E’ una delle prima leggi dello sport alla quale non sfugge la F1: il favorito per la vittoria finale è il soggetto che si presenta ai nastri di partenza con i titoli in bella mostra. Red Bull e Max Verstappen hanno fatto man bassa nel 2022, una stagione letteralmente cannibalizzata che ha lasciato alla concorrenza solo 5 vittorie di tappa (quattro per Ferrari, una per Mercedes, ndr). Viene da sé che, nonostante le limitazioni allo sviluppo determinate dal regolamento tecnico e dalla pena somministrata dalla FIA in seguito all’infrazione dei limiti di spesa, “i tori” partano con i favori del pronostico.
Il vantaggio accumulato nel campionato passato e la sensazione che nell’ultima fase gli esponenti di Milton Keynes abbiano un po’ tirato i remi in barca per evitare ulteriori sguardi indagatori dopo il processo di verifica dei conti da parte della Federazione hanno dato l’idea che anche il 5 marzo la RB19 possa essere il punto di riferimento tecnico della categoria. Le problematiche per Adrian Newey e i suoi potrebbero nascere più avanti, quando sarà necessario dare fondo ad un fitto programma di sviluppo per tenere le eventuali distanze aperte.
F1. E’ Mercedes lo spauracchio della Red Bull
Durante la seconda metà del 2022 si è molto dibattuto circa un nuovo telaio alleggerito per la RB18. Strumento che non è mai stato presentato ma che probabilmente era pronto all’uso. Se non lo si è deliberato è perché la concorrenza era fatalmente staccata. Quel telaio sarà la base del modello 2023 e in fabbrica sperano che possa bastare a contenere il ritorno di Ferrari e soprattutto di Mercedes. La scuderia che Helmut Marko ritiene essere più pericolosa per l’imperio Red Bull.
“Direi che dovremmo temere di più la Mercedes soprattutto perché hanno un vantaggio sulla Ferrari in termini di strategia e affidabilità“. Se sulle strategie ci sarebbe da discutere perché anche James Vowles non è stato perfetto, sul versante affidabilità il motore Mercedes è quello meglio messo del lotto. Tutti i forniti da AMG High Performance Powertrains hanno accumulato il maggior numero di chilometri nel 2022. E questo è un dato fattuale sul quale costruire una vettura più veloce ed efficace della W13.
In Red Bull temono che l’ampio vantaggio raggranellato nell’ultimo anno possa rivelarsi effimero a causa di vari elementi: stabilità regolamentare che non consente a chi detta il passo di evolvere massicciamente la vettura con altre idee geniali, minor numero di ore di sviluppo a disposizione rispetto alla concorrenza e Honda che non possiede il vantaggio in termini di potenza che aveva Mercedes sugli altri agli albori dell’era ibrida.
“La nostra situazione non è certo come quella della Mercedes all’inizio dell’era ibrida – ha sottolineato l’ex pilota austriaco – Non abbiamo un vantaggio immenso con la Power Unit in questo momento. Quindi la situazione è molto diversa. All’epoca, la Mercedes aveva un margine di almeno 50 CV su tutti gli altri. Non dobbiamo dimenticare che il 2022 è stato il primo anno con questo nuovo regolamento. Gli altri team hanno ovviamente visto cosa abbiamo fatto con la vettura di quest’anno“.
Ferrari quindi snobbata? Apparentemente sì. Forse nel giudizio del superconsulente Red Bull pesa il processo di ristrutturazione in corso in quel di Maranello. Se Frédéric Vasseur andrà a colmare il vuoto lasciato da Mattia Binotto a capo della Gestione Sportiva, resta ancora da definire il capo dell’area tecnica che potrebbe essere ricoperto da una risorsa interna. Sviluppi attesi a brevissimo in tal senso. Fatto sto che le incertezze ferrariste vengano percepite oltremanica come un segno di debolezza.
Una situazione che potrebbe rivelarsi vantaggiosa perché depressurizza un ambiente che troppo spesso è stato dilaniato dall’elevato livello d’attenzione che media tifosi e mondo della Formula Uno in generale riservano alla Ferrari. Il 5 marzo si avvicina a grandi falcate. Solo allora avremo una prima idea di quelli che potranno essere i reali valori dopo un inverno di chiacchiere che saranno spazzate via dal più inflessibile dei giudici: la pista.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari