Ferrari ha studiato. Lo ha fatto attraverso una chiara cognizione di causa in quanto, i dati raccolti e analizzati nelle ultime settimane, hanno fornito varie evidenze molto utili. È tutto risolto? Assolutamente no. I problemi restano eccome e sino a quando non arriveranno aggiornamenti fattuali, attualmente in produzione e previsti per le gare europee, la possibilità di sfidare Red Bull a pari livello resta una chimera.
Nel mentre i tecnici di Maranello proporranno alcune piccole novità sulla SF-23. L’obbiettivo mira a sbloccare il potenziale della rossa. allargare la finestra di set-up e amministrare le gomme, anche le mescole più dure, in maniera molto più efficiente. Questo l’obbiettivo minimo che il Cavallino Rampante si è imposto per il prossimo round di F1.
Contestualmente è stato profuso parecchio impegno nell’ambito della comunicazione. Scenario che, purtroppo, come abbiamo potuto assistere anche in quel di Jeddah, troppo spesso ha complicato tremendamente le cose. Si perché essere vittima di una “miscommunication” esattamente come è successo a Leclerc in Arabia, di certo non migliora le cose. Al contrario rende ancor più deludente un contesto di per se già estremamente critico.
Melbourne, Albert Park, teatro del terzo appuntamento iridato 2023. Un tracciato che offre diversi spunti di riflessione a margine delle modifiche introdotte il mondiale scorso. Una pista decisamente più rapida rispetto al recente passato, dove l’efficienza assume un aspetto importante.
Resta poi il T3, ultimo settore del tracciato dove la trazione e il grip meccanico laterale reciteranno un ruolo che definire decisivo è poco. In aggiunta le quattro zone DRS varate dalla Federazione Internazionale, circostanza che potrebbe favorire ulteriormente, pensate un po’, la già strafavorita Red bull RB19.
Gp Australia 2023: le caratteristiche che Ferrari dovrà sfruttare
Facendo un passo indietro all’annata precedente, tutti ricorderemo il netto dominio della F1-75 nel terzo settore. Tratto della pista dove, in pratica, l’auto modenese guadagnava gran parte vantaggio sul lap time. Anche nell’attuale campagna le fasi di accelerazione saranno dalla parte della rossa, ma Aston Martin e soprattutto Red Bull sono molto preformanti sotto questo aspetto, grazie ad un retrotreno molto competitivo che non penalizza l’anteriore.
Uno dei fattori decisivi a Melbourne riguarda l’entrata in curva, specie nel T1 e T2, dove la AMR23 e la RB19 godranno di concreto vantaggio nei confronti della SF-23, considerando l’anteriore molto solido delle due vetture in questione. Durante l’edizione 2022 del Gran Premio d’Australia, la squadra di Milton Keynes scelse un set up non perfetto che provocò una carenza di rotazione sulle RB18, elemento che inficiò negativamente nell’arco di tutto il weekend. Contesto che difficilmente si ripeterà nel prossimo fine settimana.
Dopo un primo approccio difficile Ferrari sembra aver risolto i problemi di sottosterzo. Per questa ragione ci aspettiamo una rossa piuttosto bilanciata. Resta da capire se i tecnici italiani, in collaborazione con i piloti, riusciranno a produrre tutta la prestazione pura che in questo momento la vettura modenese è in grado di offrire.
L’assenza di bump nel tracciato è senza dubbio una buona notizia per il Cavallino Rampante, poiché consentirà di utilizzare altezze da terra più consone al progetto sull’ultima opera di ingegneria aero meccanica partorita a Maranello, fattore individuato come uno dei problemi attuali più improntanti.
In questo senso la Red Bull è sempre stata molto avvantaggiata, riuscendo a girare con altezze molto ridotte rispetto ai propri competitor. L’abbiamo detto durante i giorni scorsi ma lo ripetiamo: qualsivoglia piccola variazioni di altezza (attorno ai 5mm) può fare una differenza davvero enorme nel comportamento delle moderne wing car.
Tornando al tracciato possiamo dire che il T2 è un tratto da efficienza pure dove la RB19 mostrerà tutta la propria forza. In linea generale parliamo di medio/medio alto carico in questa pista ragion per cui, almeno per la Ferrari, dovremmo osservare un pacchetto aerodinamico non troppo dissimile se paragonato a quello arabo, dove la SF-23 ha mostrato un approccio con più downforce.
La configurazione della rossa, pertanto, almeno a livello teorico, dovrebbe adattarsi meglio su questo circuito con la SF-23 che potrebbe non risultare più carica del dovuto. Ecco perché, attediamo conferme nella giornata di domani, potremmo vedere una differenza minore in termini di “deportanza installata” tra Red Bull e Ferrari rispetto a Jeddah.
Di sicuro la rossa cercherà di far valere tutte le doti della sua power power unit, aspetto che le consentirà di utilizzare una finestra di messa a punto più ampia. Tutto questo, è ovvio, se il fondo della monoposto riuscirà ad esprimere il corretto livello di spinta verticale, senza produrre perdite di carico improvvise in determinati range di velocità.
In ultima istanza arriviamo alla spinosa questione gomme. L’anno scorso il reparto dinamico del team emiliano ha realizzato un lavoro del tutto eccellente, ottimizzando la configurazione di ambedue gli schemi sospensivi della comunque ottima F1-75. Contesto che, oggigiorno, sta provocando non pochi mal di testa agli uomini della GES .
L’attivazione delle mescole è risultata fondamentale nel 2022. Lo sarà ancor di più nel 2023 considerando le nuove costruzioni Pirelli. Centrare la working range e mantenerla costante durante i vari stint di gara si attesa come la sfida maggiore per la Ferrari che, tenendo presente gli accorgimenti sulla monoposto per adattare al meglio la SF-23 alla pista di Melbourne, conta di massimizzare il risultato e iniziare una lenta ma progressiva risalita verso la vetta.
Autori: Niccoló Arnerich – @niccoloarnerich – Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari – Albert Fabrega – @AlbertFabrega