Dettagli. Servono anche questi per costruire una stagione vincente in F1. Una vettura consistente, veloce ed adattiva è la base da cui non si può prescindere. Così come non è possibile immaginare che un team efficiente sul piano organizzativo e strategico sia un dettaglio marginale. Ma vi sono anche altri elementi che, apparentemente, appaiono meno centrali ma su cui si fondano trionfi e cicli di vittorie. Parliamo di relazioni professionali che diventano solidi rapporti umani.
Un pilota, per esprimersi al meglio, ha bisogno di essere in totale fiducia. Adagiarsi nelle propria comfort zone consente di limare quel centesimo, di affrontare una curva in maniera più solida, di duellare con più convinzione con un collega. E la fiducia si costruisce se il feeling col mezzo è totale, se il supporto del team è pieno e se il rapporto con chi ti guida dal muretto è impostato alla massima confidenza mentale. La cosa vale per ogni driver: per chi lotta per il vertice, per chi sgomita nella massa informe del midfield e per chi prova a stare a galla nelle retrovie dove, se vogliamo, la battaglia è ancora più serrata.
F1. Hamilton/Mercedes: la continuità come valore
Dopo un 2022 passato a lavorare a risolvere problemi tecnici più o meno grossi, Lewis Hamilton si appresta a disputare la sua diciassettesima stagione nella classe regina delle ruote scoperte. Il britannico, fresco trentottenne, si augura che l’anno sportivo che sta per nascere sia foriero di soddisfazioni e non di frustrazioni come è accaduto nelle 22 gare affrontate a bordo di una W13 che non voleva saperne di essere domata.
Hamilton ha disputato 200 Gran Premi con il team Mercedes. Un traguardo record, l’ennesimo di una carriera costellata da conseguimenti irripetuti. Il campionato del mondo 2023 sarà per Lewis l’undicesimo sotto le effige della Stella a Tre Punte, cosa che gli permetterà di eguagliare il record di permanenza di Micheal Schumacher in Ferrari. Una striscia che, con ogni probabilità, è destinata ad allungarsi visto che sono sempre più fitte le contrattazioni per estendere la liaison di altre due stagioni (quello attuale scade a fine anno, ndr).
Continuità che è uno dei segreti di una carriera infarcita di vittorie. Il mondiale che nascerà in Bahrain il 5 marzo coinciderà anche con l’undicesimo anno in cui Lewis Hamilton sarà al fianco dell’ingegnere di pista Peter “Bono” Bonnington. Un uomo che il pilota di Stevenage non esita a definire un fratello e che ha sovente mostrato una pazienza da frate benedettino nel sorbirsi i normali sfoghi che un conducente riversa in radio quando l’adrenalina è ai massimi livelli.
Perché gli ingegneri di pista, ad un certo punto, valicano il proprio ruolo di tecnici per trasformarsi in psicologi, consiglieri, sfogatoi. Ne sa qualcosa un altro catalizzatore di incazzature smodate: Gianpiero Lambiase. Spalla e uomo chiave dietro i successo di Max Verstappen, uno che in radio è più fastidioso di una spina nel fianco. Ma i grandi campioni sono così: eternamente insoddisfatti, eccessivamente polemici, irrimediabilmente lamentosi quando hanno il casco in testa e la visiera abbassata. Vale per tutti, da Hamilton al succitato Verstappen passando per Fernando Alonso piuttosto che Kimi Raikkonen i cui team radio sono entrati nella leggenda del motorsport.
F1. Lewis Hamilton – Peter Bonnington: un legame di successo
Quando sia decisivo il ruolo dell’ingegnere di pista nella vita sportiva di un pilota è lo stesso Lewis Hamilton a spiegarlo: “Sono incredibilmente grato a Bono – ha sottolineato il sette volte iridato al portale ufficiale della Formula Uno – Ho avuto un percorso fantastico con lui, penso che abbiamo una delle più lunghe, se non la più lunga, collaborazione pilota-ingegnere che ci sia stata. E lui è stato enormemente parte integrante del mio successo“.
Hamilton ha evidenziato che l’intesa tra i due non è solo professionale, ma valica il recinto dei tracciati: “Abbiamo percorso un viaggio fantastico insieme, ci siamo sostenuti a vicenda dentro e fuori la pista passando attraverso momenti buoni e cattivi. Adoro lavorare con Bono: è come un fratello per me; un fratello di un’altra madre”.
“Penso che sia probabilmente una delle poche persone che può davvero sopportarmi nei giorni buoni e in quelli cattivi, oltre a Roscoe. E’ importante quanto sia calmo durante una gara e come sia in grado di guidarmi e di aiutarmi a navigare attraverso un gran premio. Non penso che ci siano molte persone che possono farlo“.
Hamilton e Bono hanno ottenuto insieme sei campionati piloti, otto costruttori e più di 80 vittorie in una partnership irripetibile. L’ingegnere è stato accanto al britannico tranne in un paio di circostanze, quando Marcus Dudley lo ha sostituito (nel 2019 e nell’ultimo mondiale, ndr). Il legame è destinato a rinsaldarsi dopo che Toto Wolff ha praticamente confessato che il rinnovo contrattuale tra Hamilton e Mercedes è alle battute finali.
Servirà anche questo, oltre ad una vettura performante (a tal proposito, i veli dalla W14 cadranno il 15 febbraio, ndr), per costruire quelle condizioni necessarie a Lewis Hamilton per competere con tre ossi durissimi che rispondo ai nomi di George Russell, il nemico interno che al primo anno di convivenza ha beffato il vecchio campione, Charles Leclerc, il talento cristallino che vuole finalmente dire la sua in chiave iridata, e Max Verstappen, l’uomo intenzionato a riscrivere i record stabiliti proprio del leone inglese.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1TV, Mercedes AMG, Scuderia Ferrari