar Piastri, ingaggiato dopo una battaglia legale con Alpine alla quale pareva essere destinato.
F1. Ricciardo/Red Bull: un matrimonio necessario per la carriera dell’australiano
Ricciardo ha dovuto accettare il male minore: tramutarsi in cavallo di ritorno per non uscire dal giro buono, quello della F1. In altre categorie avrebbe avuto le porte spalancate, ma lui sogna e spera di rimettere piede nella massima serie. E riapprodare in una compagine che possiede ben quattro auto (perché in AlphaTauri le decisioni che contano non le prende di certo Franz Tost) può essere quel viatico per un ritorno veloce. Addirittura anticipato rispetto al 2024, data che “The Honey Badger” ha puntato.
Attenzione, non ci sono notizie a riguardo, le line-up del 2023 delle controllate del gruppo Red Bull sono definite. Ma bisogna capire quanto siano solide. Nel team faentino Yuki Tsunoda ha ottenuto la riconferma. Accanto al giapponese troveremo Nyck de Vries, un talento che per troppo tempo è stato lontano dal Circus e che ha messo le cose in chiaro quando ha avuto l’opportunità di calarsi nell’abitacolo della Williams di Alex Albon, a Monza.
Si tratta di due driver dal buon potenziale ma non dalla grandissima esperienza. Ecco che avere un pilota come Ricciardo a disposizione potrebbe rappresentare un comodissimo piano B nel caso in cui qualcuno dei due offrisse prestazioni opache o si smarrisse data l’assenza di un conducente con lo spalle larghe.
Ma l’arrivo di Ricciardo potrebbe avere un altro scopo. E gli sguardi vanno dritti a Milton Keynes. La riserva ufficiale della Red Bull e dell‘AlphaTauri è e resta Liam Lawson. Quale sarà quindi il ruolo dell’australiano? Ufficialmente verrà coinvolto nel lavoro al simulatore oltre che nel testing in pista (quando il regolamento lo permette). Ma anche nelle attività di natura commerciale. Ma non possiamo pensare che sia stato ingaggiato per girare il mondo su un modello di F1 datato a fare donuts su circuiti minori o improvvisati pubblicizzando il brand delle bibite energetiche.
F1. Ricciardo: un uomo per mettere pressione a Sergio Perez
Ricciardo è un’arma nella mani di Helmut Marko e Chris Horner. Un pungolo, una sorta di deterrente per evitare intemperanze e alzate di capo. Di chi? La risposta è scontata e banale: Sergio Perez ovviamente. Il messicano, nel 2022, è stato qualche volta riottoso, refrattario a seguire certe indicazioni del suo team. L’episodio di Monaco (di cui abbiamo dibattuto in questo focus telemetrico, leggi qui) e qualche scia negata al caposquadra designato hanno indispettito la dirigenza che non ha mai pensato all’allontanamento. Ma che ora ha immaginato di farsi trovare pronta nel caso in cui le disobbedienze dovessero verificarsi ancora.
Dopo i fatti del Brasile, quando la tensione tra Verstappen e Perez è esplosa in diretta mondiale, è parso chiaro, al di là delle smentite di rito, che il rapporto tra i due si sia incrinato. Red Bull deve preservare il proprio investimento che si realizza in un contratto mostruoso e lungo somministrato all’olandese che lo ha accettato di buon grado. Ecco che Perez potrebbe essere la vittima sacrificale di un modello che premia il singolo a scapito del gregario che non sempre riesce ad accettare il ruolo (leggi qui).
Con queste premesse si avvierà la stagione in cui Milton Keynes deve affrontare il problema della penalità ricevuta dopo l’infrazione del budget cap. Serve serenità nel team perché potrebbero arrivare momenti difficili. Ricciardo si inserirà in un contesto non proprio placido col ruolo del bilanciatore. Un’opzione interna nel caso in cui i rapporti tra le due guide marcissero definitivamente. Ad oggi parliamo di scenari ipotetici, ma la F1 ci insegna che spesso l’assurdo diventa realtà.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red bull Racing, McLaren