Gian Carlo Minardi, patron della storica scuderia faentina, ha rilasciato in esclusiva per Formula Uno Analisi Tecnica le sue impressioni alla vigilia della stagione di Formula 1 2023. E’ stata l’occasione per analizzare le dinamiche della massima categoria del motorsport da un punto di vista privilegiato. Parliamo del fondatore e proprietario di un team che ha sfidato i giganti della F1 nell’arco di due decenni.
Suscita emozione l’immagine dell’esiguo organico del squadra di Faenza alla presentazione della M185, in confronto alle complesse strutture organizzative delle attuali scuderie. Minardi ne analizza le ragioni:
“Compreso i soci ed il titolare eravamo dieci/dodici persone alla prima gara [nel 1985], mentre nell’ultima eravamo più di cinquanta nel 2005. Si era già in una fase di crescita esponenziale. Oggi il numero di personale effettivo in trasferta è stato limitato a 60 unità però e cambiato il mondo. Per esempio, Alpha Tauri in questo momento ha un organico di 550 persone di cui 250 ingegneri, noi al massimo siamo stati in 130. Questa è la dimostrazione di cosa è cambiato. Oggi l’elettronica fa da padrone…è tutto un altro mondo”
Minardi: Vasseur non coinvolto tecnicamente
Attraverso l’enorme esperienza acquisita in Formula Uno e la visione che compete alla figura apicale di una scuderia, abbiamo chiesto a Gian Carlo la sua opinione in merito al cambio realizzato in merito alla gestione sportiva della Scuderia Ferrari.
La scelta di Frederic Vasseur appare un chiaro segnale di discontinuità rispetto alla gestione Binotto. Tuttavia, Minardi, ha sempre creduto nella continuità manageriale come uno dei segreti per raggiungere il successo:
“Sull’avvicendamento Vasseur/Binotto c’è poco da dire. Io sono per la continuità, l’ho sempre detto. Non sono in grado di giudicare Frederic perché non lo conosco. So che è da diversi anni nel motorsport. Nelle formule minori ha avuto successo. L’operato in Sauber è difficile da giudicare essendo un team del midfield. Io però credo nella crescita step by step.”
“Nel 2022 la Ferrari ha messo in mostra uno step evolutivo molto competitivo rispetto al biennio precedente costellato tuttavia da tanti errori. Errori che fanno parte della crescita di un team che punta a diventare vincente. Probabilmente bisognava lavorare sugli sbagli commessi e crescere tecnicamente sulle vulnerabilità tecniche della monoposto. Il tempo dirà se la scelta operata dal top management della Ferrari sarà stata giusta o sbagliata.”
Indipendentemente dalle sorti sportive della storica scuderia modenese la scelta di Vasseur, secondo Minardi, è quella di un team principal con spiccate doti politiche che delegherà la direzione tecnica in luogo dell’accentramento di responsabilità che ha caratterizzato il mandato Binotto:
“Certamente si è tornati ad avere un team principal che non sarà coinvolto tecnicamente. Un figura del genere deve occuparsi di tanti aspetti, in primis la sfera politica. Per esempio martedì si è svolto il meeting della F1 Commission in cui sono state prese decisioni importanti per la stagione 2023. Se ci fosse stato ancora Binotto avrebbe dovuto “abbandonare” la rifinitura della monoposto che domani (oggi per chi legge) inizierà i pre-season test per poi riprendere le redini delle operazioni in pista in tutta fretta. L’unico aspetto positivo è che il duplice ruolo assegnato a Mattia in qualità di responsabile tecnico e team principal non sarà traslato su Vasseur” .
Minardi: Enrico Cardile nuovo direttore tecnico
Oramai da diverse settimane si attende l’investitura ufficiale del nuovo direttore tecnico della gestione sportiva del Cavallino Rampante. Si è a lungo parlato di nimi suggestivi e graditi ritorni alla base, figure di elevato profilo che hanno militato nelle fila del team Minardi come Aldo Costa e Simone Resta. Su questo punto Gian Carlo è apparso abbastanza categorico:
“Dal lato tecnico mi sembra che Enrico Cardile abbia preso le vesti di responsabile. Aldo Costa è diventato responsabile tecnico di Dallara e non credo che sarebbe disponibile a tornare in Ferrari. Simone Resta è sempre nell’orbita Ferrari essendo direttore tecnico del Team Haas con cui la rossa ha instaurato una forte sinergia.
“Non sono al corrente di eventuali accordi ma l’ho visto sereno e tranquillo del lavoro che sta svolgendo in Haas. La monoposto appare convincente ma da oggi si riaprono i box. Mentre Simone Resta fa parte di un gruppo di lavoro [molto vicino al Cavallino Rampante] Aldo non prenderà la via del ritorno anche per il percorso intrapreso con molta soddisfazione in casa Dallara.”
L’unica certezza consiste nel rimarcare come la SF-23 sia figlia del gruppo di lavoro creato da Mattia Binotto. Per questa ragione, sarebbe stato poco funzionale operare cambiamenti nella struttura organizzativa della nuova monoposto di Maranello. In tal senso Minardi ritiene corretto l’approccio soft del nuovo team principal Ferrari:
“Vasseur dovrà conoscere gli uomini che lavorano a Maranello e, poco a poco, arriveranno i cambiamenti. Era improponibile pensare che un manager insediatosi il 9 Gennaio con una vetture già realizzata operasse immediatamente delle modifiche. Bisogna dare tempo a Frederic. Vedremo se i cambi saranno positivi. Mi auguro che lo step evolutivo tra le stagioni 2021/2022 sia replicato nel 2023.”
Auspicio condiviso da tutti i fan della storica scuderia italiana che suonerebbe a garanzia di una lotta più serrata per la conquista degli agognati titoli iridati.
Autore e infografiche: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari