Tacchini la cui preparazione rientra nelle spese inerenti il budget cap, sorrisi smaglianti di Chris Horner, Helmut Marko e Adrian Newey raffigurati come dei fumetti, un Daniel Ricciardo angioletto felice a benedire gli amici-nemici Max Verstappen e Sergio Perez che giocano con un modellino di una RB18 mentre ignorano i regali mal funzionati: una Ferrari F1-75 e una Mercedes W13. Questo il messaggio di auguri della Red Bull che non riesce, nemmeno a Natale, a godersi appieno la festa e il dominio espressi nell’arco dell’anno che sta per chiudersi.
Non sta a noi giudicare questo modo di comunicare, ma di certo emergono evidenti elementi polemici per una sanzione non accolta di buon grado nonostante l’infrazione acclarata e sebbene la pena sia sta mitigata a seguito di un patteggiamento abbastanza inusuale nelle modalità. Cosa ha stabilito la Federazione Internazionale è cosa assai nota. Ignoti, invece, saranno gli effetti della decurtazione del 10% delle ore di sviluppo della RB19.
F1. Red Bull: un dominio con le ore contate?
E’ possibile ritenere che all’avvio la vettura non patirà problemi di sorta. Le difficoltà potrebbero e dovrebbero palesarsi nel dipanarsi dell’annata, quando la minor capacità di sviluppo andrà ad incidere maggiormente nel confronto diretto con gli avversari che dovrebbero essere ancora una volta Ferrari, in piena fase di ristrutturazione, e Mercedes che sembra aver capito come superare i difetti di un progetto, quello W13, troppo estremo e poco efficace per competere per la vetta.
E’ innegabile che Milton Keynes abbia più puntualmente interpretato il contesto regolamentare che ha debuttato nel 2022. Anzi, a ben vedere, ciò che ha fatto meglio è stato sviluppare in corso d’opera la vettura che all’inizio della stagione non era parsa affatto il punto di riferimento della griglia di partenza.
“È inevitabile che dopo un grande cambiamento di regolamento ci siano squadre che lo hanno interpretato bene e squadre che lo hanno interpretato male le norme” ha spiegato Chris Horner ai taccuini dei colleghi di RB365. “Chi avrebbe mai immaginato che la Mercedes avrebbe vinto una sola gara quest’anno dopo tutti i successi ottenuti nei primi otto anni di era ibrida?“.
F1. La convergenza tecnica determinerà la fine del dominio Red Bull?
“Siamo soddisfatti dei risultati del 2022 – ha continuato il manager inglese – ma non ho dubbi che i numeri saranno diversi la prossima stagione. Mi piacerebbe continuare a dominare. Ma in questo settore è un po’ irrealistico perché gli altri team sono semplicemente troppo bravi. Avranno imparato molte lezioni da quest’anno e sono sicuro che le vetture convergeranno in modo significativo nel 2023“.
Una delle questioni chiave della “Formula Uno 2.0” è proprio quella della capacità dei costruttori attardati di recuperare il terreno perso in partenza mutuando gli espedienti tecnici che hanno meglio funzionato. Con un regolamento non proprio elastico (cosa di cui si è lamentato piuttosto fortemente Zak Brown) dovrebbe essere più semplice per chi segue piuttosto per chi fa la lepre.
D’altro canto era proprio questo lo scopo che voleva raggiungere Liberty Media con la sua F1 basata su tre pilatri (balance of performance tecnico, budget cap e vetture ad effetto suolo meno sensibili all’aria sporca). Il 2023 sarà un anno chiave per capire se gli obiettivi del legislatore, ossia una F1 più livellata, possono essere concretamente raggiunti o se vi sarà sempre un primo della della classe a stagliarsi sul resto della ciruma.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing