venerdì, Novembre 15, 2024

Ferrari: velocità e affidabilità non devono riguardare solo la SF-23…

In Formula Uno si vince trovando il giusto mix tra velocità e affidabilità. Questo ragionamento è valido per la Red Bull che ieri ha patito dei problemi in qualifica con Max Verstappen, per la Ferrari, che a causa della solidità intermittente costringerà un leonino Charles Leclerc a partire dodicesimo nonostante un’ottima qualifica, e per ogni altro competitor presente sulla griglia di partenza.

Caratteristiche, velocità e affidabilità, che non devono concernere soltanto il mezzo meccanico, ma anche chi questo organismo di fibre metalliche, pompe, sistemi elettronici, gomme e via discorrendo, deve fisicamente guidarlo. Si sapeva già dalla settimana scorsa che Maranello avrebbe dovuto necessariamente contare su Carlos Sainz perché Leclerc avrebbe subito una penalità talmente limitante che, verosimilmente, lo taglierà fuori dalla vittoria. Anche se va detto, mai dire mai, che a Jeddah tutto è possibile perché è un evento nel quale spesso timbrano la presenza le vetture di sicurezza che vanno a sparigliare dei piani tattici definiti in precedenza.


Ferrari: Carlos Sainz e il peso della responsabilità

Tutti gli occhi dell’ambiente Ferrari, quindi, erano puntati su Carlos Sainz che avrebbe dovuto rappresentare la colonna sulla quale il team si poggia per riscattare un weekend bahreinita veramente complicato. La SF-23, in quel di Sakhir, aveva offerto prestazioni molto deludenti, sia dal punto di vista della sostanza tecnica sia per quanto riguarda l’affidabilità che era venuta a mancare inaspettatamente con le conseguenze che tutti sappiamo.

Ferrari
Charles Leclerc (Scuderia Ferrari) – Gp Arabia Saudita 2023

In quella circostanza Leclerc stava lottando per un terzo posto, un podio che sarebbe potuto arrivare nonostante la perentoria rimonta di Fernando Alonso. Diverso è stato il gran premio di Sainz che bivaccava in quarta piazza lontano dal compagno di squadra ed incapace di difendersi dagli attacchi dell’asturiano della Aston Martin. Alla fine la medaglia di legno è stata un sorso d’acqua che non ha tolto la sete perché il GP è stato veramente in inno al piattume, al di là delle difficoltà tecniche in cui è incappata la vettura di Maranello.

Jeddah, quindi, doveva rappresentare una sorta di riscatto per il driver ex McLaren, cosa che fino a questo momento non si è scorta. Chiaramente non possiamo tracciare dei bilanci definitivi dopo le qualifiche, ma il risultato delle stesse è assai deludente. Mentre Leclerc sciorinava l’ennesima prestazione da urlo nell’esercizio del giro spinto chiudendo in seconda posizione a pochi centesimi dal battistrada Sergio Perez, Carlos si perdeva soprattutto nel T1, senza mai trovare un passaggio veramente pulito e rischiando più volte di fare la frittata. 

Sainz, alla fine della sessione, non ha cercato scuse ed ha ammesso i problemi di feeling con una pista che non sono un fatto inedito dato che, anche l’anno scorso, mentre Leclerc e Verstappen, se le suonavano dando vita ad un duello rusticano, lui osservava da lontano quasi da spettatore annoiato. 

Lo spagnolo ha avuto tantissimi problemi nel primo settore. Qualcosa da analizzare durante la notte araba. Azione che potrà portare a ben poche correzioni, dato che le vetture sono in regime di parco chiuso. Quindi Carlos non dovrà fare altro che guardare attentamente la performance del compagno di team, magari consultando le sue telemetrie, per capire come metterla nel primo settore, soprattutto nelle curve 1-2-3 nelle quali, siamo onesti, il buon “Carletto” ci ha capito ben poco.

Ferrari
Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) – Gp Arabia Saudita 2023

In dodici curve Sainz beccava 3-4 decimi dal monegasco. Un abisso che in gara potrebbe costare carissimo, in due fattispecie: rischiando di vedere la vetta allontanarsi e nel provare a difendersi da chi, dietro, spingerà a DRS spalancato. Lo spagnolo ha detto che i progressi che prevedevano con la SF 23 non si sono compiuti e che sono più indietro di quanto si aspettassero.

La sua è una mezza verità, ma anche una mezza bugia, perché la vettura omonima di progressi ne ha compiuti eccome, visto che è rimasta molto più vicina alle Red Bull. Anche se, va sottolineato senza ipocrisie, il dato è “drogato” dall’assenza di Max Verstappen che nel turno di libere aveva sempre aperto un certo gap sul concorrente interno. 

Questa F1 2023 non può più essere intesa come una categoria dalle grandi distanze. Il gruppo ormai si è compattato visto che Alpine preme da dietro e che Mercedes è lì. Così come Aston Martin che ormai è una realtà di questa annata considerando che è riuscita a performare alla grande sia su un circuito strano come quello di Sakhir, sia su un tracciato altrettanto anomalo come quello dell’Arabia Saudita.

E lo stesso Carlos che ha ammesso che Leclerc è riuscito a sfruttare molto bene la macchina. E da qui l’ex McLaren vuole ripartire sperando di essere più concreto nei 50 giri che comporranno la gara. Nelle dichiarazioni post sessione, Sainz ha apertamente parlato di lotta con Aston Martin e Mercedes, chiudendo di voler puntare al podio.

Evidentemente, inconsciamente, sa di non poter battagliare per il bottino pieno che in questo momento sembra essere appannaggio di un Sergio Perez che ha nel solo Fernando Alonso un avversario credibile. Tutto questo al di là di quello che potrebbe succedere in gara. E ne sa qualcosa proprio il messicano che l’anno scorso, per via di alcune safety car beffarde, ha dovuto dire addio alla possibilità di vittoria.

Ferrari
Carlos Sainz (Scuderia Ferrari) – Fp3 Gp Arabia Saudita 2023

Ferrari: Sainz deve ritrovare lo “spirito canadese”

Questo scritto non vuole rappresentare una critica cieca nei confronti di Sainz. L’anno scorso, ad esempio, quando Leclerc rimase invischiato in problemi derivanti sempre da questioni tecniche, il buon Carlos seppe sobbarcarsi il team sulle spalle sciorinando, in Canada, una prestazione da urlo che lo portò a chiudere il gran premio a meno di un secondo da Max Verstappen. Cosa avvenuta, tra l’altro, dopo averlo incalzato per una gara intera. Quindi, all’interno del pilota spagnolo, albergano quelle caratteristiche tecniche tali da poter approntare l’impresa. 

Purtroppo, però, queste virtù si accendono in maniera intermittente. Quel che sembra mancare è la costanza di rendimento. E su questo aspetto deve lavorare per aumentare il livello medio delle sue performance. In questo momento – e sembra paradossale – ci si attende più da Charles Leclerc che da Sainz.

La sensazione è che Leclerc, pur partendo dodicesimo, può fare una gara migliore di quella del madrileno, arrivando addirittura più avanti nella classifica finale. Si tratta di una percezione, ma quel Charles carico a palla che abbiamo visto ieri non si è altrettanto osservato in Carlos. Da qui questo sentore al ribasso. Chiaramente non attendiamo altro che essere smentiti dallo spagnolo.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Scuderia Ferrari

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