domenica, Novembre 17, 2024

La FIA non intende abbandonare la direzione gara multipolare

Notizia: Niels Wittich è stato confermato nel ruolo di race director della F1. Il provvedimento è giunto nonostante la non perfetta gestione delle operazioni durante l’arco del campionato. Il manager tedesco resta in sella a discapito di Eduardo Freitas, che di fatto paga la guida parecchio rivedibile del Gp del Giappone in cui Max Verstappen si è laureato campione del mondo.

Ancora una volta, quando la pioggia ha fatto capolino, il sistema è andato in tilt. Soprattutto se consideriamo quanto accaduto con Pierre Gasly, trovatosi a dribblare i mezzi di soccorso entrati per sistemare la pista dopo la carambola impazzita che aveva coinvolto la Ferrari di Sainz.

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Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) out al GP di Suzuka

Il modello bicefalo teorizzato e impostato da Mohammed Ben Sulayem dopo la sua ascesa al soglio federale – paradigma resosi necessario a seguito dei disastri operati da Michael Masi nell’ultimo atto della stagione 2021 – non ha funzionato. Una bocciatura definitiva? A quanto pare no…


F1. Direzione gara bicefala: un modello da perfezionare

L’idea di creare una struttura a due corpi alternativi è nata dopo che si è arrivati alla conclusione che, Michael Masi, non fosse più in grado di svolgere una mansione così delicata. Ben Sulayem è ritornato su quella decisione, dando una spiegazione diversa da quelle che aveva fornito in altre circostanze. Per la prima volta, difatti, si è parlato di un’iniziativa non imposta da Place de la Concorde, ma giunta per la volontà diretta dell’australiano.

È stata anche una sua scelta. Ci sono stati degli errori umani – ha arringato il dirigente emiratino – Sentivo che anche lui non voleva più andare avanti a causa di tutto quello che aveva subito tramite i social media e il loro atteggiamento tossico. Ho parlato con lui ed è stato ingiusto come sia finita. La FIA lo ha sempre sostenuto. Anche io ho ricevuto delle minacce per sovvertire i risultati ma non le ho prese sul serio. Ora ci battiamo contro l’utilizzo tossico dei social media che influisce sul nostro sport. Sono convinto che se non prendiamo posizione adesso, potremmo scoprire che in futuro il danno sarà irreparabile per il nostro sport “.

La verità, però, pare essere ancora distinta. A quanto pare, Masi ha detto addio alla FIA anche perché i team non si fidavano più dopo quanto successo ad Abu Dhabi. Sulayem lo sapeva e ha dovuto agire di conseguenza preservando la F1. Da qui la direzione divisa tra Wittich e Freitas che purtroppo ha fallito in un ambito: generare una giurisprudenza coerente.

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Mohammed Ben Sulayem, presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile

I provvedimenti presi sono sembrati ondivaghi e non in linea con quelli adottati negli analoghi casi precedenti. Per di più, ragionando sui fatti, non è stato risolto il problema della lentezza decisionale che in un paio di circostanze ha davvero superato i limiti del buon senso.


F1. Sulayem continua a lavorare su una direzione multipolare

I fatti esposti non hanno intaccato l’idea originale che riconduce alla divisione dei compiti. Il n°1 dell’ente parigino, è talmente convinto della strategia da seguire che non intende ascoltare il parere di George Russell che, parlando a nome della Grand Prix Driver Association, aveva sottolineato come la rotazione dei due direttori delle attività in pista non fosse una cosa positiva.

Questo perché generava incoerenza interpretativa e, al medesimo tempo, durante la gara successiva, non si poteva interagire con il precedente manager che era in pausa da turnover. Tali circostanze hanno “distrutto” una linea di coerenza tale da mettere i piloti in una necessaria comfort zone.

Ben Sulayem, ciò malgrado, non vuole tornare al capo singolo, ma auspica che l’organo di governo coinvolga più ufficiali di gara per garantire una transizione graduale in caso di problemi. “Non si può avere un solo direttore di gara e fare affidamento su di lui, ha spiegato l’ex rallista a margine di una visita ai piloti impegnati nella Dakar 2023.

Credo che dovremmo preparare una seconda figura per qualsiasi evenienza: dobbiamo essere pronti qualora ce ne fosse il bisogno. Sono fermamente convinto che da qualche parte nel mondo ci possano essere direttori di gara più bravi e commissari migliori. Ora stiamo chiedendo alle federazioni nazionali di segnalarci le persone capaci da formare. Sono sicuro che otterremo dei buoni risultati“.

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Niels Wittich, racing director della F1

Le ultime parole suonano abbastanza sinistre e di certo non sembrano un inno alla fiducia nei confronti di chi, nel prossimo futuro, dovrà dirigere i 23 eventi per ora previsti in calendario che, addirittura, potrebbero tornare ad essere 24 come inizialmente decretato (a tal proposito il Gp di Cina, come anticipatovi qui, potrebbe rientrare nei giochi).

Quella di Sulayem pare una sorta di fiducia a tempo. Un’apertura condizionata al management che sarà messo in pratica nella prima fase del campionato. Quel che sembra acclarato è che nel corso della stagione Wittich non sarà più solo. Bisogna solo capire se le nuove leve che andranno formandosi affiancheranno il dirigente tedesco o lo sostituiranno in quel meccanismo intermittente in cui la FIA continua a credere come un approccio quasi fideistico.

Il campionato del mondo 2023 rischia dunque di prendere il via in un contesto decisionale ancora una volta poco chiaro. Una situazione invisa ai piloti come riferito da Russell. Scenario che potrebbe spegnere gli entusiasmi di Liberty Media Corporate che, negli ultimi tempi, vede il barometro dei rapporti con la FIA segnare brutto tempo…


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1TV, FIA

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