Per la Ferrari SF-23, così come per gli altri competitor, le analisi a valle dei test pre-season hanno seguito il medesimo spartito che si suona da tempo immemore. Nonostante i team abbiano avuto modo di valutare la bontà delle nuove monoposto rispetto alle proprie simulazioni, la pretattica regna sovrana. Anche nell’era d’oro Mercedes, Toto Wolff era solito ridimensionare il valore delle prove ed esaltare le presunte qualità dei competitor. I rapporti di forza emersi nella tre giorni di test sul circuito del Bahrain sono certamente viziati dai differenti programmi di lavoro delle scuderie e potrebbero essere sovvertiti tra una settimana.
Tuttavia non si può negare che alcuni team hanno disatteso le aspettative non dal punto di vista cronometrico in senso assoluto, ma sulla consistenza negli stint più significativi, al netto dell’incognita relativa al carburante imbarcato. Poi c’è il linguaggio del corpo. In questa materia Charles Leclerc non sa proprio bluffare.
Sia ai microfoni di Sky Sport che al muretto nella sessione pomeridiana, il campione monegasco era scuro in volto e si è lasciato andare a un sorriso solo quando Sainz ha praticamente replicato il suo crono.
Appena dodici mesi fa la Ferrari F1-75 riaccese la fiamma di Charles e dei fan della Scuderia Ferrari trionfando nel primo round della stagione 2022. Probabilmente il congelamento anticipato dello sviluppo della monoposto dello scorso in favore della progettazione della SF-23 era stato accettato dagli alfieri della Rossa come l’ineludibile dazio per recuperare il sensibile vantaggio ostentato dalla RB18 nella seconda metà del mondiale 2022.
A bocce ferme la RB19 sembra aver ripreso il filo della leadership tecnologica ereditato dalla RB18 mentre il resto del mondo è in cerca del bandolo della matassa. Questo non vuol dire che la SF-23 possa recitare un ruolo da protagonista in questa stagione tuttavia la sensazione è che soprattutto Leclerc si aspettasse una monoposto pronta come lo è stata la F1-75 e che con la nuova arrivata ci sarà molto da lavorare anche dal punto di vista dello stile di guida.
Il talento cristallino di Charles consentirà al campione monegasco di massimizzare il potenziale della monoposto sperando che il lavoro su stesso possa essere sufficiente per sfidare Red Bull. Alla genuinità comportamentale di Charles fa da contraltare la serena strategia comunicativa di Frédéric Vassuer, del neo team principal del Cavallino Rampante.
Ferrari: l’ottimismo di Vasseur è un boomerang mediatico
Partendo dal presupposto che i team principal hanno contezza dell’operato del proprio team e iniziano ad avere un’idea precisa del valore dei propri competitor, le dichiarazioni di Vasseur sulla tre giorni di test sembrano essere rassicuranti. Nonostante la checklist del programma di lavoro non sia stata completamente smarcata il manager francese appare tranquillo nell’analisi dei test:
“Non abbiamo spuntato tutte le caselle, ma gran parte. Sono stati tre giorni di lavoro intenso per tutta la squadra. Abbiamo analizzato il comportamento di vari elementi della vettura senza prestare attenzione ai tempi sul giro”.
“L’obiettivo principale era accumulare più chilometri possibili e ci siamo riusciti, ma è anche vero che vuoi sempre fare di più e avere più tempo. Ma è così per tutti”. Stiamo ancora imparando a conoscere la macchina, quindi è troppo presto per giudicare. Il morale della squadra è perfetto e siamo in ottima forma per iniziare questa lunga stagione. “
Il lavoro in pista e alcuni passaggi delle dichiarazioni di Vassuer testimoniano che il lavoro svolto dagli uomini di Maranello è stato più quantitativo che qualitativo. Probabilmente il primo flag che doveva essere spuntato nella checklist rispondeva alla voce “affidabilità. In questo senso il numero di giri percorsi dalla nuova power unit Ferrari sulle monoposto del team ufficiale e su quelle clienti è confortante.
Un altro chiaro intento dei tecnici del Cavallino Rampante è stato quello di testare diverse configurazioni aerodinamiche, alcune probabilmente adatte solo ad alcuni segmenti del circuito. Lo scorso anno i team hanno avuto la possibilità di testare le nuove wing car su due circuiti (Barcellona e Bahrain, nda). La restrizione delle prove nel solo circuito del Golfo Persico potrebbe aver indotto alcuni team a utilizzare setup congeniali solo a limitati settori del tracciato.
La Ferrari chiude i test con apparente soddisfazione del suo team principal: “Sta andando tutto bene, l’atmosfera è buona. Sappiamo che la stagione sarà lunga e difficile, tutti hanno lo stesso obiettivo ma è il DNA della nostra attività”. La sicumera del dirigente francese sarà ben presto messa alla prova. Quando si indossa la divisa con il Cavallino Rampante, ogni parola deve essere dosata con saggezza affinché non diventi un boomerang mediatico pesante come macigno.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Foto: F1, Scuderia Ferrari
Ottima analisi..