Sir John Young Stewart, detto Jackie (classe 1939) non è stato solo uno dei più grandi campioni del Motorsport (ha vinto ben tre titoli mondiali di F1 nella sua carriera agonistica), ma è l’esempio di come un uomo possa essere un campione dentro lo sport che lo consacra, ma anche fuori. Pilota sopraffino, uno dei più forti di sempre, ma tuttavia mai sazio di capire e conoscere.
La seconda vita di Jackie comincia quando è ancora dentro l’abitacolo delle sue monoposto, nella lotta che gli crea anche parecchi nemici per trasformare la Formula Uno in uno sport più sicuro. Se oggi la Formula Uno vede così pochi incidenti gravi, lo si deve proprio all’attivismo di uomini come lui che hanno provato sulla loro pelle i rischi insiti nella massima categoria degli anni 60/70 del secolo scorso.
F1/Jackie Stewart: il pilota a tutto tondo
Ritiratosi da drive tester, giornalista, commentatore e assiduo frequentatore del paddock (sino ai nostri giorni), Stewart non ha mai mancato di far sentire la sua voce, in maniera intelligente e pacata. Una delle voci certamente più autorevoli. Ma non finisce qui. Ne parliamo con Luca Dal Monte, che ha avuto l’occasione di intervistarlo più volte.
Pochi forse sanno, ad esempio, che Stewart ha scoperto solo da adulto di soffrire di dislessia (“sino a quel momento avevo sempre pensato di non essere molto intelligente”). E forse pochi sanno della sua recente e attiva “battaglia”. La fondazione si chiama “Race Against Dementia“:una associazione no profit per raccogliere fondi che possano portare alla cura di malattie come la demenza senile. Dunque… un uomo, un campione, tante vite.
Autore: Mariano Froldi – @MarianoFroldi
Immagini: Formula Uno