La Ferrari ha fatto tutti i compiti per le vacanze. L’impegno e la dedizione nel recuperare i deficit mostrati nel 2022 non sono mancati. Ora bisogna capire, dinnanzi a quella severa ed impietosa commissione d’esame che è la pista, se gli sforzi profusi basteranno per mettersi al pari coi primi della classe che hanno il volto di Adrian Newey e di Max Verstappen. La F1 attuale ha un padrone ben definito e si chiama Red Bull. Maranello, però, vuole sparigliare il mazzo di carte ribaltando i ruoli.
Operazione per cuori ardimentosi e spiriti intrepidi quella che devono affrontare gli esponenti del Cavallino Rampante che hanno un nuovo condottiero, quel Frédéric Vasseur che lentamente, ma in maniera decisa, sta imponendo il suo metodo operativo dopo gli anni trascorsi nelle categorie propedeutiche, con l’ART Gran Prix fondata in coabitazione con Nicolas Todt, e nella massima serie, prima con Renault e poi con Alfa Romeo Sauber.
Un team principal deve gestire molteplici aspetti della vita di una squadra. La lista delle cose da tenere sotto controllo sarebbe così lunga che prodursi in una sintesi risulterebbe un tedioso esercizio in uno scritto che intende discutere di una dinamica ben precisa. Sicuramente uno dei paletti fondanti dell’attività di un dirigente sportivo è quello del management dei rappresentanti principali di una scuderia: la coppia piloti.
Ferrari: Vasseur e la neutralità Leclerc/Sainz
Vasseur è arrivato a Maranello preceduto da molte narrazioni che lo volevano come uomo vicino a Leclerc e pronto a sacrificare Carlos Sainz sull’altare della ragion di stato. Il legame col manager del monegasco e il fatto che il pilota abbia debuttato in Formula Uno, in Sauber, proprio sotto l’ala protettrice del dirigente di Draveil, avevano portato molti analisti, anzi troppi, a fare una somma algebrica che ad oggi non ha ragione di esistere.
Il team principal, sin dalle sue prime apparizioni pubbliche, è stato perentorio nello spegnere i chiacchiericci che, alla lunga, rischiavano di minare la serenità del pilota madrileño e, di conseguenza, della squadra che su Sainz ha puntato in maniera convinta con un rinnovo contrattuale arrivato l’anno scorso. E quella scelta non fu solo di Mattia Binotto, suo grande sponsor visto come lo andò a prendere in McLaren, ma anche del duo Benedetto Vigna/John Elkann.
Frederic, pertanto, sposa una linea di continuità impostata dall’alto tramite una proprietà più presente, anche se non oppressiva. Una necessità per consentire al capo della GES di lavorare in serenità, ma col supporto convinto di chi ci mette i capitali e chiede conto dei risultati finali. Che non possono essere uniformati al ribasso come è accaduto per troppo tempo negli ultimi tre lustri, quando Mercedes e Red Bull si sono divise onori e gloria.
“Chi vincerà per primo tra Sainz e Leclerc? Non mi importa, la cosa che davvero conta è avere la Ferrari al primo posto. Questo è l’obiettivo di tutto il team. Senza dubbio noi spingeremo per entrambi i piloti allo stesso modo e vedremo cosa accadrà in Bahrain. Ma la cosa più importante è mettere la Ferrari al primo posto”.
Questo è il Vasseur-pensiero esposto a chiare lettere il 14 febbraio, il giorno in cui la Ferrari SF-23, con tanto di shakedown sul tracciato di Fiorano, veniva mostrata al mondo intero. Un giudizio posato, lucido e onesto che andrebbe sminuzzato e servito come un omogeneizzato a quei tifosi che, nelle ultime ore, si stanno dividendo in fazioni intestine su una scuderia che avrebbe generato, cosa assurda e francamente ridicola, una vettura più incline allo stile di Sainz che a quello di Leclerc.
Ferrari: Vasseur detta le priorità
Un ribaltamento delle dinamiche raccontato in favore di facili consensi durante l’inverno. Una polemica che alimenta il mostro del clickbaiting che a Maranello, a pienissima ragione, evitano di commentare per non produrre fragorose risate. Che Charles abbia incontrato qualche piccola difficoltà durante i test è un fatto. Ma la cosa ha spiegazioni logiche poiché al monegasco è stato chiesto di effettuare un lavoro sporco, di ricerca di prestazioni in condizioni d’assetto estreme. Ve ne abbiamo dato conto ieri con uno scritto dedicato.
La premura di Vasseur è più semplice di quella che molti raccontano: mettere la Ferrari in cima alle priorità. Quindi l’armonia tra i due piloti è la stella polare che si insegue. Per tale motivo non saranno individuati un numero uno e un “Cavalier servente”. I due Carlo partiranno alla pari: stesso trattamento, stesso materiale, stessa possibilità di trionfare. Sarà solo l’asfalto, nel dipanarsi della stagione, a stabilire le gerarchie che ognuno dei conducenti accetterà per mettersi a disposizione dell’altro se la classifica lo richiederà.
“A livello personale vedo molti discorsi su chi sia il pilota numero uno e numero due della Ferrari. Cosa che non vedo per la Mercedes e Red Bull. E’ una cosa che mi sorprende quando osservo che dall’esterno se ne parla. In Mercedes hanno un sette volte campione del mondo ma nessuno dice che Hamilton deve essere il numero uno. Ma non mi importa, so di cosa sono capace e cercherò di mettermi in gioco quest’anno”. Questo è quanto Carlos Sainz ha riferito al portale Soymotor.
Ne emerge un fastidio strisciante. Ed è piuttosto normale se hai passato un intero inverno a leggere e sentire di essere la spalla designata dal nuovo direttore che avrebbe interessi ad indirizzare le forze sul collega di squadra. Questi sono gli effetti deleteri della sovraesposizione mediatica che impatta su una scuderia come la Ferrari. A Vasseur viene chiesto anche di imprimere una svolta da questo punto di vista, perché in passato la Scuderia non ha saputo essere impermeabile alle critiche che arrivavano da mondi esterni a quello tecnico-sportivo.
Bernie Ecclestone, uno che sa cosa siano l’arte della gestione di una franchigia nonché il management dell’intera categoria a ruote scoperte, non a caso, ha riferito che alla Ferrari serve qualcuno che sappia lavorare senza lasciarsi trasportare dall’emotività, dal fiume delle emozioni. Un uomo di polso, insomma, che prenda decisioni chiare e rapide e che non si faccia influenzare dall’atmosfera affascinante, ma anche pericolosa, che si vive nel team.
Caratteristiche che sembrano celarsi dietro il volto “buono” e pacifico di Frédéric Vasseur che, quando c’è da tirar fuori gli artigli, non si lascia pregare. I banchi di prova che l’ex Sauber dovrà affrontare sono molteplici. La Ferrari è una vera e propria ordalia del fuoco che ha scottato i corpi esposti di molti scafati professionisti.
Il casting della proprietà è durato molto a lungo proprio per puntare su un uomo “ignifugo”, su un personaggio refrattario alla pressione e che abbia la scorza dura e il carattere temprato dalle alte temperature. Non a caso gli sguardi di Vigna ed Elkann si erano posati su Andreas Seidl e Chris Horner che hanno declinato per ragioni che possiamo immaginare. Vasseur non è stata una soluzione di ripiego. E intende dimostrarlo con i fatti.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Scuderia Ferrari