Vista dall’esterno, la vita di un pilota di F1 sembra un sogno e un incanto senza fine. In effetti lo è, non prendiamoci in giro. Ovvio che ogni lavoro, per quanto appagante, stimolante, ben remunerato e foriero di fama e notorietà reca con sé delle difficoltà intrinseche che vanno affrontate e superate se si vuole rendere al meglio.
Le cose si complicano quando i servizi lavorativi si prestano per un top team. Gli impegni crescono a dismisura e bisogna incastonarli con la necessaria attività di preparazione tecnica del mezzo e con lo sviluppo delle facoltà corporee che nella Formula Uno contemporanea devono essere al top.
F1. George Russell: il grande salto dalla Williams alla Mercedes
Nel 2022 George Russell ha effettuato il grande salto dalla squadra fanalino di coda, la Williams, alla Mercedes che veniva dall’ottavo titolo costruttori consecutivo. Il britannico è entrato a far parte di un vero e proprio colosso, un passaggio che ha determinato ed imposto un cambio di paradigma pressoché totale da amministrare con nuovi strumenti. A vedere i risultati ottenuti in pista (un quarto posto finale davanti a Lewis Hamilton con tanto di vittoria in una stagione difficile) le peripezie sono state superate in maniera brillante. Ma è servita abnegazione nonché una massiccia dose di impegno per venirne a capo.
Un top team assorbe tempo che serve, tra le altre cose, per soddisfare sponsor generosi ma al contempo famelici. L’esposizione mediatica diventa notevole e lunghi giorni servono per placare la sete di chi ci mette il danaro per permettere la normale sopravvivenza del team. Russell ha lasciato intendere che è rimasto spiazzato nel constatare quanto tempo fosse necessario trascorrere fuori pista con Mercedes e i suoi partner rispetto a quanto succedeva negli anni di permanenza a Grove.
“Per ogni giorno di marketing è un giorno in meno in palestra, o per allenarsi o per riposare e recuperare per essere al meglio nella gara successiva – ha spiegato Russell – Questo nuovo modo di procedere ha sicuramente avuto il suo costo. Ho avuto bisogno di capire come affrontare al meglio tutto ciò. A volte, quest’anno, non ho gestito il tutto così bene“.
Alla fine della stagione è stato possibile fare un compendio sul tempo totale impiegato in attività non direttamente correlate con la pista. E si è arrivati a ben sessanta giorni totali. “Tra voli, hotel e altre cose conto due mesi. È solo una parte dell’essere un pilota Mercedes. Quando fai 22 gare aggravate da scarse prestazioni, ti senti piuttosto giù. Ma quando hai weekend come quello di Interlagos diventa tutto estremamente soddisfacente” ha detto il pilota di King’s Lynn.
“Sapevo che sarebbe stata dura. Ma alla fine sono un pilota da corsa, ed è quello che voglio fare. Di sicuro c’è un equilibrio migliore da trovare, ma mi rendo conto che non possiamo andare a correre senza i nostri sponsor che sono una delle ragioni per cui la squadra ha così tanto successo. Quindi bisogna solo trovare il giusto equilibrio. E lo si fa con l’esperienza e con l’organizzazione: avere eventi che siano logisticamente il più convenienti possibile in modo da non prosciugarti“.
F1. Russell: è il recupero fisico il problema più serio
Oltre all’aspetto mentale, è quello della forma fisica è il problema più grosso che Russell ha riscontrato. I ritmi più compassati del mondo Williams consentivano al conducente di concertarsi maggiormente sulla cura del corpo e sull’allenamento specifico per rispondere alle sfide che le vetture impongono. In Mercedes è tutto diverso poiché, a causa dei continui spostamenti che vanno ad unirsi al normale lavoro da svolgere al simulatore, non si può avere continuità nell’esercizio.
“Ci sono momenti come quello in cui vorresti fare un po’ di più in palestra ed essere un po’ più in forma. Ma non importa quanto sei in forma, sarà sempre dura” ha spiegato il 24enne che, considerando i lusinghieri risultati ottenuti nel primo anno di permanenza in una compagine di vertice, ha raggiunto quell’equilibrio tra serenità mentale, forma fisica e necessari impegni di marketing che servono a reggere l’attività della scuderia. Sarà anche una bella vita quella da driver di F1, ma non mancano gli aspetti di complessa amministrazione.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV, Mercedes AMG, Williams