Con la presentazione della Alpine A523 abbiamo visto tutte (o quasi) le dieci protagoniste del campionato del mondo di F1 2023. Tutte hanno effettuato i primi shakedown e si apprestano ad alzare l’asticella nei test del Bahrain che prenderanno il via giovedì prossimo per concludersi il sabato, in una ridottissima tre giorni che non permetterà errori di nessun tipo che rischiano di far perdere il treno buono. Che va molto veloce.
Se volessimo lanciarci in una previsione azzardata, quindi passibile di smentite, tre dovrebbero essere le squadre che si giocheranno le targhe più prestigiose che la Formula 1 mette in palio: Red Bull, Ferrari e Mercedes. I primi, in qualità di detentori dei titoli, partono col favore dei pronostici.
Il balance of performance tecnico e la penalità scaturita dall’infrazione del tetto di spesa porteranno Adrian Newey ed il suo staff ad avere solo il 63% del monte ore totale che i regolamenti mettono a disposizione. Una condizione di certo poco invidiabile ma che non può bastare per togliere la franchigia austriaca dal gradino più alto di un podio virtuale. La RB19, anche se la sua gestazione è stata condizionata dalle sanzioni, è quindi da considerarsi il benchmark della categoria.
Alle spalle, tenendo conto dell’andamento del campionato scorso, troviamo la Ferrari in fase di evoluzione manageriale che non ha potuto perdere di colpo le virtù mostrate chiaramente con una F1-75 sorprendente che poi è stata limitata da un’affidabilità scadente, da un piano sviluppi congelato e da errori di gestione strategica piuttosto pacchiani. Cose alle quali Vasseur sta lavorando in un percorso chiaro: ripartire dalle virtù superando i vizi.
Operazione non semplice ma che a Maranello pensano di poter compiere. Altrimenti non sarebbe nemmeno partita la rivoluzione post Binotto. Al di là di certi numeri sparati un po’ a caso su cavalli ritrovati e sui tempi medi sul giro abbattuti al simulatore, la SF-23 andrà in continuità con il modello vecchio di cui si intendono risolvere i problemi relativi alla power unit e la difficoltà a gestire le gomme sui long run.
E poi c’è lei, la grande delusa: la Mercedes. La scuderia che dopo l’epilogo amarissimo della stagione 2021 voleva spaccare il mondo per riprendersi il maltolto con una macchina avveniristica ma che s’è rivelata inefficace a lottare per qualcosa di grosso. Un anno di amaro apprendistato fatto di poche gioie e tanti dolori chiusosi in terza piazza, con una sola vittoria ma con la consapevolezza di aver compiuto passi da gigante visto che sul finale era netta la sensazione che la W13 avesse agganciato e forse superato la F1-75 e si fosse messa a caccia della RB18.
Almeno in particolari condizioni. Ecco quel che vogliono fare a Brackley: aprire la finestra d’utilizzo della vettura rendendola in grado di sciorinare performance solide e stabili su ogni tipo di pista. E proprio quest’ultima, da marzo in poi, ci dirà se il piano è andato a buon fine.
Ferrari, Mercedes e Red Bull: scontro totale sulla Direttiva Tecnica 039
Qualunque sia il livello tecnico delle tre protagoniste una cosa non mancherà: lo scontro dialettico. Che ha radici piuttosto vecchie. Chiariamo prima di addentrarci nella questione: Drive to Survive è una serie TV creata ad per intrattenere con tagli di scene piazzati ad arte. Ma non si tratta di una fiction, quanto si vede è figlio di dinamiche vere.
Nell’anteprima della stagione che a breve sarà visibile su Netflix e che racconta il mondiale 2022 si dà conto di uno scontro piuttosto duro tra Toto Wolff e Chris Horner, con Mattia Binotto coinvolto nella questione. Le tre protagoniste di cui sopra, dunque, a darsele non solo in pista ma anche mediaticamente.
Motivo del contendere? Sempre e solo lei, la Direttiva 039 “antiporpoising”. Lo stralcio è piuttosto eloquente e narra di un clima di tensione che si è creato nel 2022 e che avrà i suoi strascichi nel campionato che scatterà il 5 marzo in Bahrain.
“Sento parlare molto di porpoising, voci sulla stampa, e-mail che si suppone vengano inviate. Posso dirvi che state facendo un gioco pericoloso. Se un’auto finisce a muro perché è troppo rigida o sbanda, siete nella merda e io vi attaccherò“. Questa l’arringa offensiva di Toto Wolff “rubata” in un incontro in un’area del paddock che si credeva riservata.
All’uscita del manager austriaco aveva risposto Mattia Binotto che aveva sottolineato come la sicurezza fosse materia appannaggio delle singole squadre e che era quindi la Mercedes a dover implementare soluzioni efficaci per superare il problema senza il supporto federale. Se l’ex capo della GES era stato più morbido nei toni, diverso è stato l’approccio di Horner che aveva attaccato frontalmente l’omologo della Stella a Tre Punte: “Cambiate la macchina. Avete un problema, cambiate la vostra cazzo di macchina!“.
Questo riportano le cronache e tale clima di scontro ha portato, nelle scorse settimane, alla reazione piuttosto piccata di Wolff che si era espresso così nei riguardi di Horner: “Praticamente vivo in affitto dentro la sua testa. Quell’uomo è ossessionato da me. Ogni secondo che passo a parlare di lui è una perdita di tempo“. Parole che non hanno avuto seguito immediato.
F1. Ferrari, Red Bull, Mercedes: la calma prima della tempesta
Nei giorni delle presentazioni delle rispettive auto i vari protagonisti hanno pensato al proprio orticello piuttosto che concentrarsi nell’alimentare tensioni che, ne siamo certi, esploderanno alla prima occasione. Perché con i duelli reali, si sa, anche quelli verbali tendono ad deflagrare.
Il lungo processo partito dalla Direttiva Tecnica 039, che è sfociato nelle modifiche regolamentari relative all’altezza e alla flessibilità dei fondi, potrebbe essere un argomento di ulteriore opposizione se i valori osservati nel 2022 venissero clamorosamente sovvertiti.
Registriamo quindi l’aumento della temperatura nel termometro del rapporto Red Bull – Mercedes. Per ora Horner non ha replicato alla parole di Wolff che abbiamo su riportato. Ferrari, con altre cose a cui pensare, se ne sta sulle sue dopo aver cambiato guida. Il braciere sembra tiepido, ma la fiamma è pronta a riaccendersi.
La Formula Uno della sovraesposizione mediatica è anche questa: un Circus che sembra essersi trasformato in un’eterna reiterazione di una puntata di Drive to Survive. Queste scaramucce, benché non siano proprio da gentiluomini, fanno gola a Liberty Media Corporate che si trova quasi per caso un po’ di hype a buon mercato. Cosa che non guasta mai.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari, Mercedes AMG, Oracle Red Bull Racing