In F1 la misura della genialità di una soluzione aerodinamica è pari alle polemiche sollevate dalla concorrenza. Poco meno di dodici mesi fa Mercedes presentò la versione definitiva della monoposto che avrebbe disputato la stagione 2022. La W13 “B”, una monoposto che non poteva passare inosservata grazie alla sua originale veste aerodinamica caratterizzata dalla sostanziale assenza dei sidepod.
Prima del debutto in pista nei test invernali dello scorso anno, i timori della Scuderia Ferrari e di Red Bull divennero palesi attraverso alcune dichiarazioni che mettevano in dubbio la legittimità della soluzione adottata dal team anglotedesco. In particolare l’estrema compattezza del bodywork della W13 ”B” ha determinato la completa separazione tra la superficie aerodinamica della monoposto e la struttura laterale di impatto, divenuta a sua volta il supporto per gli specchietti retrovisori con evidente funzione aerodinamica. Mattia Binotto, ex team principal del Cavallino Rampante, puntò il dito contro l’originale interpretazione dei regolamenti tecnici da parte del team Mercedes:
“È un qualcosa per il futuro che deve essere affrontato. Già in passato abbiamo ufficializzato come gli specchietti non dovrebbero avere uno scopo aerodinamico. Dovrebbero essere lì solo per guardare dietro e penso che il modo in cui Mercedes li ha progettati sulla vettura W13 abbia uno scopo aerodinamico significativo“. Gli ingegneri della stella a tre punte avevano rispettato tutte le prescrizioni relative all’alloggiamento degli specchietti retrovisori (paragrafo 3.6.4 del regolamento tecnico, nda) anche se lo spirito della direttiva sembrava chiaramente aggirato.
La Federazione Internazionale dopo i primi test invernali ha acquisito i modelli CAD della monoposto anglotedesca al fine di verificare se l’effetto aerodinamico delle strutture di impatto laterale generassero turbolenze nocive. A valle delle suddette verifiche effettuate dalla struttura tecnica della FIA attraverso simulazioni CFD fu appurato che le ali centrali della Mercedes W13”B” non minavano lo spirito del regolamento.
In sostanza le strutture antintrusione del cockpit non generavano turbolenze nocive verso il retrotreno della monoposto e conseguentemente in direzione del potenziale inseguitore. Tutto questo iter è tuttavia passò in sordina in quanto la Mercedes W13”B” ha patito una prima parte di stagione 2022 assai critica, tale da affievolire le rimostranze della concorrenza.
F1. L’abilità Mercedes ha colto di sorpresa la FIA
Per stessa ammissione di Mike Elliott, direttore tecnico della scuderia anglo-tedesca, il team anglotedesco non ha sottoposto l’originale interpretazione delle strutture SIS (Side Impact Structures, nda) alla Federazione Internazionale per ottenerne la validazione. Scelta abbastanza rischiosa quella operata dal team che in passato ha verificato la compliance delle proprie innovazioni in maniera preventiva, basti pensare al geniale quanto controverso sistema DAS (Dual Axis Steering System, nda).
Probabilmente la Federazione Internazionale è stata colta di sorpresa dalla veste aerodinamica della Mercedes W13 “B” al punto da modificare le procedure di verifica del design di nuove componenti aerodinamiche. Da quest’anno la FIA non intende rincorrere la genialità dell’equipe tecniche delle scuderie, visionando in anticipo i modelli CAD delle monoposto 2023 al fine di scongiurare qualsiasi escamotage che possa minare lo spirito del quadro normativo. A renderlo noto è Pat Symonds, Direttore Tecnico della Formula 1:
“Dopo le prime gare abbiamo fatto un bilancio. Sulle vetture non vedevamo niente che potesse danneggiare il nostro concetto. Alcune soluzioni erano più radicali di quanto pensassimo, per esempio Mercedes. Successivamente abbiamo testato e rianalizzato i diversi concetti al CFD e devo dire che la forma della Mercedes la rende più facile da seguire rispetto alle altre macchine”.
F1. Le strutture SIS faranno bella mostra anche sulla W14
Il livello di competitività raggiunto dalla W13”B” nell’ultimo quarto della stagione non rappresenta il punto di arrivo di una filosofia aerodinamica senza futuro. Le recenti dichiarazioni di Toto Wolff confermano che lo sforzo profuso durante la scorsa stagione è stato funzionale alla definizione delle linee guida nella progettazione della monoposto 2023: “Vado nella galleria del vento e sembra la W13, ma mi dicono che sotto è molto diverso. Si tratta del flusso d’aria, la distribuzione del peso, la mappa aerodinamica. La nostra macchina è cambiata radicalmente a metà anno, abbiamo cambiato il concetto ma non siamo riusciti a vedere nulla sulla carrozzeria”.
Al netto della pretattica, maestria in cui il manager austriaco è secondo a nessuno, il design della W14 dovrebbe essere ragionevolmente la logica evoluzione della monoposto progenitrice. E con essa rivedremo le strutture SIS sporgere in modo pronunciato dalla geometria dei sidepods anche sulla nuova frecce d’argento. Una silenziosa vittoria (politica) ottenuta quando le argentee monoposto correvano a fari spenti a centro schieramento ma che potrebbe rivelarsi il tassello di un puzzle vincente a meno di due mesi dall’inizio del mondiale 2023.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1,