lunedì, Novembre 18, 2024

Ferrari confida nel regolamento per scalare la vetta

Poco più di una settimana e vedremo la prima vettura di F1 2023. Non si tratterà di una macchina qualsiasi, ma proprio di lei, la regina più attesa: la Red Bull RB19 alla quale saranno tolti i veli in una manifestazione che si terrà a New York, il 3 febbraio. Il grande quesito è il seguente: balance of performance tecnico e penalità post budget cap gate, cose che hanno ridotto al 63% del totale ammesso le ore di sviluppo della monoposto, spezzeranno l’abbrivio dei “tori caricanti”?

E’ possibile ritenere che all’avvio la vettura non patirà troppi problemi pur avendo già scontato parte delle limitazioni aerodinamiche che entravano in vigore nell’ottobre 2022. Le difficoltà potrebbero e dovrebbero palesarsi nel dipanarsi dell’annata, quando la minor capacità di sviluppo andrà ad incidere più concretamente nel confronto diretto con gli avversari che dovrebbero essere ancora una volta Ferrari, in piena fase di ristrutturazione, e Mercedes che sembra aver capito come superare i difetti di un progetto, quello W13, troppo estremo e poco efficace per competere per la vetta.

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Red Bull RB18 – Stagione 2022

E’ innegabile che Milton Keynes abbia più puntualmente interpretato il contesto regolamentare che ha debuttato nel 2022. Anzi, a ben vedere, ciò che ha fatto meglio è stato sviluppare in corso d’opera la vettura che all’inizio dell’annata non era parsa affatto il punto di riferimento della griglia di partenza.

È inevitabile che dopo un grande cambiamento di regolamento ci siano squadre che lo hanno interpretato bene e squadre che hanno interpretato male le norme” aveva spiegato Chris Horner sul finire dell’anno scorso. “Chi avrebbe mai immaginato che la Mercedes avrebbe vinto una sola gara dopo tutti i successi ottenuti nei primi otto anni di era ibrida?“.

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Alle spalle del successo dell’Oracle Red Bull Racing F1: Christian Horner e Adrian Newey

F1. La convergenza tecnica determinerà la fine del dominio Red Bull?

Siamo soddisfatti dei risultati del 2022 – ha continuato il manager inglese – ma non ho dubbi che i numeri saranno diversi nella prossima stagione. Mi piacerebbe continuare a dominare. Ma in questo settore è un po’ irrealistico perché gli altri team sono semplicemente troppo bravi. Avranno imparato molte lezioni e sono sicuro che le vetture convergeranno in modo significativo nel 2023“.

Una delle questioni chiave della “Formula Uno 2.0” è proprio quella della capacità dei costruttori attardati di recuperare il terreno perso in partenza mutuando gli espedienti tecnici che hanno meglio funzionato. Con un regolamento non proprio elastico (cosa di cui si è lamentato piuttosto fortemente Zak Brown) dovrebbe essere più semplice per chi segue piuttosto per chi fa la lepre.

D’altro canto era proprio questo lo scopo che voleva raggiungere Liberty Media con la sua F1 basata su tre pilastri (balance of performance tecnico, budget cap e vetture ad effetto suolo meno sensibili all’aria sporca). Il 2023 sarà un anno chiave per capire se gli obiettivi del legislatore, ossia una Formula Uno più livellata, possono essere concretamente raggiunti o se vi sarà sempre un primo della classe a stagliarsi sul resto della ciurma.

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Aston Martin AMR22 “Versione B”, GP Barcellona. Photo Credits: Diego Catalano

F1. Ferrari punta sulla statistica per agguantare la vetta

In Ferrari sanno che il tempo si comporta come un punto di fuga verso il quale convergere. D’altro canto la storia dell’era tecnica che ha preceduto quella in corso lo racconta. Il campionato 2021 è stato animato da un duello accesissimo tra due team, Red Bull e Mercedes, che hanno presentato due vetture dissimili nei principi ma molto prossime nelle prestazioni. Anche nella massa informe che è il midfield le performance erano molto vicine. La nuove regole hanno riportato la forbice ad aprirsi ma, con lo scorrere dei mesi, le distanze dovrebbero chiudersi.

Sono cambiati radicalmente, negli ultimi anni, i regolamenti sui limiti di costo, i regolamenti tecnici, i regolamenti sportivi per l’utilizzo delle gallerie del vento, eccetera – ha spiegato Frédéric Vasseur in un’intervista rilasciata a Racecar EngineeringTutti questi stanno andando nella direzione della convergenza delle prestazioni. Anche il fatto che i motori siano congelati significa che la Formula Uno sta andando verso una lotta più serrata per il campionato. Sta funzionando“.

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Frederic Vasseur, team principal della storica Scuderia Ferrari

Sono i trend statistici a confortare gli inseguitori sulla possibilità di successo nel chiudere il gap con la cima della categoria. Vasseur ha sottolineato che le varie squadre erano distribuite su circa il 5% nelle prestazioni relative alle qualificazione in un lasso temporale che andava dal 2017 al 2018. Questo margine si è via via eroso fino ad arrivare al 2% circa. Una tendenza all’ulteriore diminuzione è spiegata da un altro dato, ossia quello relativo alle prime cinque scuderie della griglia di partenza.

Il manager transalpino ha riferito che nella stagione in cui Red Bull e Max Verstappen hanno dominato con una tranquillità olimpica anche per mancanza di avversari, cinque squadre erano all’interno di un margine di performance dell’uno per cento. Se questa parabola verrà confermata, ed è possibile che accada poiché, almeno fino al 2025, ci sarà un congelamento che investe i motori, le trasmissioni e, in linea di massima, le regole aerodinamiche, potremmo finalmente vedere funzionare la strategia impostata da Liberty Media che spinge forte su una Formula Uno senza padroni.

Ferrari, così come gli altri competitor, spera che gli effetti incrociati dei regolamenti tecnici e sportivi possano realmente stabilizzare un sistema che l’anno scorso, al di là delle fredde statistiche sciorinate da Vasseur, è sembrato fortemente disequilibrato, con una seconda parte di stagione in cui non c’è stata partita con una RB18 che ha lasciato solo le briciole raccolte da una Mercedes in crescita. E proprio la scuderia di Brackley che ha dato la sensazione che certi margini possano chiudersi col passare del tempo. A meno che Red Bull non abbia giocato a nascondino celando parte del potenziale per non attirare sguardi morbosi…


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1, Scuderia Ferrari, Oracle Red Bull Racing

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