Il mondiale di F1 2023 si avvicina con prepotenza. La Red Bull RB19, finalmente, lascia intravedere le sue forme. Come oramai capita da qualche anno, diverse presentazioni delle vetture si limitano al solo evento mediatico. Una manifestazione utile ad attirare l’attenzione a livello commerciale. Quello che si può definire un “brand launch” a tutti gli effetti. Sotto questo aspetto, la scuderia di Milton Keynes non sembra avere alcun rivale.
La tre giorni di pre season test, programmata per il 23/24/25 febbraio in Bahrain, ci darà un primo assaggio sulla competitività delle nuove monoposto. Sotto questo aspetto, Oracle Red Bull Racing ha le idee molto chiare in relazione agli obbiettivi da raggiungere: continuare a vincere. Per farlo, l’ultima opera di ingegneria meccanica ha subito diverse modifiche. Senza ulteriori preamboli andiamo ad analizzare l’ultima opera di ingegneria meccanica austriaca.
Red Bull RB19: alimentazione del fondo
Prendendo in esame la parte anteriore della vettura, notiamo che sulla RB19 la protuberanza resta ancorata al primo dei tre ipersostentatori aerodinamici. Tuttavia, i tecnici vestiti blue racing hanno deciso di variare leggermente la zona di applicazione della massima downforce. Se la passata stagione il carico massimo era concentrato nella parte centrale dei flap, infatti, ad oggi è stato spostato più internamente (frecce blu). La conformazione del main plain rimane la medesima, medesimo contesto per gli end-plate.
Il muso resta praticamente invariato se messo a confronto con la specifica della passata stagione. Ciononostante ha subito una leggera rastremazione ai lati. Tale provvedimento consente una penetrazione aerodinamica minore. Il foro sulla protuberanza ha cambiato semplicemente forma e ha il compito di eliminare quella particolare porzione di strato limite del flusso che rimarrebbe altrimenti bloccata sulla punta.
La sospensione mantiene lo schema pull-rod, con i triangoli molto inclinati verso il retrotreno. Di fatto, questa scelta, non è altro che un’estremizzazione dei concetti di “anti-dice” e “anti-squat” già presenti sulla RB18.
La sospensione all’avantreno lavora in sinergia con quella posteriore che presenta la medesima inclinazione ma verso l’anteriore. Il tutto si traduce in un comportamento più stabile in fase di beccheggio. Aerodinamicamente parlando, l’incidenza dei braccetti è tale da aiutare l’alimentazione del fondo stesso.
Red Bull RB19: undercut profondo, lama longitudinale
Le conformazione iniziale delle pance è rimasta completamente invariata. Bocche molto rialzate con il perimetro inferiore che forma un pianale. Soluzione ampiamente copiata dai competitor e riproposta su altre vetture della griglia. Nella porzione centrale i sidepod hanno subito un leggero ribassamento. L’obbietto consiste nel configurare un “profondo undercut” che di fatto crea un canale diretto con il posteriore della vettura.
Per di più notiamo che le pance vanno a terminare verso il fondo con una discesa più ripida rispetto alla soluzione sposata durante il mondiale passato. Per quanto riguarda i canali Venturi, le quattro paratie concesse dal regolamento sono rimaste le medesime. Gli ingegneri capeggiati da Adrian Newey, però, hanno voluto modificato l’attacco dell’ingresso del fondo al telaio. Un piccolo affinamento rispetto alla RB18.
Per quanto concerne il fondo ci sono diverse novità sulla monoposto che gareggerà nel campionato 2023. Come possiamo facilmente osservare attraverso l’immagine seguente, si apprezza il lavoro svolto dai tecnici attraverso l’applicazione del flow-viz che enfatizza le modifiche, oltre che fornire un rapido sguardo sull’andamento dei flussi in quella zona dell’auto.
La prima soluzione interessante che possiamo annotare riguarda i due “increspamenti” presenti sul pavimento del bolide austriaco (frecce rosse). La decisione di adottare questa particolare forma, mira a creare una pressione maggiore dell’aria che scorre nella parte superiore della vettura.
In questo modo, il flusso che percorre questo tragitto, riesce a mantenere un andamento quanto più stabile possibile restando attaccato alle pance. Scenario che consente un’amministrazione aerodinamica decisamente più efficiente.
In ultima istanza parliamo della “lama longitudinale” che si estende nella porzione dell’auto ubicata in prossimità delle gomme posteriori (freccia blu). Questa soluzione è molto utile per sigillare il fondo e non lasciar penetrare all’interno del pavimento i flussi a più bassa energia. Scenario che inciderebbe non poco, in maniera negativa, sulle performance della vettura.
Autori: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich – Alessandro Arcari –@berrageiz