venerdì, Novembre 22, 2024

L’errata direzione tecnologica della Formula 1

Nell’ultimo decennio, la F1 ha recepito e proposto nuove soluzioni a supporto dell’ecosostenibilità. La prima pietra miliare è stata posta nel 2014 attraverso l’avvento dei propulsori turbo ibridi, capaci di garantire un rendimento superiore al 55% rispetto al 30% stimato per i normali motori endotermici. Fattore che ha prodotto la sensibile riduzione del fabbisogno di carburante sintetico e conseguentemente le emissioni CO2.

Durante il mondiale 2022 è stata introdotta la nuova generazione di benzine E10, composte per il 10% da etanolo prodotto da fonti rinnovabili. La prossima milestone concerne nel riuscire a sintetizzare un carburante completamente sostenibile, per raggiungere la meta della neutralità carbonica entro il 2030. Per sostenibile, si intende bilanciare la CO2 risparmiata o addirittura riassorbita nella produzione del carburante con quella emessa dal motore a combustione. In questo modo il ciclo di vita del carbonio nell’atmosfera sarà neutro.

La strada intrapresa dalla massima categoria del motorsport, supportata dai colossi dell’automotive, è la migliore soluzione in risposta alla sostenibilità ecologica del terzo millennio? Adrian Newey, una delle menti più geniali della storia, ha espresso e argomentato le proprie perplessità in relazione alla validità tecnica della svolta ecologica intrapresa della Formula 1.

Il progettista della Red Bull è certamente una delle figure eminenti degli ultimi quarant’anni in ambito ingegneristico e pertanto, d’altronde non potrebbe essere altrimenti, il suo giudizio assume un significato dal valore senza dubbio parecchio elevato.


La svolta green della F1 secondo Adrian Newey

La Formula Uno non poteva certo ignorare ancora a lungo la transizione verso le forme di mobilità green che il mercato dell’automobile aveva messo in atto già da diversi anni. Tuttavia, l’elettrificazione delle vetture non è necessariamente l’unica strada percorribile secondo Newey:

C’è molta disinformazione sull’argomento, soprattutto per quanto riguarda il lato elettrico. La gente comincia a rendersi conto che l’impronta di carbonio della produzione di un veicolo elettrico è molto più grande di quella di un veicolo a benzina. L’ipotesi che l’elettricità prodotta dall’energia eolica o solare sia priva di emissioni non è corretta”.

F1
Rendering della testata del propulsore AVL alimentato a idrogeno

Benzina, diesel, idrocarburi, combustibili fossili, energie rinnovabili, batterie e fuel cell. Tutte parole con le quali sia l’alta finanza, spesso con una certa presunzione unita all’inconsapevolezza endemica in materia, che i tecnici utilizzano danno sfoggio della loro visione sul futuro sostenibile della mobilità.

AVL, società austriaca leader a livello mondiale nella tecnologia relativa alla mobilità per lo sviluppo, simulazione e collaudo nell’industria automobilistica, ha recentemente realizzato un’unità turbocompressa da 2 litri alimentata ad idrogeno, capace di erogare la bellezza di 400 cavalli.


F1: l’idiosincrasia tra le nuove wing car e l’ecosostenibilità

La tecnologia ibrida delle power unit, utilizzate nelle attuali vetture, sembra essere una soluzione di transizionale. L’ingegnere nativo di Stratford-upon-Avon, ha evidenziato l’evidente incompatibilità tra l’attuale veste aerodinamica delle wing car rispetto ai nobili obiettivi fissati da FIA e Liberty Media:

“Le monoposto sono diventate più grandi, più pesanti e non sono particolarmente efficienti dal punto di vista aerodinamico perché generano molta resistenza. Purtroppo la F1 ha ottenuto l’esatto contrario di quello che sperava con queste nuove regole. È chiaro che per il Circus come per l’industria automobilistica in generale, auto più grandi, pesanti e l’ossessione della gente per l’alimentazione a batterie o a benzina sono la direzione sbagliata. Il problema più grande è la quantità di energia necessaria per muovere questo affare, indipendentemente dalla provenienza”.


F1: i numeri a sostengono Adrian Newey

I dati a supporto delle argomentazioni dell’ufficiale tecnico a capo del team Oracle Red Bull Racing sono incontrovertibili. Le auto 2022 sono le più pesanti e voluminose di tutta quanta la lunga storia della Formula 1. Proprio l’elevato peso della RB18, tra l’altro, è stato il freno a mano tirato dell’ultima creatura progettata dal britannico durante le prime fasi della stagione.

F1
Peso stimato delle monoposto alla vigilia della prima gara del mondiale 2022

L’errata direzione tecnica abbattutasi sulle attuali vetture ha una chiara paternità secondo l’illustro parere dell’inglese: “Sembra che le regole tecniche della Formula 1 non lo riconoscano, perché ovviamente le grandi case automobilistiche non hanno interesse che ciò avvenga. Questo è quello che penso…“.

Affermazione, quest’ultima, che senza ombra di dubbio farà discutere non poco nel prossimo futuro. Concetto dal significato dirompente proprio perché pronunciato dalla personalità più influente nel panorama ingegneristico del motorsport da almeno tre decenni…


Autore e infografica: Roberto Cecere – @robertofunoat

Foto: Oracle Red bull Racing

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