Il Gran Premio del Bahrain, in termini strategici, presenta delle sfide molto interessanti per la Ferrari e gli altri competitor. Sakhir, difatti, è un tracciato rear limited. Cosa che genera un effetto deleterio per le gomme posteriori delle monoposto per quanto concerne la gestione termica. Le tattiche di gara, pertanto, saranno influenzate in maniera molto pesante da questa particolare condizione.
Il grande limite, invero, non è l’usura in sé, ma il degrado degli pneumatici posteriori che conduce ad una repentina perdita di tempo sul giro allorquando i piloti iniziano letteralmente a “litigare” con la trazione.
Una situazione che si è manifestata durante i test e nelle prove a pieno carico svoltesi nei primi due turni di libere. Ovviamente la temperatura della pista è molto condizionante. Nelle prove invernali della scorsa settimana le simulazioni di passo gara si sono sovente svolte negli orari diurni, quando la temperatura della pista era eccessivamente alta. Quando invece gli stint ad elevato carico di carburante sono stati prodotti negli orari in cui si disputerà l’evento (dalle 8:00 alle 20:00 locali, ndr), la situazione è sensibilmente migliorata.
Ma, in ogni caso, la tendenza generale al degrado resta confermata. Aspetto, quest’ultimo, che preoccupa particolarmente la Ferrari che non si è mai dimostrata molto efficace sulla lunga distanza, specie con i compound morbidi. Per tale ragione gli uomini di Maranello hanno deciso di preservare un treno di gomme soft invece di provare l’assalto alla pole position.
Gp Bahrain 2023: le gomme a disposizione per la gara
Lo pneumatico Pirelli più morbido – la specifica C3 – offre un chiaro vantaggio in termini di performance ma si degrada ad un ritmo eccessivamente elevato. Anche la media C2 incontra un cliff abbastanza rapido e, contestualmente, è più lenta della prima. Ciò significa che la mescola C1, la gomma a banda bianca, è una buona opzione in quanto è molto più costante e non ha un deficit di prestazione rispetto alla C2.
Gp Bahrain 2023: le strategie più efficaci
Mescolando questi elementi ne viene fuori che la tattica più sensata è quella di partire con la morbida per avere la copertura più veloce durante i primi giri e poi “switchare” su mescola hard. Dinamica che comunque non dovrebbe bastare a chiudere la gara. Si prevede, difatti, un piano a due soste.
Dall’infografica pubblicata dal sito ufficiale della F1 si evince che gli stratagemmi maggiormente premianti sono quelli che riconducono alla doppia sosta. Ovviamente in condizioni normali, ossia al netto dell’ingresso della Safety Car e senza eventuali delibere della VSC, elementi che solitamente vanno a sparigliare il “mazzo di carte”.
Chiaramente, quelle che abbiamo definito, sono strategie idonee per chi scatta nella parte anteriore della griglia di partenza. Verosimilmente nei primi 10 posti. Invece è nelle retrovie che qualcuno potrebbe optare per una tattica diversa. L’opzione è la solita: provare a partire con gomma hard per allungare notevolmente il primo stint grazie ad un compound che dovrebbe degradare più lentamente.
Ovviamente questa idea di gara deve essere supportata dal classico evento deviante, ossia da una Safety Car. In quel momento, il conducente che parte più arretrato avrebbe la possibilità di sfruttare il caos che determina la vettura di sicurezza e avvantaggiarsi, conseguentemente, grazie ad una sosta che gli consentirebbe di montare una gomma più consona per arrivare fino in fondo.
Sebbene le temperature della pista al momento dello start dovrebbero aggirarsi intorno ai 25-26°C e dovrebbero altresì tendere, via via che la gara si sviluppa, alla diminuzione ulteriore, quello che sembra poter essere scartato a priori e un piano tattico che prevede le tre soste. Fare un così alto numero di fermate è particolarmente limitante in un tracciato sul quale il tempo perso per il cambio gomme è abbastanza elevato.
Ancora, prodursi in tre pit stop vorrebbe dire usare soprattutto treni di gomme morbide, perché chiaramente si punterebbe alla prestazione. Nelle avanguardie nessuno opterebbe per una siffatta strategia. Anche quel Leclerc che ha un treno nuovo di coperture a banda rossa.
Qualcuno da dietro potrebbe azzardare ad usare una tattica così spinta e il nome che viene in mente è quello di Logan Sargeant che ha addirittura tre treni di pneumatici morbidi. Ma, ribadiamo, dato il degrado pronunciato e visto che nelle fasi iniziali, a centro gruppo o nelle retrovie, seguire le altre vetture determina un ulteriore stress per i compound, questa opzione sembra essere scartata a meno che non ci siano quei famosi eventi straordinari di cui abbiamo parlato.
Quindi, in conclusione, ci aspettiamo di vedere due soste. La lente d’ingrandimento andrà puntata sulla gara di Charles Leclerc perché è l’unico tra i primi ad avere un set di gomme soft nuove e questa condizione lo potrebbe particolarmente avvantaggiare nelle fasi iniziali del gran premio.
Se il monegasco trovasse uno spunto efficace allo spegnimento delle cinque luci, complice anche le difficoltà che abbiamo appurato durante le prove libere della Red Bull a partire in maniera consistente, la gara del talento della FDA potrebbe prendere una piega diversa da quella prevista. Perché, stando anche a quanto trapela dall’ambiente Ferrari, non si crede che al momento la SF-23 sia una vettura in grado di battere la RB19. Ma, lo sappiamo, la gara presenta sempre sorprese ed a Maranello sperano che possano essercene.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari
