lunedì, Settembre 16, 2024

La sostenibilità fattuale della sinergia Ferrari/Haas

L’inarrestabile escalation dei costi in F1 è stata apparentemente arginata dal regolamento finanziario, attraverso il limite di spesa imposto ai team per la gestione della stagione agonistica. Le vicende legate al “Budget Cap Gate” hanno evidenziato come sia ancora lunga la strada per avere la certezza che, i risultati espressi in pista, non siano frutto di abili interpretazioni del quadro normativo.

Tuttavia la sostenibilità economica rappresenta uno dei pillar della massima categoria presenti e futuri. In tal senso la sinergia Ferrari/Haas rappresenta un “case study” virtuoso. Il team americano acquista dal Cavallino Rampante sostanzialmente tutte le componenti “trasferibili” concesse dal regolamento tecnico, massimizzando effort e manufacturing della componente aerodinamica.

Le parti che la storica scuderia modenese ha fornito al team di Kannapolis nel 2022 sono: cambio, struttura del crash posteriore, sospensioni anteriori e posteriori, sistemi idraulici, mozzi delle ruote e, naturalmente, il propulsore. Il sodalizio è stato oggetto di alcune perplessità da parte dei competitor anche in relazione al reparto “Ufficio Tecnico Clienti Team“, allestito da Ferrari specificamente per Haas all’interno del plant di Maranello.

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Uno degli open space dell’ufficio tecnico Haas all’interno del plant di Maranello

Da regolamento è proibito qualsiasi trasferimento di proprietà intellettuale e dati relativi ai progetti tecnici delle rispettive monoposto. L’efficienza del modello di collaborazione tra Haas e il Cavallino Rampante, pertanto, si basa su rigidi protocolli che tutelano la riservatezza dei rispettivi patrimoni informativi. Anche l’utilizzo del simulatore è rigidamente disciplinato per evitare qualsiasi fuoriuscita di informazioni cosiddette “company confidential.

Il saving in termini di costi operativi delle imponenti infrastrutture a supporto del design e della fabbricazione di una monoposto, rappresenta la scelta virtuosa/sostenibile che consente, in liena teorica, alla scuderia capitanata da Gunther Steiner di poter scalare posizioni nel midfield.

Il rovescio della medaglia consiste nella minore flessibilità progettuale degli uomini diretti dall’ingegnere Simone Resta (leggi qui la nostra intervista in esclusiva). L’insourcing di power unit, cambio, sospensioni ed altri elementi fondamentali delle monoposto limitano fattualmente i gradi di libertà dell’aera tecnica in termini di ingombri e peso.


F1. Ferrari/Haas: modello vincente che non intende smettere di stupire

La partnership tra Ferrari e Haas si attesta come un modello vincente in relazione agli obiettivi della scuderia americana. Il livello di competitività mostrato nelle prime gare della scorsa stagione è stato perfino superiore a quello di team con infrastrutture decisamente superiori, come ad esempio McLaren.

Sin dai test invernali proprio McLaren, attraverso l’ex team principal Andreas Seidl, aveva bollato la collaborazione Ferrari/Haas alquanto discutibile: “Per noi è una questione di principio. Due team non dovrebbero avere in comune altro che il motore e gli interni del cambio. Non dovrebbe esserci alcuna condivisione di infrastrutture. Sappiamo dalla FIA che è impossibilitata a monitorare tutte le forme di trasferimento. Quello che non puoi controllare dovrebbe essere proibito. Il pericolo è che la condivisione delle informazioni renderà il B-Team migliore di quello che è mentre, al contempo, aiuta l’A-Team“.

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Andreas Siedl, ex team principal McLaren nel corso dei test invernali della scorsa stagione

Nonostante i dubbi della concorrenza, la Federazione Internazionale non ha rilevato alcuna irregolarità nel rapporto cliente/fornitore in essere tra la scuderia italiana e il team a stelle e strisce. La possibilità di dedicare la quasi totalità dello staff tecnico agli aspetti prettamente aerodinamici è stato un enorme asso nella manica che Haas ha saputo sfruttare in occasione della più grande rivoluzione tecnica degli ultimi quattro decenni.

Malgrado gli evidenti vantaggi, il modello in questione continua ad essere una stupenda eccezione, nonostante altre squadre (come Aston Martin) facciano ampio ricorso a numerose parti trasferibili in qualità di clienti dei top team. Se la sinergia Ferrari/Haas dovesse continuare a stupire anche nella stagione che sta per iniziare, il modello Win/Win potrebbe essere seguito da altri team del midfield.


Autore e infografica: Roberto Cecere – @robertofunoat

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