venerdì, Novembre 15, 2024

Liberty Media cambia approccio e striglia i “riottosi”

Nella vita, così come negli affari, è necessario scegliersi gli amici giusti. Una regoletta infallibile se si vogliono ottenere risultati positivi. Michael Andretti, nel percorso di preparazione alla F1, ammesso che riesca a superare tutti gli ostacoli (e non sono pochi), ha trovato un fedelissimo partner che risponde al nome di Mohammed Ben Sulayem. Un uomo forte, direte. Vero, ma si tratta anche di una persona che ultimamente non ha giocato benissimo le sue carte superando le prerogative istituzionali e facendo irritare tre componenti determinanti della categoria: piloti (e non è il male maggiore), team (e qua la cosa si fa preoccupante) e Liberty Media Corporate.

Far “incazzare” la proprietà non è una mossa saggia. E il n°1 di Place de la Concorde ci è riuscito in tre atti. I punti dolenti del rapporto tra i padroni del Circus e l’ente che redige e mette in esecuzione le regole, fungendo anche da giudice, sono sostanzialmente i seguenti: modalità organizzative delle Sprint Race (questione apparentemente superata), querelle Andretti e limitazione alla libertà d’espressione dei piloti.

Liberty Media / FIA: un contrasto non del tutto sopito

Sull’ultimo frangente si è aperta una frattura talmente grossa che il dirigente emiratino ha dovuto fare un passo indietro sotto le pressioni di Liberty Media perché si era creato un contesto troppo frammentato e belligerante che la Formula Uno, in piena fase espansiva, non può permettersi.

Gli ultimi sviluppi in ordine cronologico narrano di una lettera inviata da Mohammed Ben Sulayem, il n°1 della FIA che con la sua politica ha spaccato il fronte FIA/Liberty Media, ai team. Nella missiva il successore di Jean Todt, che con la proprietà aveva un rapporto molto più stabile, ha comunicato l’intenzione di rinunciare al controllo diretto sulla Formula 1

Liberty Media
Mohamed Ben Sulayem, Presidente Federazione Internazionale dell’Automobile

L’ex rallista non mollerà il suo scranno parigino, si sfilerà “semplicemente” dalla gestione quotidiana dello sport dedicandosi esclusivamente a questioni strategiche. Sarà Nicholas Tombazis, attuale direttore delle monoposto, a prendere possesso delle parte delle attività svolte finora da Ben Sulayem. Dietro tutto ciò ci sono Stefano Domenicali Liberty Media che, nel silenzio generale, hanno fatto passi concreti per mettere un coperchio su una pentola ribollente.

Su un altro punto, invece, i proprietari statunitensi non hanno voluto percorrere la via della diplomazia, andando a bomba sulla questione. Stefano Domenicali, in qualità di plenipotenziario di Liberty Media, non le ha mandate a dire ed ha reagito alle parole di Michael Andretti che si era scagliato contro i team presenti in F1. Un modo di procedere poco cortese – e forse non troppo furbo – per chi intende sedersi allo stesso tavolo della parte accusata.


Liberty Media “bacchetta” Andretti

Prima di tutto è nostra intenzione dare il benvenuto a chiunque porti un valore aggiunto alle corse. E dobbiamo rispettare tutti. Ci sono team come quello di Mario e Michael Andretti che stanno parlando molto della loro volontà di entrare in F1. Ma secondo me non è furbo dire che gli altri team sono avidi. Ci sono anche altre squadre meno reclamizzate che vorrebbero entrare e dunque ci sarà da rispettare un processo“, ha sottolineato Domenicali.

“Se ci saranno tutti gli elementi richiesti, ha proseguito il manager imolese, saranno i benvenuti. Io avrei agito in maniera differente. Dobbiamo essere prudenti. Potrebbe sembrare un attacco personale contro Andretti, ma non è così. C’è bisogno di essere seri e professionali nella valutazione di ogni elemento“.

Liberty Media
Stefano Domenicali, CEO Formula One Group

La manovra mediatica di Michael è sembrata leggermente maldestra anche perché il fronte dei team principal non è poi così compatto nell’avversare la candidatura del gruppo a stelle e strisce. Toto Wolff, quello che per lungo tempo è stato il capo dei reazionari, dopo aver capito che alle spalle di Andretti c’è Cadillac, si è detto molto più possibilista fiutando l’aumento di valore del marchio F1 con la presenza di un costruttore come General Motors. Ancora, sia Alpine che McLaren, tramite i loro numeri uno, si sono dette molto felici dell’ingresso di un nuovo competitore. Fatto riportato proprio da Andretti qualche settimana fa.

Ecco che la precisazione di Domenicali sa di pubblica paternale con lo scopo di non indispettire chi deve aprire a modifiche del Patto della Concordia (i team, appunto) per potere accogliere l’undicesima equipe che, lo ha rivelato papà Mario in un’intervista esclusiva rilasciata a noi di FormulaUnoAnalisiTecnica, intende fare sul serio visto che appronterà anche un team di F2 e uno di F3.

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il sorriso di Mario Andretti, campione del mondo 1978

La sensazione è che siamo alle schermaglie che precedono l’annuncio ufficiale. Perché il vademecum da rispettare per entrare in Formula 1, pubblicato dalla FIA un paio di settimane fa, ha il sapore dell’atto che precede la ratifica. Liberty Media non ha alcun interesse a vedere una lotta intestina tra il blocco delle vecchie scuderie e il nuovo che avanza. L’obiettivo è la crescita di valore con relativo aumento dei dividendi, per tutti. Dalle squadre a chi detiene il pacchetto azionario della serie. Ecco che un gruppo spaccato non porterebbe quei benefici che invece tutte le parti ricercano.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Liberty Media, FIA

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