Ferrari ci prova, questo il motto del fine settimana saudita. Sì perché malgrado il pessimo inizio in Bahrain, tutti i crismi per raddrizzare una situazione scomposta ci sono. Tante, troppe voci circolate attorno alla storica scuderia modenese nell’ultima settimana, relative ad una struttura interna in grave emergenza. In realtà le cose non stanno così.
Lo abbiamo scritto sulle nostre pagine in tempi non sospetti sulla questione Vasseur, per molti addirittura una sorta di marionetta dell’amministratore delegato Benedetto Vigna. Poi, lo abbiamo ribadito sulla posizione di Leclerc, smentendo una narrazione tossica secondo la quale il monegasco si starebbe guardando in giro per accasarsi in un team vincente abbandonando il Cavallino Rampante. Balle smentite dallo stesso Charles durante la consueta conferenza stampa del giovedì.
Ferrarista che ci ha tenuto inoltre a sottolineare un fatto: malgrado il momento non sia facile il gruppo resta compatto. Unito verso l’unico obbiettivo comune: massimizzare il prodotto, al secolo la SF-23, per estrapolare tutte le sue potenzialità e risalire la china. Tutto il resto solo chiacchiere immesse in un circuito, quello della Formula Uno, che troppo spesso da adito a dicerie.
Tornando al presente ecco Jeddah. Un tracciato particolare dove l’efficienza aerodinamica si attesta come fattore assai rilevante. Proprio per questa ragione i tecnici italiani ripropongono l’ala posteriore monopilone in grado, al meno sulla carta, di garantire la medesima spinta verticale e abbassare il coefficiente di drag.
Tale configurazione da basso carico produce meno resistenza all’avanzamento. Ovviamente, per contro, si minimizza l’effetto outwash. Questo perché, nella parte esterna, una zona di più elevata pressione statica abbassa la differenza di pressione tra la porzione interna ed esterna dell’ala riducendo la naturale tendenza del flusso a migrare verso la zona esterna.
Per di più fa presenza un’ala anteriore ridisegnata nella parte laterale. L’ultimo main plain, infatti, presenta una configurazione differente. L’obbiettivo è quello di ottenere una pressione localizzata per godere di una downforce più efficiente. L’impostazione minimizza l’effetto outwash visto che il profilo assume una particolare curvatura ad “onda”.
Gp Arabia Saudita 2023/Ferrari: live on board Fp1
Tutto è pronto. La prima sessione di prove libere sta per iniziare. Al seguito di vari conciliaboli con i tecnici, i piloti della rossa salgono a bordo delle proprie vetture. Sono in atto i soliti controlli alle monoposto: power unit, trasmissione, sistema ibrido e impianto frenante. Per il momento, tutto sembra filare liscio. Aggiornamento meteorologico. Le condizioni climatiche sono buone: 26,6°C la temperatura dell’aria, 45,5°C quella dell’asfalto. Umidità al 55%, 10,4Km/h l’intensità del vento.
Le due rosse scendono in pista, ambedue montano le Pirelli a banda bianca. Ala monopilone per le rosse. All’anteriore solo la numero 16 dispone della nuova specifica. Prove comparative in casa Ferrari, pertanto. Engine 11 mappatura ICE per effettuare i primi constant speed. Cambio settato su GX3 position 3 per non essere troppo aggressivi. A differenza del solito programma, a Jeddah si usa di immediato l’ala mobile.
Si effettua un K1 test dall’ultima curva. Molto importante su questa pista il supporto del sistema ibrido che da subito viene attenzionato. La vettura di Leclerc sembra avere un buon bilanciamento di base. Un pelo peggiore quello di Carlos che richiede subito un cambio di carico all’anteriore:”point one up“. Adami glielo concede. Nel mentre Marcos chiede al monegasco di frenare 5 metri dopo in curva 2 e di utilizzare una marcia in meno alla 22.
Lo spagnolo torna in pista per effettuare un ulteriore tentativo. Gli viene chiesto di prestare particolare attenzione in curva 5. Il secondo tentativo va a buon fine per entrambi. Le auto modenesi sembrano rispondere bene alla pista in questa prima sgambata. Ancora Adami, ancora radio. L’italiano suggerisce una velocità minima superiore in curva 16 e di andare prima sull’acceleratore alla 5 nel prossimo stint.
I primi feedback del ferraristi sono positivi. Le monoposto mostrano un buon handling, tutta un’altra storia rispetto al Sakhir. L’ala monopilone al posteriore sembra funzionare, concedendo il giusto carico e, al contempo, abbassando la resistenza all’avanzamento. Per queste Fp1 le rosse hanno a disposizione il secondo motore endotermico.
Arriva il secondo stint. In questo caso le due Ferrari montano le Soft, mode race e si parte. Il primo giro push conferma le buone sensazioni anche se qualche correzione arriva. Leggero sottosterzo per entrambe le vetture. Carlos, anche in questo caso però, chiede un bilanciamento all’avantreno: “point 4 up“. Peccato per l’errore di Charles alla 22 che gli fa perdere ben 3 deismi secondo la telemetra del muretto box.
Adami continua con i suggerimenti con una precisione maniacale: more “brake pressure” in curva 5, più “minimum speed” in curva 9, “optimize second part of throttle” in curva 14. Consigli molto utili che aiutano parecchio l’iberico. Dopo un doppio cool down lap si torna a spingere. Il set-up di base, come detto, è davvero buono. Dopo un paio di tornate con il DRS chiuso per raccogliere dati sulla resistenza all’avanzamento in assetto da gara, Sainz torna ai box, mentre Charles preferisce girare ancora un po’ per poi prendere anche gli la vita della pit lane.
In queste prime prove libere le Ferrari stanno utilizzando mappature relative alla power unit molto blande. Lo si nota chiaramente sui lunghi rettifili. Dentro al garage si nota un chiacchiericcio tra gli ingegneri si nota una certa soddisfazione, finalmente. Si torna in pista. Il primo a farlo è Leclerc con le Soft, lo segue poco dopo Carlos con le Hard. Sainz sente un rumore strano sul motore ma Adami lo tranquillizza, non c’è nessun problema.
Si procede ora con diverse tornate consecutive. Dovrebbe trattarsi di una breve simulazione high fuel. In questa condizione le rosse continuano a mostrare un bilanciamento buono. Solo qualche leggerissima correzione sul volante nei cambi di direzione. Ancora due tornate. Prima di effettuare le prove con alto carico di benzina sulla numero 55 hanno modificato le barre anti rollio. In curva di si richiede a Sainz un brake release migliore. Su Charles nessuna “correzione”.
La prima sessione di prove libere termina. In ultima istanza, possiamo asserire con certezza che le due monoposto italiane si sono ben comportate. L’assetto di base studiato al simulatore ha funzionato, concedendo una guidabilità corretta. Molto buono il anche il bilanciamento con più benzina. Attendiamo conferme nelle Fp2, ma i miglioramenti sperati sembrano fare presenza.
Autore: Alessandro Arcari – @berrageiz
Immagini: Scuderia Ferrari