Mancano esattamente tre mesi al primo turno di prove libere che aprirà il Gran Premio del Bahrain e dunque la stagione di F1 2022. I team sono al lavoro per completare le vetture che inizieremo a vedere sin dai primi di febbraio, i decisori stanno operando per sostituire il Gp di Shangai che è stato ufficialmente rimosso dal calendario a causa della situazione pandemica che insiste tuttora sulla Cina e i piloti, loro sì che possono permetterselo, si riposano.
Fisicamente ma non verbalmente. Dal giorno in cui è finito il campionato 2022, difatti, è un susseguirsi di dichiarazioni, bilanci, compendi e proiezioni circa il futuro imminente. Un processo normale che serve anche a coprire i giorni di inattività per professionisti che, in fondo, non riescono a staccare del tutto dal loro mondo.
Nell’apparente calma che contraddistingue questa fase c’è qualcuno che inizia ad affilare i coltelli. I driver sono animali competitivi, “bestie” che non intendono cedere a propri simili il controllo del territorio precedentemente marchiato. Non possiamo parlare di tensioni, è troppo presto, ma di un’arena che comincia a prepararsi per mettere in scena quel duello che i tifosi sperano di vedere. Con Liberty Media che già si frega le mani per ciò che potrebbe essere il mondiale dell’anno prossimo.
F1. Hamilton rileva il cambio di approccio del duello di alcuni colleghi
Per capire cosa bolle in pentola proviamo a dare uno sguardo spostando leggermente il coperchio. Ecco i fatti: “È abbastanza semplice da spiegare – ha esordito Lewis Hamilton ai microfoni dell’emittente britannica Channel 4 – Basta ascoltare le parole che certi individui dicono su di me, parlo di avversari, e osservare il modo in cui questi si comportano in pista quando si trovano intorno a me“.
Una bomba di discreta potenza quella sganciata da Lewis sul morire dell’autunno. Chiaramente, da scaltro stratega, nomi non ne fa, anche se possiamo immaginare per chi sia “la chiamata”.
“Questo fatto dimostra che il più delle volte che il loro atteggiamento è un po’ diverso da quello di altri. Non so spiegare esattamente perché, ma in parte ha a che fare con il tempo che ho trascorso in questo sport, con l’esperienza e con il successo che ho avuto qui. Lo so perché quando io sono arrivato qui i bersagli erano altri piloti che avevano avuto successo e il mio obiettivo era sfidarli” ha concluso il sette volte iridato“.
F1. Hamilton, Verstappen, Leclerc e Alonso: un 2023 esplosivo
Non serve uno sforzo di fantasia particolarmente eccessivo per immaginare quali siano i riferimenti a cui ha alluso Hamilton che possiamo sintetizzare in tre entità: Fernando Alonso, Max Verstappen e il mondo Red Bull. Col primo le scintile sono all’ordine del giorno. La ruggine di quel 2007 non è mai stata del tutto rimossa e alla prima occasione i due si beccano. Ungheria 2021, il tappo epico di Nando con tanto di scuse offerte a Verstappen in pubblica piazza per non aver resistito oltre, è ormai un classico della F1.
Ma anche Spa Francorchamps 2022, con l’incidente in partenza e le successive bordate verbali alle quali Lewis ha risposto con qualche messaggio social volutamente provocatorio, sta a dimostrare che è proprio lo spagnolo uno di quei piloti che adatta il suo modo di combattere quando la controparte ha il n°44 sul musetto. Dinamiche normali in uno sport fatto anche di dualismi accesi. Per fortuna esistono.
Diverso il discorso su Max Verstappen. L’olandese, come Alonso d’altro canto, è sempre molto aggressivo nei “corpo a corpo”. Ma quando vede il casco di Lewis diventa feroce. Il 2021 offre svariati controprove in tal senso. Ma è il mondiale da poco chiusosi che dà un’indicazione ancor più chiara se vogliamo. Lewis e Max, a causa di una differenza prestazionale elevatissima delle rispettive monoposto, si sono incrociati raramente. E quando l’hanno fatto c’è stato il botto, in Brasile.
Per tutto l’anno l’olandese ha duellato in maniera cavalleresca con Leclerc senza superare i limiti. Lo ha fatto, subendo lecita penalità, su tracciato paulista quando gli si è chiusa la vena in un weekend stranamente negativo per la schiacciasassi di Milton Keynes. Prova provata che la rivalità è viva e arde sotto la cenere rappresentata da una differenza di mezzi troppo sensibile. Ma questo gap, anche a causa della sentenza che ha condannato Red Bull per lo sforamento del tetto di spesa, potrebbe restringersi in maniera netta nel 2023, quando si potrebbe riproporre un dualismo che è diventato un classico del motorsport.
Ecco che, se Mercedes conferma il trend di crescita visto nell’ultima fase di campionato, potremmo tuffarci in una stagione esaltante nella quale non bisogna escludere un Charles Leclerc voglioso di essere il terzo che gode tra i due litiganti. A meno che Aston Martin non sforni una vettura degna e di primo livello, tale da consentire a Fernando Alonso di gettarsi nel “mischione”. Sarebbe un vero sogno un tale scontro tra titani della Formula Uno.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV, Mercedes AMG, Oracle Red Bull Racing