A 41 anni, dopo 20 anni in F1 – non contando di due di stop prima del ritorno – Fernando Alonso non è ancora pronto ad appendere il casco al chiodo. Il pilota di Oviedo ha già avuto tutto: scuderie di prima scelta, due titoli mondiali e innumerevoli vittorie. Inoltre, ha anche una sua academy di giovani driver, coltiva la passione per il ciclismo e lavora come manager. Allora, perché buttarsi a capofitto in una nuova avventura, che spera sia di più anni?
F1. Obiettivo: vincere
Si scrive “Fernando Alonso”, si legge “passione”. Il focoso neo pilota Aston Martin (leggete qui la nostra esclusiva con un pilota del team) è noto per il suo carattere di ferro, oltre che per lo smisurato talento. Un’indole bollente tipica dei latini che lo porta a bruciare tutto. Sia in positivo, quando le cose vanno bene, sia in negativo. Quando prevale la rabbia nei momenti che proprio non vanno. Lo chiamano “Samurai“, un nickname testimoniato dal tatuaggio che reca sulla schiena. Ma anche “Matador”, proprio per la determinazione che lo porta ad “eliminare” gli avversari in pista.
Dopo una luminosa carriera, in cui ha vinto due titoli mondiali in Renault nel 2005 e 2006, Alonso ha provato a conseguire il titolo con altre scuderie. Da lì è iniziata la dura fase in Ferrari, che si è rivelata per lui deludente. L’ex Minardi ha poi ritentato la sorte in McLaren, per ritrovarsi impantanato in un team con seri problemi.
Lo spagnolo ha annunciato, nel 2018, il suo ritiro, prima di ritornare nel 2021 nel Circus alla guida di Alpine. La prossima stagione Nando è pronto a ricominciare da zero, con Aston Martin, dove prenderà il sedile di un altro campione del mondo della “vecchia generazione”: Sebastian Vettel.
Questa scelta, un po’ folle e molto coraggiosa, ha un chiaro obiettivo: vincere il titolo mondiale, di nuovo. Questa l’abbiamo già sentita, giusto? Il nuovo pilota Aston Martin, tuttavia, ne è certo. “Ho valutato anche altri team – fa sapere Alonso – e Aston Martin può ambire al titolo in due-tre anni”. Inoltre, fra i vantaggi che offre la franchigia di Silverstone c’è che ci sono “[…] persone molto brave, una buona piattaforma ed una nuova fabbrica costruita proprio ora”. Il 41enne è quindi pronto ad una nuova sfida. Ce la farà a reggere il confronto con i giovani?
F1. Esperienza vs freschezza
A prescindere dalle diverse motivazioni, che indagheremo nel prossimo paragrafo, Alonso non è il primo e non sarà l’ultimo atleta perennemete pronto a competere. In molti casi, anche non legati allo sport, abbiamo visto titani scontrarsi con le nuove leve e perdere quell’alone di intoccabilità che li circondava.
In molti casi, ci siamo trovati a bisbigliare “ma non sarebbe stato meglio se si fosse ritirato/a”? Questo perchè i giovani hanno freschezza, vitalità e si adattano immediatamente alla tecnologia in continua evoluzione. Che è “la loro”, ovvero quella con cui sono cresciuti. Alonso stesso ha recentemente detto che ci sono nuove sfide oggi che quando vinse il secondo titolo nel 2006 non c’erano: la gestione pneumatici, un peso sempre più accresciuto delle vetture, l’elettronica sempre più massiccia nella portata e via menzionando.
Lo spagnolo ha però un valore inestimabile: l’esperienza. Questa va aggiunta al suo innato talento, ad un carattere meravigliosamente indomabile e a tutte le qualità che lo hanno distinto dal suo esordio nel lontano 2001. Il pilota, infatti, ha raccontato il grande lavoro fatto in Alpine. “Lascio nuove cose buone che abbiamo sviluppato insieme. Il servosterzo era un problema l’anno scorso, mentre ora è perfetto, ed è quello che lodano tutti i piloti“.
La forza di avere Alonso al proprio fianco, infatti, è proprio il suo bagaglio, la facoltà di sviluppare la monoposto anche per il futuro, avendo nel presente un pilota dal talento cristallino, una passione impareggiabile e una insaziabile fame agonistica.
F1. Forever Young
Stupisce che però un atleta del suo calibro non abbia voglia – o necessità – di cambiare fase della propria vita. La carriera da atleta comporta una marea di sacrifici, dall’alimentazione perfetta, al costante allenamento ed al viaggiare tantissimo. Situazioni estremamente stressanti. In un certo senso ci si ritira anche per noia, perché la passione può essere infinita ma si può coltivare anche dall’altra parte del paddock, come manager o parte di un team.
Ma cosa succede nella testa dell’atleta le cui primavere passano ma lo spirito agonistico no? Abbiamo detto che in ogni sport ci sono diversi protagonisti che insistono nel rimanere in competizione nonostante l’incedere lento ma inesorabile dell’età. In F1 abbiamo visto recentemente Kimi Raikkonen, classe ’79, arrendersi al ritiro solo per seguire meglio i suoi bimbi. Carlos Sainz Senior è ancora in movimento, fra una categoria e l’altra e non accenna a fermarsi.
Lontano dal motorsport a quattro ruote, ma non troppo, c’è Valentino Rossi. Il “Dottore” ha continuato a correre in sella alle sue moto sino a che non ne aveva più e per qualche anno ha provato ad insistere ed a ritrovare quella magia che lo portava a primeggiare. Alla fine, quando si è ritirato alla MotoGP, uno si sarebbe aspettato che si dedicasse ad altro. Invece Rossi voleva tornare in gara, magari su un’automobile, meglio ancora se in F1. Ipotesi che ha sfiorato un paio di volte nella sua interminabile carriera.
Il punto su cui ci focalizziamo è quella voglia costante di rimanere atleti senza passare all’inevitabile fase successiva che caratterizza alcune persone del mondo dello sport. Dopo una vita passata a lottare per migliorarsi e a basare le proprie scelte per uno scopo più alto, una vittoria, un mondiale, è difficile lasciare andare ed abituarsi ad una monotonia che non si è mai conosciuta.
Alonso ha dichiarato che non si immagina come un pilota ritirato a starsene casa tutto il tempo. Il futuro sarebbe guardare la F1 dal divano, dedicarsi ad altre categorie come passatempo e fare altro. Ma lui è una persona ad alta velocità, sempre in movimento, sempre alla ricerca della prossima avventura. Molti atleti, infatti, hanno questo stampo ma sono costretti al ritiro perché non ne hanno più. E’ il caso di coloro che continuano sino a che non devono smettere per un infortunio o perché non riescono più ad arginare il passo irruento dei giovani, come è successo a Rossi.
Alonso però è ancora in forma, anzi, si sente addirittura meglio rispetto al 2006. Dice di essere migliorato. “Ora riesco a leggere meglio una gara rispetto al 2006” ha spiegato. In F1, e nello sport in generale, c’è sempre un altro titolo da vincere, un nuovo obiettivo da centrare, un’altra opportunità da togliere. Ed il perfezionista lo sa. un uomo come Alonso, pieno di vitalità, energia e cattiveria agonistica, che continua ad ottenere buone performance accaparrandosi contratti da diverse scuderie di F1 non può tirarsi indietro. Ci ha già provato per due anni ed è tornato. Ed ecco che ogni sfida è sempre la penultima.
“La gioventù è come diamanti al sole, ed i diamanti sono per sempre,” cantavano gli Alphaville. E Fernando Alonso, con la sua grinta, il suo talento, la sua personalità focosa ed il suo istinto agonistico, è proprio un diamante purissimo.
Autore: Silvia Giorgi – silvia_giorgi5
Fonte Immagini: F1, Alpine, McLaren