Le congetture sulla rossa si sprecano. Si perché questa Ferrari SF-23, per quello che abbiamo potuto osservare nella tre giorni di test in Bahrain, non si presta a facili interpretazioni. La solidità della Red Bull spaventa. Siamo d’accordo. Tuttavia, costruire un’immagine errata dell’ultima opera di ingegneria aero meccanica prodotta a Maranello è un attimo.
Per questa semplice ragione, nello scritto odierno, cercheremo di valutare fatti obiettivi pur ricordando che, visto i mezzi a disposizione, i dubbi su carichi di benzina, mappature, set-up e altre circostanze ci danno la sola possibilità di interpretare i fatti. I giudizi più concreti, pertanto, sono rimandati al post Gran Premio del Bahrein.
Ferrari SF-23: fase di frenata al top
Le prove sono finite e tra pochi giorni avrà luogo il primo week end di gara. In linea di massima potremmo dire che Red Bull sembra un passo avanti e Mercedes uno indietro rispetto alla Ferrari. Se prendiamo come dato di fatto che la RB19 sarà la vettura da battere, attraverso i dati possiamo ricercare punti di forza e debolezza della Ferrari SF-23.
Prendiamo in esame la nostra telemetria, senza dare troppa importanza ai rilievi cronometrici ottenuti dalle vetture. Non sarebbe troppo saggio farlo, considerando che tra Perez e Sainz, i due piloti sottoposti ad analisi, ballano circa 7 decimi di differenza.
Quello che ci interessa chiarire attraverso la nostra valutazione, pertanto, oltre al dato sulla velocità comparata, riguarda la linea del gap tra i due piloti nell’arco della tornata. Non tanto la sua evoluzione, quindi, ma bensì il suo sviluppo locale.
Con uno sguardo attento sull’immagine precedente, infatti, notiamo che in corrispondenza di ogni staccata il pilota iberico torna a guadagnare tempo prezioso (cerchi blu). In uscita il gap rimane stabile o addirittura si abbassa ulteriormente, come osserviamo nel tratto che dalla prima chicane porta sino a curva quattro (frecce gialle).
In linea di massima, come avevamo già accennato all’interno dei vari contenuti tecnici prodotti nei giorni scorsi relativi all’andamento della Ferrari SF-23, possiamo confermare un dato alquanto significativo: il grip longitudinale della rossa è sensibilmente migliorato se paragonato con la vettura 2022.
Dal grafico che proponiamo a seguire, Perez vs Leclerc, mettiamo proprio in luce la forza longitudinale che riescono a sviluppare le due monoposto. Risulta molto chiaro, guardando le cinque le frecce verdi presenti nell’immagine, come in staccata la Ferrari SF-23 riesca a sviluppare “G” più elevati. Tale scenario conferma un fatto: la stabilità in frenata è diventato un punto forte della rossa.
Sicuramente il reparto dinamico della GES ha profuso parecchi sforzi su questo aspetto, soprattutto perché lo scorso anno la fase di inserimento era un chiaro punto debole della F1-75. Il gap veniva poi recuperato in fase d’uscita, ovvero dove i piloti potevano avvalersi dell’ottima trazione.
Sempre attraverso lo stesso grafico, dobbiamo constatare come in Red Bull abbiano rafforzato la fase di accelerazione. I risultati ottenuti si vedono ampiamente. Notiamo infatti che nelle primissime fasi d’uscita dalle curve, la Red Bull RB19 riesce a sviluppare un grip longitudinale maggiore (cerchi arancioni).
Questa tendenza si ripete per la maggior parte delle pieghe che compongono la pista. Tuttavia, come detto, dobbiamo sottolineare che da questo punto di vista la vettura modenese di certo non sfigura. Il grafico relativo al gap, sottolinea come fase di uscita dalle curve di trazione pura la rossa perda qualcosina o rimanga in linea con i tempi di Perez.
Ferrari SF-23: difficoltà nei cambi di direzione
A questo punto una semplice domanda sorge spontanea: la Ferrari dove perde maggiormente terreno rispetto alla Red Bull? La risposta al nostro quesito arriva esaminando la seguente immagine che prende in considerazione i dati relativi a freno e acceleratore delle monoposto in questione.
Tenendo presente che comunque persiste l’incognita sul carico di benzina, nella zona mista ad alta velocità (curve 4-8) Ferrari pecca di grip laterale. Per avere una conferma visiva, possiamo constatare come in curva 6 (cerchio bianco) Perez non alzi il piede dal pedale del gas. Mentre al contrario, Sainz è chiaramente costretto a farlo.
La situazione migliora nel secondo tratto misto, che prende corpo dopo curva 10 per giungere alla staccata della 13. In questa porzione del circuito bahreinita, il gap a favore della Red Bull non cresce vistosamente. Per tale ragione potremmo ipotizzare, con le dovute precauzioni del caso, che la Ferrari SF-23 potrebbe avere qualche piccolo problema nei cambi di direzione.
Le caratteristiche emerse dall’analisi telemetrica vanno comunque prese con le pinze, ricordando che parliamo pur sempre di test. Ciononostante i dati risultano alquanto significativi per descrivere il comportamento delle vetture in Bahrein.
Attraverso un ulteriore scritto che verrà pubblicato in giornata, avvalendoci di grafici supplementari, cercheremo di addure motivazioni plausibili legate a set-up, configurazioni e altri fattori che inficiano sul rendimento di una monoposto di F1 per certi versi ancora sconosciuta, visto la “giovane età”, dagli stessi tecnici che l’hanno forgiata.
Autori e telemetrie: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich – Alessandro Arcari –@berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari