venerdì, Novembre 22, 2024

Gp Bahrain 2023/Analisi on board Red Bull: doppietta per una RB19 spaziale

Red Bull arriva al momento delle conferme. Dopo un inverno trascorso a dipingerla come prima forza del campionato di F1, sensazione ribadita a seguito di test e dopo le qualifiche che hanno confermato la tendenza, è ora giunto il tempo di ratificare con i punti una condizione di imperio. La prima fila di ieri rappresenta una posizione di vantaggio indiscusso anche se la presenza di Charles Leclerc, che ha sacrificato l’ultimo assalto della Q3 per tenersi un treno di soft nuove, un po’ d’ansia la mette addosso ai campioni del mondo in carica.

La gara del Bahrain, per completare la quale sono serviti 57 giri del tracciato di Sakhir, si è disputata in condizioni meteo particolarmente favorevoli. Alle 18:00 locali, ora dello start, la temperatura della pista era di 31,5°C, mentre l’aria si attestava sui 27.4. Tutto condito da una leggera brezza che spirava dai quadranti sud-ovest ad una velocità di 5 km/h. Vediamo nel dettaglio come si è dipanata la gara di Max Verstappen lanciando anche uno sguardo sull’esercizio svolto da Sergio Perez.


Gp Bahrain 2023/Analisi on board Red Bull: scelta gomme, partenza e fasi iniziali

I primi due turni di prove libere erano stati caratterizzati da una tendenza costante, ossia quella della RB19 n°1 del campione del mondo a partire male. Soprattutto in Fp3, come abbiamo riportato nel nostro report, la vettura anglo-austriaca era letteralmente rimasta piantata nel test di lancio. Lambiase, ingegnere di pista del pilota olandese, aveva alluso ad una correzione da apportare nei successivi test e vedremo se le modifiche procedurali e ai settaggi della frizione sono stati efficaci.

Prima di passare allo start va sottolineato che il pilota di Hasselt monta gomme soft per il primo stint di gara. Eccoci sotto i semafori. La Red Bull ci arriva dopo aver potuto gestire al meglio, da capofila, il warm-up delle gomme. Prima di mettersi nella piazzola di sinistra del leader, Max effettua due burnout.

Nonostante il leggero pattinamento, Verstappen tiene la posizione “virando” subito a destra e chiudendo la porta a Leclerc che nel frattempo aveva avuto la meglio di Perez. Il primo giro scivola via in pieno controllo finché, al passaggio successivo, viene deliberata bandiera gialla nel T2 per un pezzo di una vettura in pista. Nessun problema per l’olandese che, nonostante una gomma soft usata, prende un margine di sicurezza di due secondi su Leclerc con pneumatico rosso fresca.

Le comunicazioni nella prima fase di gara si limitano ai distacchi sugli inseguitori. In sei giri Max apre un gap di quasi cinque secondi sulla Ferrari n°16 che deve guardarsi dagli attacchi di Sergio Perez. A quel punto Lambiase chiede un check al suo pilota che risponde con una calma olimpica affermando che non c’è nulla da segnalare. “Mode 6” la contro-risposta del tecnico italiano.

Un nuovo controllo viene chiesto all’ottavo passaggio con analoga risposta improntata alla calma. Per ora il pilota della Red Bull sta guidando in modalità “cruise” avendo tutto sotto controllo. La cosa è confermata dall’utilizzo del settaggio “STRAT 8“, opzione dell’endotermico leggermente più blanda per fare un po’ di fuel saving. Due giri dopo viene suggerita STRAT 5: il momento del pit stop si avvicina.


Gp Bahrain 2023/Analisi on board Red Bull, Verstappen: il primo pit stop

Al giro 14 Leclerc va ai box e Lambiase lo comunica al suo pilota. Il team di Milton Keynes reagisce immediatamente. “Strat 12 in pit lane“. Sosta rapidissima e nuovo treno di soft per il campione del mondo in carica a cui viene detto di ripassare a STRAT 8 e di stare attento al traffico in uscita. L’olandese è alle spalle di Perez che prosegue allungando il primo stint.

Red Bull e Ferrari vanno su strategie del tutto opposte: Leclerc, difatti, monta un set di hard. Forse un tentativo, molto difficile, di andare fino in fondo. Di certo Max si dovrà fermare ancora perché deve smarcare la gomma come il regolamento impone.

Sergio Perez fa capolino ai box al passaggio n°18. Il messicano copia lo stratagemma del compagno di squadra e va su compound soft. La Red Bull mostra una certa sicurezza nei propri mezzi con scelte diverse dal resto del gruppo. Con differenza di gomma il messicano impiega ben poco per arrivare a ridosso della Ferrari e bersela in fondo al rettilineo. Poco da segnalare sulla vettura di Verstappen che sta letteralmente guidando, in questa fase, col braccio fuori dal finestrino.

Un rapido recap quando mancano 23 giri al termine:

Proprio al passaggio n°34 si ferma Leclerc per montare in treno di hard, il secondo. Al giro successivo Perez è ai box per coprire l’undercut. Gomma dura per il messicano che riesce nell’intento di restare davanti all’alfiere della Ferrari. Proprio al passaggio 35 Verstappen si apre in radio e dice che inizia a perdere tempo. Fermata in vista?


Gp Bahrain 2023/Analisi on board Red Bull, Verstappen: il secondo pit stop e la vittoria comoda

La chiamata arriva puntuale al giro 37. Gomma a banda bianca anche per l’olandese che riparte comodamente in P1 con Lambiase che avvisa che deve gestire la Pirelli dura per 22 tornate. Il vantaggio del driver è di 12 secondi sul team mate. Ordinaria gestione in questa fase finale di gara. Dal muretto, al passaggio 41, è arrivata indicazione di tenere sotto controllo la temperatura dei freni anteriori che, ad essere obiettivi, non sono oggetto di troppo stress.

Nello stesso giro viene deliberata la VSC per un problema tecnico alla Ferrari di Leclerc che è costretto a parcheggiare a bordo pista. Dura poco la virtual tant’è che né PerezVerstappen reagiscono puntando i box.

E’ oggettivamente difficile raccontare una gara dominata in una maniera così totale con il primo avversario ritiratosi per un problema tecnico quando, inutile sottolinearlo, non riusciva nemmeno a fare il solletico alle due vetture austriache.

Le comunicazioni sono praticamente azzerate e gli unici messaggi riguardano la track position e l’impostazione di settaggi della power unit che vanno sempre più verso il blando. Red Bull può permettersi anche di preservare il propulsore in vista di altri appuntamenti.

L’unico campanello d’allarme, molto strategico invero, è la continua interlocuzione sui freni che destano un po’ d’ansia al pilota olandese. Paure che precedono una vittoria comoda? Che arriva puntualmente senza che nessuno sia in grado di metterla in discussione. Ecco l’ordine d’arrivo:

C’è ben poco da segnalare a commento di una gara che non è mai stata aperta. Red Bull ha messo il punto esclamativo sull’inizio di stagione, andando sulla scia di quanto osservato l’anno scorso. Le limitazioni del balance of performance tecnico e le ulteriori afflizioni derivanti dalla pena post budget cap gate evidentemente non hanno scalfito la solidità di un team che ha trovato qualche espediente ulteriore che ha permesso loro di presentare una macchina assolutamente imbattibile come ha sottolineato Charles Leclerc appena raggiunta la postazione media dopo il ritiro.

C’è molto da lavorare per gli avversari mentre Red Bull si può godere un avvio di mondiale del tutto opposto a quello 2022 in cui era arrivato un clamoroso doppio ritiro.


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing

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