Il business legato alla F1 è gretto. Forse non sembra la strada migliore per iniziare uno scritto scevro da critiche, ma siamo sinceri: chi al giorno d’oggi non vede il mero “commercio” alla base di questo sport? Il modello architettato da Liberty Media funziona. I dati parlano chiaro. Spettatori in netto aumento. Le tribune sono piene anche negli States, paese che come da DNA predilige da sempre corse automobilistiche differenti.
Tutto sommato è un bene secondo “loro”, malgrado lo svecchiamento del pubblico debba passare attraverso dettami non proprio consoni alla massima categoria del motorsport. Questo il modus operandi della proprietà a stelle e strisce. Durante gli ultimi giorni si discute molto sul futuro della Formula Uno. Oltre alle norme regolamentari relative alle sanzioni, riassunte e argomentate attraverso un’articolo fruibile a questo link, sussistono altre materie che stanno particolarmente a cuore ai diretti interessati.
Le manovre per garantire un futuro tecnico migliore restano possibili. Sono tastabili, volendo. Basterebbe desiderarlo… proprio come sottolinea il dirigente della storica compagine inglese McLaren, al secolo Zak Brown, in veste di illustre suggeritore. Provvedimento che potrebbe rappresentare quel giusto equilibrio tra contenimento dei costi e necessità espressiva degli ingegneri.
Le tematiche ritenute importanti dagli attori principali profondono sforzi immani per essere attenzionate. Ma spesso, sfortunatamente, non vengono trattate a dovere. Dato di fatto non confutabile. Mentre invece, per esempio, giusto per voler essere un “pelo” polemici, spesso corre sull’onda del chiacchiericcio una questione che oramai è soggetta quasi a scherno analizzando i fatti: l’importanza della Ferrari nel progetto F1.
La F1 illude Ferrari: abbiamo bisogno di te…
Non è un attacco a Domenicali, ci mancherebbe, persona squisitissima che ha dato l’anima per il team di Maranello. Le sue parole di circostanza però, che come tali vanno senz’altro prese, secondo cui alla F1 “farebbe assai comodo” una Ferrari vincente e sulla cresta dell’onda, ci offrono uno spunto di riflessione piuttosto allettante.
La scuderia modenese ha tifosi in tutto il mondo. Questo al di là dei risultati sportivi racimolati. Proprio per tale ragione, le performance del Cavallino Rampante non vanno a scalfire la credibilità della Formula Uno. A supporto della considerazione parlano i numeri relativi all’audience delle ultime stagioni. Annate dove la Ferrari non ha certo saputo ricoprirsi di gloria. Anzi…
La congettura che in realtà sembra assumere un aspetto più adeguato, restando in tema, riguarda la posizione che il team italiano assume nei riguardi della FIA. É assai curioso, in sostanza, come malgrado la continua corte sfacciata nei confronti del team emiliano, durante l’era ibrida il potere politico della rossa sia essenzialmente svanito. Sgretolatosi tra le mani della dirigenza italiana.
È la Ferrari che ha avrebbe bisogno della F1
Il chiassoso silenzio della Ferrari risulta molto più fragoroso del rumore mediatico prodotto da Mercedes e Red Bull, due scuderie che su questo campo hanno dimostrato di saper il fatto loro, in diverse situazioni. Una considerazione maggiore farebbe parecchio comodo, ma a conti fatti la governance della F1 non sembra essere affatto della stessa idea. D’altro canto non perde occasione per dimostrare giusto il contrario.
Basti pensare a tutte le vicende politico/tecnico/sportive degli ultimi anni, dove la squadra italiana ne è sempre uscita con le ossa rotte, accumulando molteplici figure barbine. Il diritto di veto poi… un colpo che resta sempre in canna. Arma sterile brandita senza coraggio che oramai non spaventa nemmeno più, vista la sua ahimè inutilità comprovata nel tempo.
E non ci sono patti segreti che tengano. Non si tratta di accordi o disaccordi. La F1 accetta una Ferrari presente ma perdente. La cultura del sospetto non va cavalcata a priori, siamo d’accordo, ma un bel ma, in questo caso, ci potrebbe stare tutto.
Risultati simili tuttavia, è ovvio, sono in gran parte dovuti all’incapacità della dirigenza italiana di alzare la voce. Di sbattere i pugni sul tavolo. Proprio per questa semplice ragione, il nuovo corso ferrarista annovera tra le sue mansioni un provvedimento assai interessante.
L’idea sarebbe quella di dare vita ad un organo tricefalo, composto da un team principal, un direttore tecnico e un’ulteriore figura capace di amministrare con il giusto piglio questioni di potere e comunicazioni con la FIA. L’intento esiste. Resta da capire se tale iniziativa troverà riscontro a breve termine…
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Foto: Scuderia Ferrari