Per qualche ragione inspiegabile il fato conferisce delle abilità fuori dal comune a menti brillanti, in grado di esprimere il proprio talento nelle discipline che amano. In ambito tecnico la F1 è stata il laboratorio della fantasia e della genialità di alcune figure che hanno scolpito il proprio nome nella storia della categoria. Non c’è alcun dubbio che nel Circus il termine genialità faccia rima con un solo nome: Adrian Newey. Per fornire una misura tangibile delle capacità del progettista britannico è sufficiente evidenziare che le monoposto firmate dal Chief Technical Officier della Red Bull hanno conquistato 11 titoli mondiali piloti, 10 titoli costruttori e ben 194 vittorie.
Il dato più impressionante è che tutte le 92 vittorie del Team Red Bull siano state conseguite grazie alle creature firmate da Newey. E’ altresì evidente che il progettista inglese abbia trovato nel team di Milton Keynes l’ambiente ideale per esaltare il suo estro. In tal senso è necessario ricordare che le prime monoposto ideate per il team anglo-austriaco non conseguirono alcuna vittoria nel biennio 2007/2008. La storia recente ha dimostrato che una tale simbiosi è garanzia di successo, tuttavia senza creare una struttura capace di raccogliere il testimone quando Newey deciderà di riporre la sua magica matita le conseguenze potrebbero imprevedibili.
F1. Il precedente Ferrari
La Scuderia Ferrari ha costruito il dominio di inizio millennio grazie alle monoposto realizzate dall’unico progettista capace di battere il collega britannico: Rory Byrne. L’ingegnere sudafricano insediatosi a Maranello nell’inverno del 1997, dopo i trionfi in Benetton ha contribuito in maniera importante nella conquista degli 11 titoli iridati (5 piloti e 6 costruttori, nda) dell’era Schumacher. Byrne lasciò ufficialmente il ruolo di Direttore Tecnico al termine della stagione 2004 pur proseguendo il rapporto di collaborazione con il Cavallino Rampante in qualità di consulente. Il suo intervento nella fase di progettazione delle recenti monoposto della storica scuderia italiana è stato spesso decisivo e in ragione della sua immensa competenza.
Ciononostante la differenza tra una mansione di responsabilità rispetto alle deleghe affidate a un consulente è palese. Il legame tra l’area tecnica di Maranello e Byrne testimonia una sorta di debolezza della Ferrari che, a distanza di 18 anni, ha ancora necessità della genialità dell’ingegnere sudafricano che tuttavia non vive la quotidianità del reparto corse del Cavallino Rampante.
F1. La centralità di Newey in F1 nonostante la diversificazione del suo impiego
Sia ben chiaro, ingegneri del calibro di Byrne e Newey sono delle gemme rare. La loro eredità è un macigno per chi deve raccogliere il testimone indipendentemente da come sarà gestito il phase-out. Domani Newey spegnerà 64 candeline e, nonostante la RB18 sia stata la monoposto più vincente realizzata dal Chief Technical Officier, il team anglo-austriaco è consapevole che il futuro sportivo della scuderia non può dipendere esclusivamente dalle fantastiche intuizioni dell’ingegnere di Stratford-upon-Avon.
Christian Horner si è recentemente espresso sulla longevità del sodalizio con Adrian Newey sottolineando maliziosamente i diversi progetti condotti da quest’ultimo nell’universo Red Bull: “Il ruolo di Adrian come Chief Technical Officer si è evoluto con il reparto Advanced Technologies e la RB17 (la hypercar Red Bull, nda). Si divide tra vari progetti e questo ha costretto gli altri a farsi avanti. Abbiamo Pierre Wache come direttore del team tecnico. Hanno fatto un lavoro fantastico e, ovviamente, Adrian si è inserito in questo contesto e lavora a stretto contatto con questo gruppo. E’ fantastico vedere la forza e la profondità che abbiamo dal punto di vista tecnico e il modo in cui hanno lavorato“.
In realtà l’ingegnere francese Wache è stato nominato direttore tecnico per gestire il lavoro quotidiano del comparto tecnico in quanto Newey sfugge agli schemi lavorativi convenzionali come ebbe modo di dichiarare Helmut Marko nel 2019.
Wache coordina un team costituito Enrico Balbo (capo aerodinamica), Craig Skinner (capo designer), Ben Waterhouse (direttore delle prestazioni). Un’equipe in grado di trasformare le brillanti idee di Newey da un foglio di carta verso un modello virtuale. Informatizzazione a cui Newey si è sempre sottratto. Adrian è molto di più che un CTO, è un dispenser vivente di innovazione. L’ultimo dei visionari in un contesto sempre più vincolato a modelli matematici implementati nei moderni software di simulazione su sistemi di calcolo computazionale HPC (High Performance Computing, nda).
Non è certamente un caso che tutti i successi del team Red Bull siano firmati dal geniale progettista inglese, circostanza unica nella storia della Formula 1, fattore che potrebbe rivelarsi un boomerang a lungo termine per gli uomini di Milton Keynes.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing