domenica, Dicembre 22, 2024

Red Bull vs Ferrari: RB19 precisa in inserimento, SF-23 definisce la finestra operativa

La sfida al vertice si ripropone: Red Bull vs Ferrari. Due monoposto che, seppur differiscano nei concetti base del progetto, condividono il medesimo obbiettivo: vincere entrambi i titoli iridati nel 2023. A margine di una sola giornata di test pre stagionali risulta molto difficile definire con chiarezza i valori in campo. Nemmeno gli stessi tecnici delle scuderie sono in grado di farlo.

Pertanto, nello scritto odierno che riassume la prima sgambata ufficiale, cercheremo di limitarci a descrivere il comportamento in pista delle monoposto prese in esame. Congetture che, ovviamente, non pretendono fornire un giudizio definitivo ma bensì una prima considerazione generale sul lavoro svolto durante l’inverno.


Red Bull RB19: sovrasterzo inaspettato

Decisamente più bilanciata all’anteriore, la vettura austriaca ha mostrato a tratti un atteggiamento sovrasterzante. Specialmente, per quello che abbiamo potuto osservare attraverso gli on board, dall’apice vero l’uscita della curva. Verstappen ha definito la RB19 un po’ troppo puntata sull’anteriore, fattore che sembra capovolgere quanto visto l’anno scorso.

Tale comportamento deriva da uno studio più attento sull’aerodinamica anteriore e in parte alle nuove gomme anteriori della Pirelli. Le mescole 2023, infatti, puntavano a ridurre il sottosterzo cronico osservato su tutte le auto nella passata campagna. Contesto enfatizzato dalle caratteristiche intrinseche della RB18.

Red Bull RB19
Max Verstappen al volante della sua Red Bull RB19, Bahrain

Per avere un anteriore solido nei tratti ad alta velocità di percorrenza si necessita un buon controllo del “tyre-squirt”. Questo perché, con un determinato angolo di sterzo, tale vortice tende a infilarsi al di sotto del fondo. Come risultato il centro di pressione si sposta al posteriore determinando il sottosterzo.

Al momento, per Red Bull, appare assai complicato ragionare sulle prestazioni mettendo sulla bilancia aerodinamica e fattori legati alle nuove costruzioni delle mescole italiane. Tuttavia, con un visione di insieme più ampia, possiamo definire abbastanza solida la prova della RB19.


Ferrari SF-23: efficienza aerodinamica migliorata

Anche la monoposto del Cavallino Rampante ha mostrato un atteggiamento sovrasterzante. Ciononostante possiamo dire che in Ferrari hanno provato diverse configurazioni, variando a più riprese l’altezza da terra della monoposto.

Si tratta di “normali” operazioni che vengono realizzate durante i test per racimolare quanti più dati possibili sulla vettura. In questo modo, gli ingegneri sono in grado di definire la mappa che servirà per descrivere la finestra di performance che verrà utilizzata durante l’arco della stagione agonistica.

Resta da capire quale lavoro sia stato fatto per mitigare il tedioso effetto porpoising. Sul fondo non si notano grossi stravolgimenti. Alcune ondulazioni nella porzione iniziale (freccia gialla) servono principalmente a creare una pressione più alta sul bordo superiore, necessaria per aiutare il flusso a rimanere attaccato alle pance.

Con le frecce blu, inoltre, possiamo evidenziare un piccolo estrattore di flusso in stile Mercedes. Difficile, attualmente, commentare i provvedimenti presi al di sotto dell’auto. Zona che può eliminare il pompaggio aerodinamico all’origine. Per quello che abbiamo potuto capire, sembra in programma l’introduzione di un nuovo fondo.

In casa Ferrari c’è però una nota molto positiva che va senz’altro rimarcata. Parliamo del livello di carico utilizzato in pista. Attraverso l’immagine in alto mettiamo a confronto due specifiche di ala posteriore: quella odierna in contrapposizione a quella utilizzata per la gara inaugurale dello mondiale 2022. La versione vista quest’oggi è medio carico, mentre quella utilizzata lo scorso era da medio/alto carico.

Tale scenario certifica che la SF-23 produce più carico dal fondo rispetto alla F1-75. Un segnale importante, in quanto questo fattore allargherà la finestra di setup della vettura. La famosa efficienza che mancava alla monoposto vice campione del mondo, pertanto, potrebbe non essere più un problema per l’ultima opera di ingegneria meccanica di Maranello.


Autori: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich  – Alessandro Arcari –@berrageiz

Immagini: Oracle Red Bull RacingScuderia Ferrari

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