L’inverno della Ferrari è stato parecchio movimentato. L’ennesima rivoluzione che spera poter cambiare le cose in meglio. E’ inutile negarlo: i riflettori saranno puntati sull’operato di Frederic Vasseur che ha preso le redini della storica scuderia da poco più di un mese. La missione dell’ingegnere francese è titanica. Riuscire a centrare l’obiettivo fallito da individui del calibro di Stefano Domenicali, Maurizio Arrivabene e Mattia Binotto: la conquista dei titoli iridati. Target che, stando alla curva di crescita delle performance durante le ultime due stagioni, dovrebbe essere alla portata del Cavallino Rampante.
Tuttavia, proprio l’ultimo gradino che divide i vincitori dai vinti è quello più complesso da scalare. Il giudizio sull’operato dell’ex Alfa Romeo non potrà essere differito al 2024. La mediocre visione secondo cui gli eventuali insuccessi Ferrari nel 2023 possano essere additati alla precedente gestione Binotto non costituiranno un alibi.
Il nuovo team principal della squadra modenese non si è sottratto alle gravose responsabilità del suo mandato, rilanciando in più di una circostanza le ambizioni iridate del Cavallino Rampante per la stagione di F1 2023. Sotto questo aspetto, se l’universo Ferrari attende con speranza gli effetti della “cura” Vasseur, il principale competitor sembra temere il potenziale della rossa nel futuro a breve termine.
Horner rivela il corteggiamento Ferrari
Risulta evidente che la scelta di affidare le chiavi della gestione sportiva a Vasseur sia stata dettata da più fattori e tra questi la disponibilità immediata di una figura di elevato profilo in grado di operare in tempi strettissimi. E’ altrettanto palese, però, che nell’immaginario collettivo del popolo della rossa il profilo del nuovo team principal doveva corrispondere a quella di un manager di successo.
In questo contesto le recenti dichiarazioni di Christian Horner assumono un valore simbolico molto potente: “Sono stato lusingato dalla chiamata della Ferrari, ma sono alla Red Bull sin dai primi passi della squadra e mi sento responsabile per tutta la scuderia“
“Sento di dover essere leale verso la Red Bull e naturalmente verso tutte le persone che lavorano a Milton Keynes. Quando lavori con un team così fantastico, perché dovresti andare altrove? Non ho mai avuto la tentazione di andarmene. La Ferrari comunque è una grande squadra e sono sicuro che sarà molto competitiva”.
Una dichiarazione che si presta a diverse riflessioni. Rivelare il corteggiamento derubrica automaticamente l’investitura di Vasseur a seconda scelta, almeno per quanto concerne i risultati conseguiti in F1. Un’affermazione in grado di destabilizzare l’autorevolezza dell’operato Ferrari dal principale competitor della scorsa stagione.
In secondo luogo Horner ha lasciato intendere che l’offerta del team di Maranello può essere declinata. Questo nonostante la logica soddisfazione di essere stato fortemente desiderato dal management del brand automobilistico più conosciuto al mondo. Una scelta figlia di lunghi anni di insuccessi prodotti da scuderia italiana.
E se Ferrari fosse tornata a far paura?
Ragionando sulle parole di Horner, con ogni probabilità, il rivelare la trattativa con la Ferrari non è stato un grosso favore a Frederic Vasseur. Al contrario, ragionandoci su, una dichiarazione di tale portata alla vigilia della stagione potrebbe essere un mezzo per destabilizzare un competitor molto temuto. Sì perché malgrado le frasi di circostanza delle ultime settimane, secondo informazioni raccolte da Formula Uno Analisi Tecnica, la squadra campione del mondo teme parecchio il ritorno della rossa.
I sospetti sull’ipotetico guadagno di potenza della power unit italiana avanzati da Christian, infatti, confermano la strategia comunicativa messa in atto di recente. A pensarci bene, in fondo, che senso avrebbe giudicare le scelte operate da un team che non desta preoccupazione alcuna?
Autore: Andrea Bovone
Illustrazione: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari