Nella prima parte dell’intervista in esclusiva per FormulaUnoAnalisiTecnica (leggi qui) vi abbiamo dato conto dei feedback ricevuti da Günther Steiner in merito al lavoro svolto dagli uomini Ferrari in merito alle potenzialità della unità di potenza del Cavallino Rampante. Grazie alla disponibilità del team principal altoatesino sono stati affrontati molti altri temi legati alla scuderia a stelle e strisce ma anche spinose questioni che riguardano il business della categoria nel medio-lungo periodo. Le ambizioni del team americano sono chiare: scalare posizioni nel midfield dello schieramento.
Ipotesi tutt’altro che remota anche alla luce degli ingenti investimenti di alcuni competitor (McLaren e Aston Martin, nda) impegnati in onerosi progetti di potenziamento delle proprie infrastrutture che, nella migliore delle ipotesi, potranno rappresentare un valore aggiunto non prima della stagione 2024. Ciononostante, Steiner ritiene che i “lavori in corso” delle suddette scuderie non costituiscano un vantaggio per il proprio team:
“Non so esattamente cosa stiano facendo Aston Martin e McLaren. Ho sentito che stanno realizzando gallerie del vento nuove. Non penso che la loro ristrutturazione ci dia un vantaggio perché non abbandoneranno le attuali infrastrutture e magari potranno fare meglio in futuro. Ma non ci fornisce maggiori possibilità “.Dopo due stagioni di oblio il team con sede a Kannapolis è ritornato ai livelli mostrati nella stagione 2018.
Ferrari/Haas: gli LTC alla base di un legame proficuo
Il ritorno alla competitività ai massimi livelli non è affatto casuale. Il modello di partnership con Ferrari prevede un ampio uso di LTC (Listed Team Components, nda) il che obbliga per certi versi di vivere di luce riflessa rispetto alla bontà delle componenti acquistate dal Cavallino. Tuttavia tale partnership rappresenta un importante saving in termini di risorse economiche e umane necessarie per la produzione dei LTC pur non aumentando la disponibilità economica in dote al team americano come precisato da Günther:
“In realtà l’ampio uso di LTC non ci offre maggiori opportunità di sviluppo in quanto ad ogni componente viene assegnato un valore nominale che viene decurtato dal nostro budget cap. Per esempio se il budget dei competitor è di 140 milioni di dollari il nostro è inferiore perché una quota parte è stata usata per l’acquisto degli LTC. Pertanto non abbiamo maggiore margine di sviluppo rispetto ad altre squadre.”
La stretta collaborazione con il Cavallino Rampante consente ad Haas di avere un team dal numero limitato di risorse umane. Una struttura “snella” oltre all’evidente cost-saving consente di definire processi decisionali più rapidi, tuttavia è inevitabile che sul lungo periodo le ambizioni del team statunitense potrebbe essere limitate dall’attuale alleanza tecnologica con il team di Maranello: “E’ una questione di scelte. Non si sa mai se una struttura più snella ti può fornire vantaggi a breve o lungo termine. Al momento è una situazione che ci va bene. Ci sono benefici e non benefici tuttavia al momento è una organizzazione che va bene per noi” ha commentato il dirigente di Merano.
Anche la scelta dei piloti è stata indirizzata da un approccio pragmatico. L’ingaggio di Nico Hulkenberg è certamente mirato a disporre dell’abilità di un pilota di maggiore esperienza rispetto a Mick Schumacher. Tuttavia Nico ha disputato appena due gare nelle ultime due stagioni. Da questo punto di vista la scelta di Hulkenberg potrebbe essere rischiosa al pari dell’opportunità fornita nelle scorse stagioni a Mick Schumacher. Non secondo Steiner, il quale è totalmente convinto della qualità del pilota tedesco:
“Nico ha fatto due gare negli ultimi due anni però ha guidato la monoposto anche nei test Pirelli e ha tantissima esperienza in Formula 1. E’ una persona di cui mi fido che non ha perso le capacità di essere un pilota veloce. E’ sempre stato in team del midfield e speriamo che ci dia una a crescere come ha fatto nelle squadre in cui era prima.”
Haas boccia l’idea di un undicesimo team
Alla tranquillità ostentata in merito alle tematiche legate alla stagione 2023 si contrappone l’intransigenza del team principal italiano rispetto al possibile ingresso di un undicesimo team nel Circus. La manifestazione di interesse depositata dal gruppo Andretti Autosport e l’interesse di altri soggetti a fare il loro ingresso in Formula 1 è apertamente osteggiata da diversi team. Tuttavia la FIA ha manifestato una chiara apertura verso potenziali gruppi interessati a scendere in campo, redigendo i prerequisiti per poter sottoporre una manifestazione di interesse.
Sull’argomento, la posizione di Steiner è netta ed inequivocabile: “Parlo genericamente di un’undicesima squadra perché oltre ad Andretti c’è l’interesse di altri gruppi. Non vedo tante opportunità di far crescere la Formula 1 con un’undicesima squadra ma rischi nel caso in cui la Formula 1, come business in generale, calasse”.
“Cinque anni fa si poteva prendere una squadra a costo zero mentre adesso tutti vogliono entrare in Formula 1 perché pensano di avere un asset incredibile. Per questo motivo finché non verrà definito il beneficio per noi e per tutte le altre squadre sicuramente ci sarà un’opposizione a un’ulteriore squadra perché ci diminuisce i guadagni”.
In sostanza oggi la F1 sta diventando un prodotto sempre più appetibile grazie anche ai grandi sacrifici di team come Haas che hanno tenuto duro anche in un’era contraddistinta da spese folli. L’ingresso di nuovi soggetti potrebbe diminuire gli introiti dei team già presenti nel Circus riducendo sensibilmente le ambizioni delle scuderie del midfield.
L’auspicio è che il governo della Formula 1 sappia individuare il giusto compromesso tra le aspirazioni dei gruppi che si candidano ad entrare nella massima categoria e le altrettanto lecite rivendicazioni di team come Haas F1 che ritengono di aver concorso in modo considerevole alla globalizzazione della disciplina.
Autore e infografiche: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1, Haas