Ferrari SF-23: una vettura ancora tutta da scoprire. Così potremmo definirla in attesa di riscontri più probanti. C’è poi la Red Bull RB19, solida e costante, sulla quale già in molti scommettono come prima della classe. Segue la Mercedes W14, ancora fuori fase al momento con diversi problemi che hanno complicato le cose.
Conclusa la seconda giornata di test, analizziamo i primi dati interessanti che arrivano dal tracciato. Al momento siamo ancora in una fase primitiva di questo campionato, ma è interessante e utile capire dove i team stanno lavorando maggiormente. Inoltre, ricordiamo che l’immagine che si può trarre da questi primi test può ancora apparire offuscata.
Detto ciò cominciamo col parlare di Red Bull: auto ben bilanciata, tanta efficienza, buona trazione, sicuramente migliorata rispetto al 2022, ed in generale con un livello di carico verticale generato dal corpo vettura ottimale.
La forza di questa vettura consiste nella capacità di creare un canale quasi diretto tra anteriore e posteriore e, al medesimo tempo, produrre il corretto quantitativo di outwash attraverso il corpo vettura. Tutta la zona dello svaso iniziale delle pance serve e generare un’area di alta pressione che quindi tenga lontane le turbolenze della vettura.
Per il team di Maranello, almeno da fuori, le cose sembrano essere migliorate. Ieri i tecnici del Cavallino Rampante si sono spinti oltre il conosciuto, con l’obiettivo di definire al meglio la finestra operativa dove la Ferrari SF-23 riesce ad essere sfruttata al meglio.
Studio delle altezze da terra, il giovedì, validazione di setup differenti, il venerdì. Da alcune immagini sembra che il fondo della vettura, nella zona della chiglia, abbia subito alcune modifiche in modo da limitare il pompaggio aerodinamico. Sarebbe quindi possibile che abbiano dedicato la giornata di ieri a capire come utilizzare il nuovo fondo.
Tutto ciò è ancora da verificare. Anche Leclerc ha confermato che il primo giorno hanno cercato di trovare correlazione tra i dati CFD e quelli reali provenienti dalla pista. Proprio per questo motivo abbiamo potuto osservare la vettura ricoperta di flow-viz in alcune zone.
Ferrari SF-23: la telemetria conferma in passi avanti
A conferma di quanto appena detto la Ferrari SF-23 ha eliminato il bouncing. Una paura che era tornata ad incombere nel primo giorno di test. Dalla telemetria si può facilmente vedere come la trazione in uscita dalle curve più lente sia buona, al pari di Red Bull, seppur ancora con qualche sbavatura. Possiamo dire essere confermata la bontà in fase d’uscita della rossa, al pari della passata stagione.
Ricordiamo infatti che in questi giorni la vettura modenese sta girando a Sakhir con un’ala posteriore con un livello di carico inusuale. Per cui nel complesso tra le tre vetture potremmo definirli i più scarichi. Sarà interessante vedere la scelta per il primo gran premio dell’anno, sempre in Bahrein, tra poco più di una settimana.
Seppur il grafico telemetrico qui sopra sia ancora poco indicativo, notiamo come il gap che la Ferrari accusa si sviluppi dal primo metro del tracciato. Possiamo dire che manca ancora del grip trasversale sulla rossa, mentre è molto buono quello longitudinale.
Se osserviamo la linea del gap (in bianco), la Ferrari SF-23 guadagna proprio in fase d’entrata. Dato importante se ricordiamo la passata stagione, dove la F1-75 tendeva ad esser debole in inserimento, perdendo nei confronti della RB18. La rossa tornava poi a guadagnare molto in fase di trazione, come sappiamo.
Ferrari SF-23: carico ed efficienza
Qui sotto possiamo osservare come il grafico del carico ci dica che la SF-23 sarebbe la più efficiente sulla carta, ma abbiamo detto che stanno girando con un’ala decisamente più scarica. Seppur adottino questa configurazione, abbiamo notato del sottosterzo in alcuni punti del tracciato.
Questa tendenza dovrebbe essere legata ad alcune scelte di setup, ancora da aggiustare. Nel complesso, quando arriveremo al primo week-end di gara, non dobbiamo aspettarci un handling molto diverso della vettura italiana. I piloti hanno confermato di avere molti feeling simili alla guida della nuova monoposto.
La Mercedes risulta essere, tra le tre, la vettura più carica. Infatti utilizzano ancora un’ala con un piano molto inclinato in linea con quanto fatto vedere lo scorso anno. Detto questo, il lavoro che stanno svolgendo è molto complesso da analizzare. Sono scesi in pista con assetti molto rigidi al fine di testare al meglio le soluzioni aerodinamiche portate in pista e fare dei compare rispetto alla vettura dell’anno scorso.
Ferrari SF-23: degrado contenuto
Nella giornata di ieri sono arrivati i veri e propri long run. Li analizziamo sempre tenendo in mente che questi dati sarebbe più corretti con l’effetto peso e dato sul carburante a bordo, elementi di cui non conosciamo l’entità.
In Mercedes è stato un giorno difficile. Non sono mai riusciti a mettere la W14 all’interno della finestra operativa. Compito che nella prima giornata di test sono riusciti a centrare trovando un buon bilanciamento con relativa facilità.
Osservando i tempi di Hamilton sulla lunga distanza notiamo che in pochi giri i lap-time si alzano di molto. In genere questo avviene quando le gomme vanno oltre il working range prestabilito. In altre parole vanno in overheating.
Si scaldano in quanto non c’è un buon bilanciamento, per cui il pilota è costretto a correggere continuamente la traiettoria. Di fatto una mancanza di grip che crea quindi anche molto scivolamento. I tecnici di Brackley stanno anche indagando su un possibile problema al telaio, per cui potrebbe essere stato cambiato nella notte.
Leclerc ha avuto un buon passo con la gomma più dura, come osserviamo dal grafico qui sopra. Più che parlare di numeri è importante capire l’andamento generale della simulazione effettuata. Notiamo che i tempi salgono, ma similmente all’ultimo stint di Perez.
Molta più consistenza e maggior bilanciamento con il passare dei giri per la Ferrari SF-23. Tutto ciò si traduce in un minor scivolamento della vettura e quindi un minor degrado. Verstappen ancora una volta si conferma molto forte e molto costante sul passo. La RB19 di fatto riesce a generare molto grip dai quattro assi della vettura.
Autore: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich –
Immagini: Scuderia Ferrari