Incastri e date che si sovrappongono. O che potrebbero farlo tra qualche tempo. La F1 è uno scacchiere sul quale si muovono pedine che seguono tracce apparentemente imperscrutabili ma che potrebbero avere una logica ben più chiara di quella che celano. L’oggetto dello scritto è il mercato piloti. Materia che solitamente è dormiente nella fase embrionale della stagione ma che in realtà non riposa mai del tutto.
A tenere banco, come al solito, è la questione legata a Lewis Hamilton. Il sette volte iridato è all’undicesima stagione in Mercedes. Che potrebbe essere l’ultima stando ai contratti registrati e depositati. Il legame tra le parti, difatti, cessa la sua validità a fine 2023. Le discussioni circa il rinnovo sono in corso tra il pilota e le tre anime della scuderia: Daimler AG, Ineos e Toto Wolff.
L’intento dichiarato è quello di proseguire. Ma per quanto tempo? E qui entriamo in un campo dai contorni indefiniti. Lewis, sulla carta, dovrebbe – anzi potrebbe – firmare un biennale che lo porterebbe a rimanere in Formula Uno fino alla fine del 2025, alle soglie dell’ennesima rivoluzione regolamentare che stavolta toccherà le power unit e, probabilmente, l’aerodinamica che potrebbe incrementare la sua componente attiva.
Mercedes – Hamilton: rinnovo in ghiacciaia
Se l’anno scorso sembrava che il rinnovo dovesse essere controfirmato durante l’inverno, i tempi si sono ora diluiti. E questo apre a diverse interpretazioni. La più pressante è quella che riconduce all’idea che i protagonisti vogliano valutare l’andamento del 2023. Lewis sogna l’ottavo titolo e lo vorrebbe agguantare con la scuderia della Stella a Tre Punte. Ma, da quanto emerso dai test della settimana scorsa, la W14 non sembra essere quel mezzo che dà la possibilità al pilota Stevenage di giocarsela fino alla fine.
Se ciò dovesse essere confermato si potrebbero aprire due scenari: il primo è quello che porta all’accelerazione del processo di addio alla Formula Uno. Lewis potrebbe stabilire che il suo tempo è finito e commiatarsi dall’attività sportiva. Improbabile. Il secondo è quello che conduce alla firma per arrivare, più lentamente, all’obiettivo più o meno dichiarato di superare definitivamente Michael Schumacher.
Si realizzerà l’uno o l’altro scenario, una cosa è certa: Mercedes deve iniziare seriamente a programmare il dopo Hamilton che, a 38 anni, non può avere una carriera ancora troppo lunga sebbene la forma fisica e la fame siano pressoché intatte. AMG potrebbe avere la soluzione in casa che porta a quel Mick Schumacher ingaggiato dopo il suo commiato dall’ambiente Ferrari. Ma la realtà è che questa opzione non convince. Ed ecco che gli sguardi si volgono verso Woking dove c’è un pilota che pare essere ammaliato dalle ex Frecce d’Argento.
McLaren: i turbamenti di Lando Norris
Lando Norris ha in essere un legame che lo avvolge alla McLaren fino a tutto il 2025. Un accordo munifico visto che il giovane driver di Bristol percepisce 20 milioni di dollari l’anno. Ma alla soddisfazione economica non fa da corredo quella tecnico-sportiva. Lando, dal suo debutto, ha visto solo un anno di vera crescita della sua squadra: il 2020. Quello il punto più alto poi una lenta discesa che ha portato la scuderia dalla terza piazza iridata al quinto posto del 2022, alle spalle della Alpine.
Le premesse per la stagione che sta per scattare non sono rosee se quanto visto nella tre giorni di test del Bahrain dovesse essere confermato nell’arco dele 23 gare che comporranno il calendario 2023. Alla lunga, competere per sporadiche soddisfazioni rischia di logorare la fedeltà aziendale di un pilota appartenente ad una nidiata che di gioie si sta nutrendo. Verstappen, Leclerc, Russell, praticamente coetanei, concorrono per ben altri traguardi e Lando potrebbe essere stanco di arrancare nel gruppone.
Ecco che l’idea, un abbozzo per ora, che Norris possa mollare la scuderia di Zak Brown prende corpo. Per andare dove? Non in Red Bull a fare da spalla a Vestappen confermatissimo fino al 2028. Né in Ferrari dove la coppia piloti è solida, affiatata e ben assortita. Mercedes potrebbe essere un’opzione a breve se Hamilton appendesse il casco al chiodo a fine anno. Ma anche se decidesse di rimanere fino al 2025. Per Lando si tratterebbe di fare un altro po’ di purgatorio per poi accasarsi in un team che il Formula Uno intende starci per vincere e non per partecipare passivamente.
Sulla testa di Norris incombe un’altra ombra oltre a quella spaventosa della mediocrità tecnica (tutta da verificare, attenzione) del progetto MCL60: Oscar Piastri. Il pilota australiano è un talento cristallino, uno di quelli avvolti dall’aura mistica che contraddistingue i predestinati.
Se dovesse mettere in difficoltà un conducente che ha ripetutamente avuto la meglio di un Daniel Ricciardo in crisi profonda, potrebbe essere un ulteriore stimolo a guardarsi intorno per lasciare una scuderia che ha messo gli occhi su Colton Herta che Woking aveva provato a corteggiare prima di avvedersi che mancavano i requisiti per ottenere la Superlicenza. Per non dire di Patricio O’Ward che dell’ecosistema McLaren è parte integrante.
Chiaramente ci stiamo spingendo molto oltre con il ragionamento, ma ci sono elementi che possono far ritenere che un matrimonio tra Norris e la Mercedes non è del tutto campato in aria. Il Mondiale 2023, quindi, avrà un valore cruciale per capire se Lewis avrà ancora voglia e stimoli per proseguire e se Lando si sentirà a suo agio in un team che diciamolo con franchezza, sta deludendo le attese dopo aver palesato una crescita che sembrava prorompente.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, McLaren, Mercedes AMG