sabato, Novembre 16, 2024

La Crociata di Mohammed contro Don Menicali

F1. Anche se gli scontri di potere sembrano noiosi, in realtà non lo sono affatto. Vuoi perché impattano sulle nostre vite (direttamente e indirettamente), vuoi perché una volta terminati portano ad un nuovo equilibrio da decifrare (che può essere “stabile” o “precario”) e vuoi perché insegnano sempre qualcosa.

Prendiamo ad esempio lo scontro rovente fra il presidente della FIA e Liberty Media, padrona della F1, presieduta da quel Don Menicali che, “mutatis mutandis”, “gronda bontà da tutti gli artigli”. Cosa c’è in gioco? Una cosa “piccolissima”: il peso della F1, o della Fia, in un gioco multimiliardario dove non sono concessi errori.

Per semplificare, chiamerò Liberty Media e F1 come se fossero stessa cosa, anche se in realtà non è proprio così: Liberty Media controlla la F1 e tutti i diritti televisivi ad essa connessi. La FIA è invece l’ente supremo del Motorsport, che si deve dedicare alle regole sportive, tecniche e pure “etiche” delle varie discipline.

Il confine fra FIA e F1 è netto ma anche labile, nel senso che è facile che uno debordi nell’altro. E già questo, di per se stesso, è un motivo inevitabile di frizione.

E’ una cosa simile, per certi versi, a quando spieghi la lotta per le investiture del Medioevo. Alla fine della fiera si trattava di capire chi pesasse di più: Papato o Impero. In sostanza, per cercare di decifrare quanto accade è necessario “seguire i soldi”. Proviamo a riassumere in senso cronologico.

F1
Mohammed Ben Sulayem (presidente FIA) e Stefano Domenicali (CEO Liberty Media Corporate)

F1. Scontro FIA/Liberty Media: ecco i perché

Primo: Sulayem, sui suoi profili social, afferma che prima di accettare le offerte di chicchessia per la vendita dei diritti televisivi bisognerebbe ricordarsi delle regole e dell’etica dello sport. Si riferiva alle trattative fra F1 e Arabia Saudita (perché quest’ultima ne acquisisse il controllo), poi non andate in porto per volontà di Liberty Media. Quest’ultima però si è tolta un macigno dalle scarpe, subito dopo, attaccando il presidente FIA: hai invaso il campo e ci hai creato un notevole danno economico (evidentemente mettendo i bastoni fra le ruote alla “transazione”, aggiungo).

Chiarito il contesto, bisogna valutare bene le forze in campo. Nel passato, Ecclestone fece guerra alla FIA ancora FISA, guidata da Balestre e compagnia, proprio facendo leva sui diritti televisivi. Ecclestone era decisamente in svantaggio. Poi, alla lunga, riuscì non solo a vincere lo scontro ma, sostanzialmente, a dettare legge a Place De La Concorde sino a quando non ha venduto lui la F1.

Ora le parti sono invertite. E’ la Federazione a sembrare in minoranza, a non avere forza contrattuale. Fosse stato eletto l’uomo di monsieur Todt forse le cose sarebbero in parte differenti. Ma le cose sono andate diversamente. E non sappiamo esattamente chi uscirà ridimensionato dallo scontro ancora in atto. Scontro che potremmo dire è cominciato, almeno formalmente, con le scaramucce al gran gala di premiazione FIA a fine ‘22.

A naso, dovessi scommettere i miei due centesimi, punterei, ora come ora, su Don Menicali. Purtroppo. Perché per il sottoscritto sia Don Menicali che Sulayem non sono la soluzione, ma parte del problema.

F1
Stefano Domenicali, CEO Formula One Group

Postilla interessante. Di recente sono uscite fuori frasi, di 21 anni fa, poco felici del presidente FIA sul mondo femminile: “Non mi piacciono le donne che si credono più intelligenti degli uomini perché non è la verità”, quella più “incriminante”.

Ora, tenuto conto che in oltre 4 lustri si può cambiare idea (e spero sia così per lui e per la sua credibilità), a me questa cosa puzza di bomba ad orologeria. Teniamo conto che, a differenza del presidente FIA, Liberty Media può contare sulla gran cassa mediatica mondiale (voi fate da bravi con noi e noi facciamo da bravi con voi) e, nella storia recente della FIA, è già accaduto che un presidente fosse silurato con uno scandalo (mi riferisco a Mosley ed ai suoi “eccentrici” gusti sessuali).

Oggi come oggi, chi controlla i media spesso vince.

Attendiamo e vediamo.


Mariano Froldi – @MarianoFroldi

Foto: F1, FIA

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