giovedì, Novembre 21, 2024

Ferrari SF-23: solida in trazione e grip longitudinale, a tratti sottosterzante

Tutto è perduto: una frase abbinata al rendimento della Ferrari SF-23 durante i primi due giorni di test in Bahrain. Questo il “credo popolare” che spopola tra supporter della rossa e non. Eppure il Cavallino Rampante ci ha abituato a essere campione di inverno e anche in quel caso, i commenti, erano sempre negativi.

L’incipit dello scritto non è una critica. Semplicemente riporta i fatti. Predica obiettività. Si perché con alle spalle sedici ore di prove su pista, qualsiasi giudizio pseudo definitivo pare francamente inutile. Soprattutto quando di mezzo c’è la scuderia di Maranello.

A margine della considerazione cerchiamo di esaminare il comportamento della Ferrari SF-23 e cercare di addurre spiegazioni. Per farlo ci siamo serviti degli on board, unico vero strumento per provare a commentare il rendimento di una vettura pur non conoscendo molti dettagli quali carichi di benzina e mappature.


Ferrari SF-23: impostazione operativa della GES

I test servono a testare. La cacofonia della frase precedente rende l’idea sul valore di queste prove in quel di Sakhir. Ferrari sta testando e lo sta facendo in maniera massiccia. Secondo informazioni raccolte da Formula Uno Analisi Tecnica, per i primi due giorni l’ordine era chiaro: dimenticarsi il cronometro. Obbiettivo compiuto, possiamo dire.

L’unica volontà degli ingegneri mirava alla massiccia raccolta dati. La vettura non è perfetta? L’handling non soddisfa i piloti? Bene. Continuiamo a girare, riempiamo i calcolatori di informazioni e capiamo il limite di questa vettura. Tale atteggiamento funziona sempre. Anche se la Ferrari SF-23 fosse l’auto più rapida del lotto. Persino della solida e temibilissima Red Bull.

Ferrari SF-23
il team principal Frederic Vasseur – Scuderia Ferrari

D’altronde solo capendo i propri limiti, per alti o bassi che siano, possono essere superati. Concetto alla base di una filosofia vincente. Questo non significa in assoluto che l’auto modenese dominerà il Gran Premio del Bahrain, sia chiaro. Solo si precisa l’impostazione lavorativa che la Gestione Sportiva ha deciso di adottare: zero proclami, ricerca del risultato.


Ferrari SF-23: esplorazione set-up meccanico

Messo in chiaro l’approccio della Ferrari al mondiale 2023 cerchiamo di esaminare i fatti e commentarli. Rispetto alla giornata di ieri, dove il focus di tecnici e piloti ha speso le proprie energie sulle altezze da terra a seguito dei provvedimenti anti porpoising , il tedioso pompaggio aerodinamico è diminuito sensibilmente. Resta tuttavia un atteggiamento sottosterzante che al momento resta difficile da spiegare per le sue modalità di attivazione.

Se tale contesto si fosse verificato nei tratti ad alta velocità di percorrenza (lo verificheremo più tardi attraverso l’analisi telemetrica con uno scritto dedicato), con ogni probabilità, il centro di pressione potrebbe essere stato spostato verso il retrotreno.

Sotto questo aspetto, inoltre, va tenuto conto l’impiego di un’ala posteriore più scarica rispetto alla campagna 2022. Elemento che potrebbe influire se il comportamento della monoposto con minore downforce al retrotreno non è ancora del tutto chiaro.

Ferrari SF-23
Carlos Sainz a bordo della sua Ferrari SF-23

Per il resto possiamo affermare con certezza come Ferrari abbia deciso di esplorare a fondo il set-up meccanico della SF-23. L’intento è molto chiaro: definire la finestra operativa per poi, una volta analizzati i dati, allargarla e massimizzare le potenzialità dell’ultima opera di ingegneria meccanica italiana.

C’è poi un altro fattore interessante che vale la pena menzionare nel computo totale delle fattualità. Abbiamo saputo da fonti all’interno della scuderia che, gran parte dello sforzo profuso, è stato dedicato alla ricerca del grip longitudinale a discapito di quello laterale. Elemento studiato a tavolino e messo in pratica dal team rispetto alla stagione passata.

Ferrari SF-23
Charles Leclerc – Ferrari SF-23

Mettendo a paragone la rossa con il bolide di Milton Keynes emerge un aspetto che per forza di cose dobbiamo valutare. La nuova impostazione della vettura al di sotto del fondo necessità di tempo per essere compresa appieno.

La probabile adozione di una chiglia stile Red Bull va testata a dovere. A tal proposito, è ovvio, il possibile vantaggio derivato dal know how racimolato dai tecnici capeggiati da Adrian Newey durante lo scorso mondiale, non andrebbe assolutamente sottovalutato.

Nota positiva che attende conferme riguarda l’accelerazione. Osservando la curva progressiva in “flat out“, durante la fase di “massima scarica” a terra dei cavalli prodotti dalla power unit italiana, la trazione della Ferrari SF-23 pare nettamente più incisiva se messa a paragone con quella proposta nella giornata di ieri. Contesto che potrebbe corroborare la bontà del lavoro svolto sul grip longitudinale.


Autori: Alessandro Arcari –@berrageizNiccoló Arnerich – @niccoloarnerich  – 

Immagini: Scuderia Ferrari

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