A fine anno siamo abituati a tirare le somme ed a far bilanci. Quando parliamo di F1, solitamente, osserviamo l’operato dei piloti e dei team: pagelle, giudizi, promozioni e sonore bocciature. Normale processo che serva anche a colmare il buco determinato dallo stop delle attività in pista. In questo 2022 c’è un altro alunno che va valutato: Mohammed Ben Sulayem che ha concluso il suo primo anno di presidente della FIA.
Il manager emiratino ha avviato un profondo processo di ristrutturazione procedurale, specie per quanto riguarda la Formula Uno (ricordiamo che l’ente parigino organizza diversi campionati, dall’Endurance al Rally passando per la Formula E), che non può dirsi compiuto del tutto. Serve tempo e soprattutto è necessario calibrare per bene espedienti che parevano essere rivoluzionari e invece si sono rivelati cervellotici ed inefficaci a cavalcare il cambiamento.
Ci riferiamo, ad esempio, al doppo direttore di gara imposto dopo il tragicomico operato di Michael Masi nella conclusiva tappa del campionato del mondo 2021. Il duo Wittich-Freitas si è prodotto in una giurisprudenza altalenante e non sempre coerente, cosa che alla fine ha determinato il “congelamento” del portoghese con conseguente ed ulteriore valutazione del problema che verosimilmente verrà superato (si spera) nel prossimo mondiale.
F1. Il lento cammino di assestamento della FIA
Ben Sulayem ha parlato di quanto è stato fatto e di cosa attende la FIA nei prossimi anni. Lo ha fatto a margine del gala di premiazione tenutosi ieri sera a Bologna. “Non mi aspettavo niente di meno. Sapevo che sarebbe stata una grande sfida in FIA. Avevamo la necessità di aggiornarci e adeguarci alla nuova era. È come con il telefono: se non lo aggiorni, rimani indietro. Non dobbiamo semplicemente essere in pari, ma anticipare i tempi”.
“Per quanto riguarda i regolamenti e l’aspetto finanziario della F1, ho ereditato alcuni dei problemi preesistenti – ha spiegato Ben Sulayem vestendo i panni del perfetto politico neoeletto – Non si possono prendere decisioni senza scavare a fondo nei fatti. Non parlo solo della massima serie, ma del motorsport FIA in generale“.
“Ovviamente c’è la parte glamour dell’essere presidente, ma devi occuparti dei problemi che ci sono. Non puoi semplicemente scappare e chiedere aiuto a qualcuno. Non puoi dipendere da altri. La gente a volte non comprende quante persone ci siano in FIA. Si tratta di un sistema ampio e complesso. Guardiamo ad esempio al calcio: ci sono due dimensioni per i lati del campo e una sola per la palla. Pensiamo adesso alla FIA, anche solo al karting. Immaginiamo i regolamenti coinvolti e pensiamo a tutte le categorie, oltre alla Formula Uno“.
F1. Ben Sulayem: rendere il motorsport credibile
“La Formula Uno è sempre l’apice del motorsport. Le scuderie sono costantemente al limite. La categoria è in salute e il 2022 è andato molto bene. Noi di FIA dobbiamo stare attenti però e allo stesso tempo equi. Non si può non avere delle regole, non si può evitare di aggiornarle e correggerle, si finirebbe come nel wrestling“.
Su questo ultimo passaggio ci sia permessa un’osservazione logica anche se ficcante. Se il n°1 delle cose del motorsport parla di necessità di non finire come nel wrestling, uno show preconfezionato che ha poco a che vedere con lo sport, è perché, in tutta evidenza, sono stati mossi dei passi errati. Anche in questo primo anno. I problemi che si sono riscontrati nell’arco dei 22 gran premi sono apparsi quasi marginali, una lecita calibrazione delle nuove norme sportive e tecniche. Ciò che ha lasciato perplessi è invece il processo che ha portato la FIA ad emettere la pena nei confronti della Red Bull per lo sforamento del budget cap.
Una revisione finanziaria durata quasi otto mesi, spifferi dall’interno che anticipavano cifre e numeri, verdetto procrastinato all’infinito per evitare che coincidesse con momenti sensibili delle stagione e soprattutto un lungo e non celato mercanteggiamento con il reo. Lungi da noi affermare che la pena non sia stata commisurata ai fatti, non è questo il punto, si sottolinea semplicemente l’anomalia procedurale che ha reso il tutto un evento per fare audience. Wrestling, appunto. E da questi schemi malsani la FIA deve definitivamente affrancarsi.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, FIA, Oracle Red Bull Racing