Ultimi scampoli di 2022 poi ci caleremo nel nuovo anno. In F1, una disciplina abituata a precorrere i tempi, la stagione 2023 è già iniziata da un bel pezzo. Le auto sono in una fase di definizione piuttosto avanzata. I macro-concetti sono stati deliberati e in questi giorni si sta effettuando quel lavoro di affinamento che servirà a limare preziosi decimi di secondo in pista.
E’ notizia di ieri quella che ci racconta di una Aston Martin che, il 13 febbraio, toglierà il veli dalla AMR23. Questo dovrebbe essere il nome del bolide affidato a Lance Stroll e a Fernando Alonso che, a 41 anni, si è ancora una volta messo in discussione con un altro cambio di casacca nella continua ricerca di quella realtà sportiva che gli possa permettere di arrivare alla terza corona iridata. Non sarà opera semplice perché la squadra di Silverstone, seppur ambiziosa, viene da annate difficili ed è in piena fase di ristrutturazione aziendale con una nuova sede ed un nuova galleria del vento da rendere operative e pienamente efficienti.
F1. Mercedes: l’oculata gestione del budget cap la chiave per il 2023?
Aston punterà ancora una volta sulla solidità della power unit Mercedes che nella stagione passata è stata campionessa di affidabilità. A proposito di Stella a Tre Punte, a Brackley fervono i preparativi per un campionato che deve fare rima con riscatto. Le difficoltà incontrate col progetto W13 hanno insegnato molte cose ai vecchi campioni del mondo: innanzitutto come uscire dalla pastoie di un progetto tecnico sostanzialmente errato e in secondo luogo come gestire la stagione dal punto di vista finanziario.
Su questo particolare aspetto, nonostante il downgrade dalla prima piazza del 2021 alla terza del 2022, la Mercedes è sembrata uscirne vincitrice. La W13 è stata costantemente oggetto di sviluppi, un trend sublimatosi con l’ultimo pacchetto evolutivo presentato ad Austin che ha rappresentato la base per la doppietta ottenuta a San Paolo del Brasile. Mentre gli altri team, Ferrari su tutti, avevano bloccato la campagna di update da un pezzo, a Brackley c’erano ancora risorse da investire per spezzare la negativa inerzia mostrata in avvio di mondiale.
La domanda che molti si sono posti è se Mercedes, senza la tagliola del budget cap, avrebbe potuto dare un senso diverso all’intera stagione. Se, in poche parole, avrebbe potuto fare come nel 2018 quando, con una massiccia iniezione di danaro a supporto delle idee “cantierizzate” da James Allison, venne rimodulato l’intero retrotreno della W09. Cosa che, dopo l’estate, consentì a Lewis Hamilton di annichilire i sogni iridati di Sebastian Vettel e della Ferrari.
A sentire quanto ha riferito Toto Wolff a Beyond the Grid, la risposta al quesito di cui sopra è negativa. Mercedes, anche con ipotetiche e massicce dosi di danaro da spendere, non avrebbe chiuso il gap con la Red Bull mattatrice. “Non avrebbe fatto la differenza. Non ci mancano le capacità, né gli strumenti, né il tempo. Più che altro è stato necessario rimuovere uno strato dopo l’altro per arrivare alla causa del problema. Quindi non sarebbe cambiato nulla“.
F1. Mercedes: i problemi della W13 troppo grandi per essere superati dall’infinita capacità di spesa
A limitare lo slancio della monoposto basata sul concept “zero sidepod” non è stata dunque l’impossibilità di spendere oltre le cifre stabilite dalla Federazione Internazionale dell’Automobile. Il vincolo se lo è dato indirettamente il team quando ha sfornato una macchina difficile da gestire e non efficace ad attivare l’effetto Venturi poiché doveva girare ad altezze dal terra non consone alle sue caratteristiche per evitare che il pompaggio aerodinamico si ripresentasse fatalmente. Da qui la certezza in vista del 2023: bisogna battere altri sentieri per evitare analoghe difficoltà che il denaro non fa superare.
“Stiamo cambiando alcuni aspetti dell’architettura e del layout della vettura, il che dovrebbe portarci nella giusta direzione” ha detto Wolff lasciando intendere che la W14 possa mostrare una sostanziale discontinuità col modello che l’ha preceduta. L’obiettivo è quello di presentarsi ai nastri di partenza con una macchina “leggibile”, che non presenti problemi imprevisti che ne limitano la crescita: “A volte si scopre un problema e poi ci si accorge che ce n’era un altro sotto. Dobbiamo rimanere umili e non sentirci in diritto di tornare a vincere subito“.
Le grandi manovre per tornare in vetta non si sono mai fermate. Con umiltà e senza eccedere in proclami che potrebbero avere l’effetto del boomerang, Mercedes procede a fari spenti e con circospezione per rimettersi in gioco e per dimostrare che, seppur con un anno di ritardo, può essere ancora il punto di riferimento anche dopo una rivoluzione tecnico-regolamentare senza precedenti.
Autore e foto: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG, Aston Martin