La power Unit Mercedes, la regina dell’era turbo ibrida, ha perso smalto. Quella che per 7 mondiali si è dimostrata la miglior unità di potenza de lotto ha palesato alcune carenze durante l’ultimo mondiale. Non parliamo di affidabilità, tema sul quale il propulsore di Brixworth ha dimostrato tutto il proprio valore. Bensì, ci riferiamo a potenza massimale ed efficienza in gara. Un leggero passo indietro che di fatto ha contribuito alla stagione “fallimentare” degli ex grigi.
Il freeze regolamentare scattato sulle power unit durante il 2022 ha reso molto difficile rafforzare il motore. Tema sul quale il team di Brackley, nonostante tutto, è riuscito ad apportare diverse modifiche effettive. Lo ha fatto sfruttando le pieghe del corpo normativo. Sì, perché sebbene i due moto generatori MGU-H, MGU-K, il turbo compressore, l’elettronica di controllo, i pacchi batteria e il sistema gas di scarico non possono subire modifiche salvo acclarati problemi di affidabilità sino al 2025, esistono altre opportunità a disposizione dei tecnici.
Provvedimenti che indirettamente, se sviluppati con perizia, possono accrescere la competitività e il rendimento delle unità di potenza. Parliamo ad esempio del software che regola alcune particolarità come quelle legate ai propulsori come iniezione, gestione dei moto generatori e tempi di accensione. Prendendo in esame il regolamento tecnico, infatti, nel 2023 sarà possibile omologare una nuova versione delle componenti non tangibili, quindi elettroniche, atte a gestire l’elaborazione e il controllo dei sottosistemi propulsivi (ERS, PU-CE, ECU PU).
Mercedes: unità di potenza migliorata
Poter modificare le modalità di funzionamento della power unit, pertanto, se sfruttato a dovere, può far realizzar un sensibile salto di qualità alla vettura in questione. D’altronde si sa… anche i dettagli più piccoli in F1 fanno la differenza. Lo sa bene la pluripremiata scuderia tedesca, pioniera delle unità turbo ibride.
Secondo le informazioni raccolte da Formula Uno Analisi tecnica, la divisione Mercedes AMG High Performance Powertrains è riuscita a massimizzare il funzionamento dei vari elementi che compongono l’unità motrice M13 E-Performance V6 turbo fornendo un’efficienza maggiore.
Attraverso un grande lavoro svolto in inverno inerente la ricalibrazione delle parti, gli ingegneri della Mercedes sono riusciti a “spremere” tutte le potenzialità della propria unità motrice. Il risultato ottenuto ai banchi di prova è positivo e dovrebbe essere in grado di innalzare le performance mantenendo l’ottima affidabilità sciorinata durante la campagna 2022.
Hywel Thomas, responsabile dello sviluppo power unit Mercedes, si è definito “molto soddisfatto “in merito agli sforzi profusi nell’arco degli ultimi mesi. Il fattore interessante riguarda le modalità legate all’ottenimento dell’obbiettivo prefissato. Approfittando dell’opportunità fornita dal corpo normativo vigente, di fatto, l’area tecnica ha spostato le priorità lavorative dall’hardware verso il software. Provvedimento che renderà possibile la valorizzazione dell’unità di potenza nel campionato 2023.
Come sempre sarà il cronometro, giudice supremo, a stabilire la bontà del lavoro effettuato. Di certo a Brixworth sono consapevoli di avere l’unità motrice che nel 2022 si è rivelata la più affidabile del lotto. Con le operazioni su menzionate Mercedes conta, a parità di tenuta, di incrementare le performance per provare a chiudere il gap con Ferrari e Red Bull che dovrebbero essere i competitor più accreditati nella lotta al campionato che scatterà il 5 marzo a Sakhir, in Bahrain.
In tal senso sarà determinante la buona riuscita della W14 che dovrà superare le difficoltà del modello procedente. Giovedì, inutile negarlo, tutti gli occhi saranno puntati sulla vettura concepita dallo staff guidato da Mike Elliott per vedere se vi sono accenni di porpoising che è lo spauracchio che turba le nottate degli “uomini in nero”. Poco ancora e sapremo.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Nicolas Carpentier – @NicolasF1