In queste ore i team di F1 sono impegnati nella fase di rifinitura e assemblaggio delle monoposto 2023. Processo che rappresenta l’ultima milestone prima dei test invernali in programma dal 23 al 25 febbraio in Bharain, sede del primo appuntamento stagionale.
Nonostante il susseguirsi di nuovi regolamenti tecnici i tempi di gestazione per la messa punto di una monoposto, cosi come le fasi del progetto tecnico, risultano macroscopicamente i medesimi rispetto a quelli apprezzati nell’ultimo decennio. Prima dell’introduzione delle norme finanziarie relative ai limite di spesa, le scuderie con maggiori risorse economiche, potevano comprimere al massimo la fase di manufacturing in favore di una task design molto più ampia.
Tale chance consentiva di deliberare soluzioni aerodinamiche a valle di simulazioni molto approfondite. Ovviamente l’estrema compressione dei tempi di produzione/costruzione era un rischio enorme in caso di problematiche in fase di assemblaggio.
Analogamente al passato, la fase denominata “brainstorming car design” in chiave 2023 è iniziata prima della pausa estiva della scorsa stagione. Ciò significa che tutti i team hanno iniziato a porre le basi dei rispettivi progetti 2023 sulla scorta del know how acquisito sui modelli 2022.
Un ruolo chiave nella realizzazione di una vettura di F1 è svolto dal reparto di programmazione. Tale funzione monitora l’esecuzione dei task progettuali dalla fase di concept sino al completamento del processo di produzione, in maniera ciclica ad intervalli di tempo sempre più piccoli, in relazione alla deadline del progetto.
F1 2023: Ferrari “costretta” ad anticipare il piano progettuale 675
La macro schedulazione di un progetto di una monoposto di F1, precedentemente illustrata nella grafica, è stata completamente differente, almeno nei tempi di esecuzione, per i tre top team. Ferrari, in perfetto timing rispetto all’abituale road map, ha iniziato la fase di concept del progetto 675 prima della pausa estiva.
Tuttavia, la peculiarità della scelta operata dal management del Cavallino Rampante, è stata l’allocazione quasi totale delle risorse dell’area tecnica al progetto tecnico 2023, nel bel mezzo quando della lotta mondiale con Red Bull. L’affidabilità carente delle power unit 066/7, unitamente ai pochi e poco effettivi update deliberati sulla F1-75, hanno costretto a procrastinare le velleità di gloria della rossa al 2023.
Per quanto concerne la scuderia di Milton Keynes, lo strapotere ostentato da Spa-Francorchamps in poi, è indicativo della necessità/volontà di affinare un progetto tecnico che mira a dominare la prima parte del prossimo 2023. Questo anche in relazione alla pena inflitta dalla FIA che, teoricamente, dovrebbe limitare lo sviluppo della RB19.
Il “budget cap gate” ha in parte minimizzato il solco creato dalla RB18 nei confronti della concorrenza. Il tanto chiacchierato telaio alleggerito di ben 6 Kg, che nelle intenzioni Red Bull doveva debuttare in occasione del Gran Premio di Singapore, sarà certamente un asso nella manica della RB19, al netto delle modifiche imposte dal regolamento in corrispondenza del “floor edge”.
La gestazione della W14 merita un discorso a parte. Nonostante i numerosi update di micro aerodinamica a cui è stata sottoposta la W13 “B”, le frecce d’argento hanno faticato parecchio ad esprimere il proprio potenziale, al netto degli sprazzi competitivi ostentanti in Spagna e Canada.
Il primo vero acuto risale alla pole position siglata da George Russell in occasione del tredicesimo round all’Hungaroring. In sostanza, mentre Ferrari e Red Bull hanno iniziato la fase di concept basandosi su riscontri di mezzi competitivi, gli uomini capitanati da Toto Wolff non avevano contezza del valore effettivo della propria vettura. Per tale ragione hanno espresso la necessità di prolungare lo sviluppo sino alla tappa statunitense di Austin.
Nell’ultimo quarto del campionato 2022, gli ingegneri di Brackley hanno potuto tirare finalmente un sospiro di sollievo. La W13 ”B” era finalmente in grado di replicare gli ottimi riscontri apprezzati nelle simulazioni al calcolatore e nel wind tunnel. Ciononostante, Mercedes ha raggiunto certezze con un ritardo di 3 mesi sulla concorrenza.
La convinzione dell’efficacia relativa ad alcune parti della filosofia “Zero Pod”, piuttosto che ripartire da un foglio bianco replicando le più performanti vesti aerodinamiche dei competitor, ha spinto l’area tecnica di Brackley a modificare il progetto per renderlo più fattuale (leggi qui le anticipazioni tecniche Mercedes per il 2023. Un’ottima base di partenza imprescindibile per recitare un ruolo da protagonista nella stagione 2023.
Autore e infografica: Roberto Cecere – @robertofunoat