Che vettura la Red Bull RB19! Così potremmo definire l’ultima nata di Milton Keynes. Sì perché i dubbi riguardo la bontà del progetto 2023 sono veramente pochi. Verstappen fa sapere che sono preoccupati per il rendimento della rossa. La temono, insomma. “Balle”. Il rispetto verso una scuderia che ha comunque saputo distinguersi la scorsa campagna esiste. È chiaro. Tuttavia, secondo le ultime news raccolte da Formula Uno Analisi Tecnica, la squadra austriaca è convinta di iniziare il mondiale con il botto.
Ferrari non è ancora pronta: questa la risultanza di quanto osservato durante i troppo brevi pre season test di Sakhir. Red Bull lo sa e pretende sfruttare tale scenario. L’obbiettivo mira ad annichilire gli avversari durante i primissimi round. Creare un margine di vantaggio in classifica nel mentre che il Cavallino Rampante passera dal trotto alla corsa vera e propria. Questa, in estrema sintesi, l’idea di Christian Horner e compagni.
Qualche giorno fa abbiamo realizzato un focus sulla Mercedes. Lo scritto riguardava il controllo del flusso vorticoso che i tecnici di Brackley gestiscono attraverso l’ala anteriore. La soluzione interessante è stata ottenuta attraverso un lavoro di fino realizzato nella porzione che collega i tre ipersostentatori aerodinamici all’endplate dell’ala anteriore. Generare outwash per riposizionare i vortici per amministrare al meglio l’oramai noto effetto tyre squirt.
Parliamo di un fenomeno che “vive” sulla base della spalla della gomma. Gestire al meglio questa situazione significa evitare che i l’aria produca un effetto nocivo per la gestione dei flussi. Pertanto si cerca di spingere verso il basso i vortici per “pulire” la porzione di fluido che si aggira in questa delicata posizione della monoposto. Un provvedimento che, secondo quanto abbiamo potuto vedere, è stato adottato anche dall’equipe capeggiata da Adrian Newey.
Red Bull RB19: filosofia outwash all’avantreno
Gli ingegneri aerospaziali della Red Bull sono intervenuti sull’ala anteriore. Tuttavia, sebbene il concetto utilizzato prenda spunto dall’idea Mercedes, le differenze da esaminare sulla RB19 sono diverse. Prendendo in esame il dettaglio dell’immagine a seguire, infatti, possiamo notare come sulla specifica studiata per l’erede dell’auto campione del mondo incarica, le wing tips degli ultimi due flap aggiuntivi siano “a vista”.
La scelta progettuale ha un preciso scopo: garantire una forza maggiore ai flussi per energizzare quanto più possibile il vortice incaricato di controllare il tyre squirt delle gomme anteriori. La seconda disparità in merito alle scelte adottate sulla W14 riguarda la paratia verticale dell’ala anteriore, elemento facilmente distinguibile tramite il confronto fotografico in basso.
C’è poi da sottolineare un aspetto importante: il concetto generale dell’end plate impiegato sulla RB19 segue una chiara filosofia out wash per facilitare l’estrazione del fluido. Sulla W14, al contrario, si è deciso di vagliare un’impostazione inwash. Per questa ragione il profilo punta verso l’interno anziché verso l’esterno. Così facendo si accresce la differenza di pressione tra i due lati dell’end plate e, di conseguenza, si crea un ulteriore vortice che aiutare il controllo dello squirt.
La novità osservata durante l’ultimo giorno di test in Bahrain sulla Red Bull RB19, riguarda l’inserimento di un piccolo profilo orizzontale. L’appendice alare in questione presenta un lieve incurvatura concava verso l’alto. Sagomature utile a posizionare più in basso il vortice che gestisce lo squirt della gomma anteriore.
Red Bull RB19: telaio “addolcito”
In ultima istanza esiste un elemento aggiuntivo che nell’articolo odierno andiamo ad attenzionare. Dopo l’analisi realizzata dalla nostra redazione in merito allo schema sospensivo “a freccia” sul retrotreno della Red Bull RB19, ecco qualche dettaglio sull’anteriore. Grazie allo scatto che mette a confronto le due monoposto colorate blue racing, 2022 vs 2023, evidenziamo un fatto.
L’argomento tratta la sezione del telaio (riquadro bianco). Sulla vettura che ha partecipato al passato mondiale il raccordo inferiore era più squadrato, mentre sulla monoposto che gareggerà nell’imminente campionato la forma risulta decisamente più “dolce“.
La modifica ha scopi prettamente aerodinamici. Attraverso la nuova conformazione assunta, di fatti, gli ingegneri cercano un miglior controllo dello strato limite a diretto contatto con il dorso del muso che lambisce questa importante zona del telaio.
Autori: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich – Alessandro Arcari –@berrageiz
Immagini: Nicolas Carpentiers – @NicolasF1