F1. Purtroppo siamo entrati in quella fase finale dell’anno in cui, come in ogni campionato “ucciso” dalla supremazia in pista di un pilota o di un team, rimane ben poco da dire se non provare a interrogarsi sulle prospettive dei protagonisti in relazione a quanto mostrato. Non è infatti il record di vittorie di Verstappen su singola stagione ad esaltarmi, un po’ per mancanza di avversari ed un po’ perché una statistica del genere andrebbe calcolata in percentuale alle gare svolte e non in termini assoluti.
Sia chiaro, nulla togliere ad un mondiale in cui l’olandese è stato pressoché perfetto. Diciamo che l’impresa assumerebbe altri contorni se vincesse anche le ultime due, in quanto con 16 vittorie su 22 batterebbe anche la percentuale di vittorie di Schumacher nel 2004, rimanendo solo dietro al record di Ascari del 1952. Chiusa la parentesi storica, è comunque evidente come a campionati ormai decisi gli sforzi di molti siano già concentrati in ottica 2023.
La Ferrari, complici le unicità del Gran Premio del Messico in termini di altitudine e rettilinei, è sembrata aver mollato definitivamente il colpo per quanto riguarda il 2022. Abbiamo infatti visto quella che è stata, senza ombra di dubbio, la peggior F1-75 dell’anno: mai competitiva in qualifica con Leclerc addirittura in quarta fila, sideralmente lontana in gara persino dalle Mercedes.
F1. Ferrari “svia le indagini” in Messico
Una rossa troppo brutta per essere vera, che ha bisogno di mostrare ben altro ad Interlagos e Abu Dhabi, nella speranza di non perdere un secondo posto nel costruttori con le frecce d’argento lontane solo 40 punti. Il fatto che si sia parlato più dell’Hypercar 499P (leggi qui l’analisi tecnica) che della prestazioni in Messico, la dice lunga sullo sguardo rivolto altrove di appassionati e addetti ai lavori.
Il fatto che il reparto comunicazione del Cavallino Rampante abbia scelto di rilasciare la livrea definitiva della vettura destinata al WEC, proprio in concomitanza con l’inizio delle qualifiche messicane, è un netto segnale sull’utilità effettiva di questo finale di stagione. Oppure, a voler pensare male, alla precisa volontà dalle parti di Maranello di distrarre la platea dall’ennesima disfatta in pista.
Il tema vero e proprio resta dunque quello del Budget Cap, con la FIA che ha multato Red Bull per 7 milioni di euro più la riduzione del 10% del tempo in galleria del vento, a fronte di una violazione accertata inferiore ai 2 milioni (contro i 5 di cui parlavano inizialmente i rumor). Si tratta a tutti gli effetti di un buffetto, per non dire una carezza: sulla base di tutto ciò che viene minacciato dal regolamento, in termini di conseguenza per gli sforamenti del budget, è evidente che si sia scelto di non usare le maniere forti.
Sarà ora interessante vedere cosa faranno Mattia Binotto e Toto Wolff, in termini di strategie per il futuro sviluppo, ma una cosa è certa: la narrazione popolare secondo la quale la Red Bull “ha barato” e quindi “è irregolare” ha già stancato.
Tale scenario non aiuta questa F1, non aiuta la nuova ondata di fan che si stanno approcciando a questo sport, e più generalmente non corrisponde a realtà visto che oltretutto si riferisce alla stagione passata. Dovremmo cercare di pesare tutti le parole, a partire da chi il compito di raccontare le corse ce l’ha per mestiere.
Autore: Marco Santini – @santinifunoat
Foto: Twitter @F1