Manca meno di un mese e mezzo dall’inizio del campionato del mondo di F1. Sogni e speranze si fondono in quella classica nebulosa che è l’avvicinamento ad una nuova stagione che reca con sé le solite ed irrisolte domande: i campioni si confermeranno? Le storiche scuderie all’asciutto da anni sapranno imporsi? I re destituiti avranno la forza di riprendersi le terre perse? Quesiti che animano i giorni di attesa che per nostra fortuna si riducono sempre più e che saranno addolciti prima dalle presentazioni delle nuove vetture e poi dai test bahreiniti di fine febbraio.
Tra novità e conferme nella griglia di partenza c’è un duello che può essere potenzialmente esplosivo: quello che vede coinvolti George Russell e Lewis Hamilton. Il giovane affamato che vuole spodestare il vecchio imperatore che non intende ancora abdicare. Il 2022 ha visto l’ex Williams vincere la tenzone interna in un’annata indecifrabile in cui la vettura non ha permesso di mostrare il vero potenziale del sette volte iridato. Ma forse anche del giovane driver di King’s Lynn che potrebbe averne ancora da sciorinare.
F1. George Russell: un pilota con ampi margini di miglioramento
Aver tenuto alle spalle il recordman della categoria è un’operazione che dà lustro non solo alla stagione singola, ma alla carriera nella sua interezza. La conferma del fatto che Russell sia un talento cristallino. Un pilota solidissimo che può essere la colonna portante del team negli anni a venire. Riccardo Musconi, uno che George lo conosce molto bene essendo il suo ingegnere di pista, rivela che quanto s’è visto nel corso del mondiale 2022 è solo l’inizio perché c’è ancora del potenziale inespresso.
“Mi aspettavo che al sabato fosse veloce come Valtteri Bottas, ma si è rivelato il contrario: ha fatto più fatica in qualifica che alla domenica. Alla fine il suo passo gara è di un decimo, un decimo e mezzo più lento di quello di Lewis. In questi casi la differenza in punti la fanno gli episodi. E’ come nel 2016 quando Lewis era più veloce di Nico ma questi ha avuto le sue chance e la ha sfruttate“.
Il tecnico italiano si aspetta quindi che nel 2023 Russell migliori in qualifica, ciò che è stato definito “il tallone d’Achille” del britannico che a volte ha cercato di strafare, come accaduto in Bahrain. Pur pagando un distacco esiguo da Hamilton durante le gare è andato fortissimo mostrando una grande visione tattica ed una maturità più che spiccata se rapportata alla sua giovane età. Se George stabilizza il single lap allora potrà fare un grande balzo in avanti. Chiaramente anche in base a come la macchina performerà rispetto a Red Bull e Ferrari.
Russell, nell’analisi del suo ingegnere di pista, si è posto come un elemento più vicino a Rosberg che a Bottas in termini di velocità nel confronto con Hamilton. Con una differenza sostanziale: non ha impiegato tre anni per avere la meglio; lo ha fatto sin da subito anche se il contesto tecnico ha determinato che Lewis, per parte della stagione, facesse un lavoro meno premiante rispetto a quello del novello collega.
Questa dinamica ha un peso enorme negli equilibri della coppia. Nel team è chiaro che non c’è un pilota totalmente soverchiante sull’altro e, complice l’età, è possibile che nel medio periodo le prestazioni di Russell si possano stabilizzare verso l’alto, mentre quelle di Lewis, che sta discutendo un rinnovo contrattuale biennale, possano appiattirsi poiché è all’apice di una carriera in cui il processo di crescita può dirsi compiuto.
F1. Hamilton/Russell: collaborazione proficua. Con data di scadenza?
Il rapporto tra Russell ed Hamilton è stato impostato al massimo rispetto e si è rivelato particolarmente proficuo per come i due hanno messo il loro talento al servizio dei tecnici per far uscire la W13 dalle difficoltà tecniche in cui versava a inizio stagione. Ma se nel 2023 il nuovo modello dovesse offrire la concreta possibilità di lottare per la vittoria ad ogni gara cosa succederebbe? Quel clima collaborativo si rinverdirebbe o assisteremmo ad una sfida col coltello tra i denti come avvenne del 2016?
E’ Russell che, con estrema schiettezza, fa suonare qualche campanello d’allarme negli uffici di Brackley: “Se si lotta per le doppiette ci sarà una dinamica leggermente diversa e questo è naturale“. Parole riferite ai media sul finire dell’anno scorso alludendo alla tenzone interna al team. Dopo il sasso lanciato nel placido stagno, la correzione del tiro con un’uscita pacificatrice: “Se nella prossima stagione avremo un’auto in grado di vincere saremo molto orgogliosi perché avremmo contribuito insieme al raggiungimento di questo obiettivo. E poi andremo avanti con i nostri target ma senza avere motivo di essere in conflitto. Io e Lewis abbiamo un ottimo rapporto“.
Russell, da buon allievo, pare aver appreso la lezione insistentemente impartita da Toto Wolff che non tollererà conflitti gratuiti in seno al team: “Se il nostro rapporto comincia a incrinarsi si ripercuoterà sulla squadra e, in ultima analisi, si ripercuoterà anche su di noi. Faremo tesoro di questa situazione e il nostro rapporto si rafforzerà“.
Facendo un flashback al mondiale vinto dalla Red Bull, Russell specifica come abbia potuto godere di un lavoro meno penalizzante rispetto a quello che si è sobbarcato il compagno di garage: “All’inizio dell’anno, Lewis ha apportato modifiche più drastiche all’assetto, nei limiti della vettura, ma questo era dovuto al fatto che io mi trovavo più a mio agio mentre lui stava ancora cercando di trovare il set-up più adatto al suo stile. Ma quando si trattava di sviluppo, ci alternavamo sempre di settimana in settimana.
Mercedes svelerà la sua monoposto per la stagione 2023 il prossimo 15 febbraio che coincide anche col giorno del compleanno dell’ex campione di F2. Alla cerimonia, come da prassi, presenzieranno i piloti che si apprestano a vivere il secondo campionato da coinquilini. Pur essendo anagraficamente divisi da ben 14 anni, i due condividono stimoli altissimi. Seppur di natura diversa. George vuole assaporare l’inebriante nettare del trionfo; Lewis vuole agguantare l’ottava corona per staccare Michael Schumacher nel numero di titoli. Obiettivi importanti che potrebbero generare, se non puntualmente gestiti, grandi tempeste.
Chiaro è che questo duello potrà accendersi solo se la W14 sarà un’auto all’altezza dei sogni iridati del team. “Abbiamo sbagliato la fisica della W13 – ha ammesso Toto Wolff in una recente intervista al Times – Non è un mistero, è la realtà: abbiamo interpretato male alcuni regolamenti, ponendo troppa enfasi sulla ricerca di prestazioni in una vettura che doveva correre molto bassa. Abbiamo avuto problemi perché il fondo toccava l’asfalto“. Per ovviare a queste limitazioni la monoposto ha utilizzato setup non consoni. Tutto ciò che non deve accadere nel 2023 se vorremo assistere ad un’accattivante rivalità.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG