mercoledì, Dicembre 18, 2024

FIA vs Liberty Media: lotta al vertice nel Risiko della F1

Guerra aperta in F1: in così tanti anni di storia mai abbiamo assistito ad uno scontro di tale portata, tanto forte quanto clamoroso. Protagoniste le due maggiori potenze del Circus: difatti la FIA ed il colosso Liberty Media, ad oggi sono contrapposte a causa di spiacevoli tensioni createsi negli ultimi giorni.

Ma procediamo con ordine: lo scorso lunedì 23 gennaio, il presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile Mohammed Ben Sulayem ha esposto un suo parere attraverso tre tweet circa la possibile cessione dei diritti commerciali del Circus.

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I provocatori tweet di Mohammed Ben Sulayem

Il suo intento era quello di mettere in guardia un eventuale acquirente rispetto ad un ipotetico costo d’acquisto inflazionato, riferendosi alla proposta di circa 20 miliardi di dollari presentata dal PIF – Fondo per gli investimenti pubblici dell’Arabia Saudita (offerta poi inevitabilmente rifiutata da Liberty Media stessa).

Il suo porsi da garante a difesa dell’eventuale aumento di costi anche per i fan stessi, non è affatto piaciuto al colosso americano, il quale ha interpretato il suo comportamento come un’intromissione non necessaria ed anche fuori luogo; tant’è che chiaramente la risposta non ha tardato ad arrivare.

Liberty Media difatti ha prontamente stilato una lettera al cui interno veniva spiegato con molta chiarezza quanto la FIA sia in realtà andata ben oltre l’area di propria competenza, sfociando in un campo che non è di suo interesse. Questo perché sostanzialmente la Formula1 è pienamente autorizzata a godere dei diritti commerciali del campionato mondiale, sulla base di una concessione firmata proprio dalla FIA stessa circa un decennio fa (e che ha valenza centenaria).

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Mohammed Ben Sulayem, presidente della Federazione Internazionale dell’Automobile (FIA)

Quindi l’intromissione di Sulayem non solo è risultata inappropriata, ma ha potuto anche compromettere il “valore” della F1 stessa: cioè, secondo Liberty Media qualunque personalità rilevante commenti una qualsiasi realtà quotata in borsa adottando parole inappropriate, chiaramente potrebbe intaccarne il suo andamento, rischiando quindi di sortire effetti negativi sia sugli azionisti che sugli investitori.

Motivo per il quale se il valore di Liberty Media dovesse subire un eventuale danno, potrebbe la FIA stessa essere identificata come responsabile/colpevole.


F1. Ben Sulayem e quelle mosse avventate: sete di potere?

Dunque a questo punto, quanto è convenuto a Ben Sulayem intervenire in una faccenda in cui di fatto non avrebbe avuto alcuna voce in capitolo? Molto poco. La verità è che in quanto massimo esponente dell’organo FIA, chiaramente rappresenta una fetta di potere all’interno del mondo della F1 non indifferente; ma suo malgrado, non è sufficiente.

La FIA avrà anche il ruolo centrale di stilare un regolamento, far sì che venga rispettato, ed emettere eventuali sanzioni/penalità, ma è pur sempre associata ad un progetto più grande (la proprietà di Liberty Media, appunto) che in ogni caso ne muove le fila.

E sempre a proposito di passi falsi, anche la recente direttiva emessa dalla FIA atta a limitare le personalità delle competizioni nella diffusione di pareri relativi a questioni politiche/religiose, rappresenta un’ulteriore macchia sull’operato di Ben Sulayem.

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Lewis Hamilton (Mercedes AMG F1) indossa una maglietta in difesa dei diritti umani delle persone di colore (movimento “Black lives matter”)

Chiaramente questa mossa rappresenta una sorta di censura, sancita ancor prima che la stagione inizi proprio per evitare dinamiche di “protesta” di cui Lewis Hamilton e Sebastian Vettel sono stati grandi capostipiti. Chissà quanto avrà storto il naso Seb di fronte ad una simile normativa, e quanto si sia sentito grato per essersi salvato in tempo.

L’ipocrisia di mettere a tacere delle figure che hanno un’eco mondiale pazzesca, mantenendo però in calendario appuntamenti in paesi senza grande tutela per i diritti umani o impegnati in conflitti (vedasi Arabia Saudita, Bahrain) ed eliminando con falso buonismo la tappa russa estromettendo dalle corse i piloti di quella nazionalità, è a dir poco imbarazzante. Avevamo realmente bisogno di simili dinamiche in un momento in cui il brand F1 era in netta ascesa?

Il livello di tensione cui stiamo assistendo è un inedito nella storia della massima categoria. I due organi di governo si muovono come schegge impazzite mostrando spinte centrifughe e apparentemente insanabili che, alla lunga, rischiano di spaccare il Circus gettandolo nella sedizione. Alle porte di quella che si annuncia la stagione più lunga della storia della F1 è necessario trovare una sintesi perché né FIALiberty Media Corporate possono ritenere di gestire il giocattolo in maniera univoca e, peggio ancora, dispotica.


F1 Autore: Silvia Napoletano@silvianap13

Foto: F1, FIA, Liberty Media, Mohammed Ben Sulayem

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