Se in McLaren F1 volgono lo sguardo al Campionato del Mondo 2022 scorgono macerie. L’annata è stata molto deludente e ha confermato la traiettoria degradante che s’era avviata nel 2021. Una discesa negli inferi inattesa perché a Woking erano alte le convinzioni che la MCL36 potesse essere la monoposto del riscatto, l’arma per insidiare seriamente la top 3. Dopo 22 gare il bottino della scuderia inglese è stato molto magro: 159 punti e un solo podio, a Imola con Lando Norris, arrivato in maniera piuttosto casuale.
E’ proprio il pilota inglese ad aver espresso critiche dure dopo il campionato vinto da Max Verstappen. Le sue osservazione non scaturiscono dal mezzo che ha dovuto condurre e domare, derivano bensì da come le vetture sono state concepite in sede regolamentare. Le macchine ad effetto suolo non sono piaciute al pilota di Bristol che ha marcato le differenze che la generazione precedente ritenuta più stimolante.
F1. Lando Norris si scaglia contro le vetture Next-gen
La McLaren che ha girato nei test e nelle prima fase del mondiale era una vettura assai difficile. I problemi ai freni ne condizionavano il comportamento dinamico rendendolo a tratti ingestibile. Lunghe sessioni di lavoro si sono rese necessarie per superare il momento critico. Chiaramente questo scenario ha condizionato il giudizio di Norris che, nonostante i miglioramenti effettuati da Woking in corso d’opera, non ha mutato il suo giudizio globale.
“Le vetture di nuova generazione sono una sfida diversa. Non direi che siano piacevoli come le macchine degli anni precedenti, si può giocare molto meno con i cordoli e le traiettorie. Anche per quanto riguarda la messa a punto, si è un po’ più limitati. Devo dire che odio guidarle“.
Giudizio lapidario quello espresso dal 23enne che argomenta così le sue ragioni: “Negli anni precedenti c’era sempre molto di più da regolare e da provare e si finiva sempre per avere fine settimana diversi con soluzioni differenti. Nel 2022 non è stato così, si gioca meno con la messa a punto della vettura“.
Dinamica non destinata a migliorare: “La situazione non potrà che peggiorare, perché più downforce hai sulla macchina e peggio è. Mi aspetto che più le auto cambiano e migliorano, più carico si ha e più difficile sarà seguire chi ti precede in pista. Penso che sia così che andrà, a meno che la FIA introduca ulteriori modifiche“.
F1. Le problematiche delle vetture 2022
Le auto figlie dei nuovi regolamenti qualche problematica l’hanno presentata. Carlos Sainz, ad esempio, ha impiegato molto tempo per venirne a capo. E’ stato necessario rivedere lo stile di guida per riuscire ad abbassare sensibilmente i riferimenti cronometrici. Lo stesso Max Verstappen ha incontrato delle difficoltà prima che la RB18 fosse sottoposta ad un fitto programma di sviluppi che partiva da una dieta dimagrante piuttosto ferrea.
Al di là del fatto che la Red Bull sia nata sopra i limiti di massa minimi imposti dalla FIA, il peso delle vetture di F1 è in continuo incremento. Una dinamica invisa ai piloti perché rende le macchine meno controllabili quando escono dalla traiettoria ideale. Ecco a cosa alludeva Norris quando parlava di poter giocare meno con cordoli e linee tracciate sull’asfalto.
Nel nuovo corso che la F1 vuole imporre dal 2026 questo aspetto, unito a quello della grandezza generale della vettura che pure cresce senza sosta, si proverà a superare l’ostacolo. Ma fino a quel momento bisognerà convivere con ciò che si ha provando a migliorare qualche aspetto.
Tra questi vi è sicuramente quello che riconduce alle gomme. I cerchi da 18 impongono spalle più basse ed una maggiore rigidità strutturale degli penumatici. Cose che hanno radicalmente mutato l’handling delle monoposto. Nel primo anno in cui questo contesto è stato operativo la Pirelli ha offerto un prodotto che ha mostrato una certa tendenza al sottosterzo visto che l’asse arretrato tendeva a generare maggiore energia rispetto all’avantreno.
Mario Isola ha riferito a più riprese che questa caratteristica indigesta ai conducenti verrà corretta nel 2023, cosa che potrebbe far cambiare idea ad un Norris apparso oltremodo intollerante all’attuale panorama. Ma quel che potrebbe far ricadere il pilota della McLaren nel fastidio è il cambio regolamentare che la Federazione ha disposto per la stagione che scatterà tra meno di due mesi. Parliamo dell’innalzamento del bordo del marciapiede di 15 mm a cui si abbina anche il sollevamento di 10mm dove inizia il gomito dell’estrattore.
Ma non solo, il legislatore ha deciso di dare una stretta sulla flessibilità del fondo. In sede di verifica, davanti alle ruote posteriori, verrà applicato un carico verticale di 250 N verso il basso e il marciapiede non potrà flettere più di 5 mm rispetto agli 8 consentiti nel 2022. Se la medesima forza verrà applicata verso l’alto la deformazione potrà essere di 5 mm rispetto ai 12 dell’ultima annata.
Questo stato di cose potrebbe limitare l‘effetto Venturi. Cosa che darebbe maggior peso all’aerodinamica superiore. Risultato? Stare in scia diventerebbe più complesso di quanto lo è già oggi (su questo fronte le norme non hanno poi fatto troppa differenza rispetto al 2021, ndr). L’equilibrio, dunque, è molto precario e, ad una regolata sul versante pneumatici, potrebbe fare da contraltare l’effetto negativo delle norme tecniche frutto del dibattito relativo alla Direttiva Tecnica 039. Fatto sta, in linea di massima, che la Formula Uno, non ha ben centrato il target con una rivoluzione che ha allargato la forbice prestazionale tra i team e ha prodotto auto meno divertenti da guidare. Era necessario farla?
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, McLaren, Pirelli Motorsport