Ferrari stecca la seconda. I fatti questo raccontano. Senza se e senza ma. Le motivazioni sono molteplici e verranno affrontate dalla nostra redazione, a partire da oggi, attraverso diversi scritti tecnici dettagliati. Nel mentre uno sguardo fugace in merito alle risultanze del Gran Premio dell’Arabia Saudita, secondo round del lunghissimo mondiale di F1 edizione 2022.
Molti anni orsono alle scuole superiori esistevano gli esami di riparazione, estrema opportunità settembrina che gli allievi poco brillanti potevano sfruttare per essere promossi alla classe successiva. Per certi versi la tappa di Jeddah era una sorta di prova d’appello per la Scuderia Ferrari, troppo brutta per essere dopo il Bahrain.
Purtroppo le prestazioni sciorinate dalle rosse nella notte saudita sono risultate ancor più deludenti e preoccupanti rispetto al primo appuntamento mondiale. I molteplici squisiti relativi alla scialba performance fornita due settimane fa stanno assumendo contorni certi: la SF-23, per il momento, è quarta forza in pista.
Risulta davvero complesso cogliere qualsivoglia aspetto positivi nel weekend messo in onda dal team di Maranello. Frederic Vasseur, nel consuntivo post gara, ha individuato nella qualifica e nel ritmo di Leclerc nel primo stint di gara gli unici aspetti sui quali riflettere con leggera soddisfazione nella trasferta mediorientale.
Davvero troppo poco rispetto alle aspettative della vigilia su un tracciato che, almeno sulla carta, doveva mitigare il tallone d’Achille della Ferrari: l’elevato degrado dei penumatici in gara. Il “tyre management” inteso come costanza di rendimento dei compound è stato discreto. A a mancare la velocità, sia nei segmenti rettilinei che nelle (poche) sezioni a bassa velocità di percorrenza.
La quanto meno scioccante realtà prende pertanto forma, contornata a tinte fosche in relazione alle prestazioni fornite: La SF-23 si è dimostrata più lenta della W14 in talune circostanze, monoposto che per stessa ammissione di Toto Wolff, fulgido manager della Mercedes, sarà “cestinata” alla vigilia del Gran Premio di Imola per essere sostituita da una versione 2.0 decisamente più fattuale.
Ferrari: SF-23 progetto figlio di nessuno
Nelle passate stagioni, anche quelle più deludenti, gli uomini del Cavallino Rampante riuscivano a rivoltare come un calzino la vetture nell’arco del week end, per poi progredire in modo sensibile in termini di performance. Nelle prime due uscite della campagna in corso, grazie allo smisurato talento di Leclerc, l’auto emiliana ha espresso un potenziale dignitoso in qualifica per poi evidenziare enormi limiti in gara.
Attraverso gli on board, unico strumento davvero utile per comprendere a fondo le caratteristiche di una monoposto di F1, si nota come la SF-23 sia bilanciata ma, al contempo, decisamente lente rispetto ai competitor che puntano al vertice. Basta dare un’occhiata ai “best lap” della corsa per capire come l’entità del gap rispetto a Red Bull, Aston Martin e Mercedes sia importante.
La caccia forsennata di Verstappen verso il compagno di squadra, durane le ultime 20 tornate del Gran Premio, ha svelato il vero potenziale della RB19, capace di girare quasi 2 secondi più veloce rispetto al miglior crono realizzato da Leclerc. Distacchi siderali degni della Williams nei primi anni 90, concepita, guarda un po’, da un certo genio di Stratford-upon-Avon, al secolo Adrian Newey. Mentre Aston Martin si gode il ruolo di seconda forza in pista e Mercedes pianifica una rivoluzione filosofica del proprio progetto, la storica scuderia modenese naviga nel limbo delle certezze perdute. Una fase di stallo che potrebbe costare davvero caro.
Il progetto 2023 è stato trasferito nelle mani di chi non lo ha ideato. La progressiva review della struttura organizzativa in seno alla GES ha prodotto le prime epurazioni. In tal senso, le prestazioni messe in mostra dalla SF-23 non concorrono alla distensione del clima teso in casa Ferrari. Al momento, la specifica di base della SF-23 non ha alcuna chance di chiudere il gap con Red Bull. Ecco perché sono al vaglio diversi up date, necessari per correggere la gestione dei flussi erronea della vettura in relazione alle scadenti prestazioni offerte.
In base a perverse logiche manageriali ingegneristiche, nei momenti critici, è più conveniente prendere le distanze da un progetto fallimentare piuttosto che rimboccarsi le maniche e, in estrema ratio, assumersi le responsabilità del proprio operato. D’altronde, proprio questo modus operandi, è stata la causa di atavici attriti interni alla gestione sportiva che ha prodotto continui rimbalzi di responsabilità tra le diverse del aree del team.
Era infatti lecito sperare che, il nuovo corso targato Vasseur, proponesse prestazioni almeno paritetiche a quelle della seconda metà della scorsa stagione. Il dirigente transalpino ha compreso che la riorganizzazione della GES sarà molto più ardua del previsto. La fidelizzazione delle figure apicali di Binotto ha prodotto allontanamenti, dimissioni spontanee e demansionamenti. Mentre la pista certifica che la rossa è tornata ai livelli della stagione 2021, distante anni luce da Red Bull e dal “toro verde” brandizzato Aston Martin.
Servirà tempo, questo ci si aspetta, per tornare a livelli che possiamo definire accettabili pendano agli obbiettivi della Ferrari. I tifosi della rossa sono abituati a grandi periodi di lunga siccità, ma lo stesso non potrà continuare a essere chiesto figure come Charles Leclerc che, malgrado l’immutato amore verso il Cavallino Rampante, sta gettando al vento i migliori anni della propria carriera.
Autore: Roberto Cecere – @robertofunoat
Immagini: Scuderia Ferrari
Nessuno ne parla. Quello che vorrei evidenziare (qui perché ritengo sia il sito più competente) è che al di là del concetto migliore di vettura, la Ferrari di quest’anno non è migliorata rispetto a quella dell’anno scorso. Se si guarda la qualifica del Bahrain, la macchina è stata solo mezzo secondo migliore della vettura scesa in pista per la prima volta l’anno scorso, con i vari problemi di porposing e di bilanciamento da trovare per una macchina tutta nuova. La F1-75 di fine stagione penso che avrebbe fatto meglio della SF-23. A Jeddah a meno della modifica all’ultima curva, il tempo di Leclerc in qualifica è stato lo stesso dell’anno scorso. Non è mai successore che una vettura l’anno successivo non avesse guadagnato nulla rispetto a quella dell’anno precedente. Se si guarda l’incremento rispetto all’anno scorso non è la Red Bull che ha messo le ali, ma ha solo continuato ad evolvere nella giusta direzione la macchina dell’anno scorso, che già dava distacchi notevoli alle altre, tranne Ferrari che all’interno andava. È l’Aston Martin che ha messo le ali. La Ferrari invece si è involuta e ora sembra che sia Red Bull ad avere fatto un grande salto. La Ferrari anziché migliorare nel carico mantenendo o migliorando l’efficienza per migliorare anche in velocità di punta è andata unicamente a scaricare la vettura. Per stessa ammissione di Leclerc la Ferrari va meno veloce in curva e più in rettilineo, slavo poi che a Jeddah per trovare più costanza delle gomme è scesa in pista con una configurazione di carico che era quella che doveva avere in Bahrain. Non dispongo di analisi al CFD, la mia è una congettura, ma a livello visivo e senza stravolgere il concetto di vetture, non penso che il cofano più chiuso della SF-23, pance più scavate e meno feritoie sopra il cofano abbiano peggiorato la situazione, ma migoliorata a livello di minor resistenza. Di conseguenza la Ferrari ha perso carico dalle modifiche al fondo. Già l’anno scorso nel tentativo di guadagnare efficienza e velocità, in realtà hanno solo perso carico con lo sviluppo portato in Francia e da lì sono cominciati i problemi di gestione dei pneumatici. La vettura di quest’anno ha perso ancora carico o non lo ha incrementato, quando invece serviva incrementarlo. Basta vedere Aston Martin che è la vettura con più carico ed è la vettura che gestisce meglio i pneumatici. I
In sostanza in Ferrari non sono in grado di trovare efficienza col fondo o almeno è in quell’area che c’è la coperta corta.
Quindi penso che il problema sia lo scarso miglioramento, se c’è stato, rispetto alla F1-75 e non tanto il concetto aerodinamico.
Poi probabilmente il concetto di vettura Red Bull sarà il migliore, visto che Newey non sbaglia mai e anche visto quale concetto hanno seguito gli altri team…
VER ha girato in 1:31:906 eh