Il galà organizzato dalla FIA in quel di Bologna ha ufficialmente messo la parola fine alla stagione di F1 2022. Un momento simbolico in cui i vincitori hanno ricevuto onori, onorificenze e lodi dopo un anno di battaglie in pista e di scontri tecnico-politici scoppiati dietro le quinte. E’ stata la grande serata della Red Bull, l’assoluta protagonista che ha ritirato sia la Coppa Costruttori, con Chris Horner, sia quella piloti che è rimasta nelle saldissime mani di Max Verstappen che sta facendo l’abitudine ad happening come quello emiliano.
Il vero artefice di tutto ciò è rimasto, come spesso accade, nell’ombra. Probabilmente sommerso dai disegni e assorto in migliaia di pensieri che una mente fervida come la sua riesce a produrre. Ci riferiamo chiaramente ad Adrian Newey, il padre del progetto RB18. Lo specialista che ha meglio interpretato il contesto regolamentare voluto da Liberty Media Corporate ed implementato dalla Federazione Internazionale dell’Automobile.
F1. Red Bull batte Ferrari sul campo di battaglia degli sviluppi
I concetti travasati dalla mente dell’ingegnere inglese alla vettura hanno impiegato un po’ di tempo per produrre gli effetti desiderati. Nella fase nascente dell’annata la RB18 si è rivelata una macchina efficiente ma troppo pensate. Qualcosa che è dipeso dal ritardo con cui si è avviato il progetto a causa di un Mondiale 2021 tirato fino all’ultimo metro.
Ma Newey già sapeva cosa fare perché non doveva perdersi in problematiche correlate all’affetto suolo avendo superato il fastidio del porpoising già in fase di delibera progettuale. Ecco che tutti gli sforzi sono stati concentrati sullo sviluppo, mettendo in pratica quel modello confermativo di cui abbiamo parlato nell’articolo che potete recuperare a questo link: leggi qui.
“È stata una stagione molto soddisfacente. Per lo sviluppo, ovviamente, abbiamo dovuto affrontare un enorme cambio regolamentare. Cosa che, sommata alla lotta fino all’ultima gara per il titolo contro la Mercedes, non ci ha permesso di concentrarci pienamente sul modello 2022″.
A inizio anno – ha spiegato Newey – la Ferrari e noi eravamo molto simili in termini di prestazioni. Noi siamo stati più veloci in alcuni circuiti, e loro in altri. Ma il nostro progresso, svolto tappa per tappa, ci ha permesso di avere una seconda parte di campionato molto forte e di battere così la scuderia di Maranello“.
Quest’ultimo passaggio spiega con estrema chiarezza come la Ferrari abbia perso la guerra tecnica del 2022. Molti imputano la disfatta alla Direttiva 039, la verità è più semplice e va ricercata nelle strategia, più volte evidenziata da Mattia Binotto (che forse ha perso il posto proprio questo), di bloccare gli sviluppi per mancanza di fondi che altrove, osservando la miriade di modifiche apportate, sono stati evidentemente spesi meglio.
F1. Nel 2023 termina il vantaggio dell’effetto sorpresa
Se all’alba delle rivoluzione tecnica Red Bull si è garantita un vantaggio interpretativo sulla concorrenza, questo potrebbe ridursi, fino ad azzerarsi, l’anno venturo. Newey, da scafato tecnico quale è, ne è ben conscio e sa che la penalizzazione raccolta per l’infrazione delle regole finanziarie potrebbe essere un fattore determinante, specie nella facoltà di progredire gara dopo gara:
“I regolamenti tecnici rimarranno simili per la prossima stagione. Questo vuol dire che tutto quello che si è imparato durante questi mesi si potrà applicare il prossimo anno. La riduzione delle ore causata del primo posto conquistato in campionato e dalla penalità per lo sforamento del budget cap, ovviamente, non aiuterà. Ma è davvero difficile prevedere esattamente che effetto avrà sul nuovo progetto. Noi però faremo del nostro meglio“.
Parole che smentiscono quelle riferite da Helmut Marko che, commentando a caldo la sentenza federale, aveva parlato di un aggravio di mezzo secondo al giro. Numeri al lotto sparati senza fare un minimo di analisi. Un deficit ancora imponderabile e che si fonderà con la capacità di recupero dei team avversari che, con un anno di esperienza sulle spalle, sapranno dove intervenire e soprattutto avranno dinanzi agli occhi un modello vincente da cui “rubare” le virtù: la RB18.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV, Oracle Red Bull Racing