venerdì, Novembre 15, 2024

Red Bull non è la casa delle pari opportunità

Chi di voi, sfogliando le riviste di enigmistica, non si è imbattuto nel classico “trova le differenze”, quel giochino in cui si mettono a confronto due immagini simili che differiscono in pochi e ben celati dettagli. Bene, ieri Red Bull ha voluto intrattenerci con un enigma che, forse, è esplicativo di una realtà ben più cruda: i margini di manovra per Sergio Perez sono piuttosto stretti. Date uno sguardo alle immagini qua sotto e partiamo nella nostra valutazione.

Nel tweet di sinistra, alle quattro foto, il messicano aggiungeva la seguente didascalia: “È stato più difficile di quanto pensassi, ma sono molto contento di aver ottenuto la mia quinta vittoria in F1. Sono molto contento per il risultato della squadra. Vogliamo continuare così e io voglio essere campione“. Dopo qualche ora, per incanto, il cinguettio viene riveduto nella forma che vedete a destra. Sparisce il riferimento al voler diventare campione.

Quali siano i motivi che hanno indotto il driver di Guadalajara a cambiare lo scritto in oggetto non ci è dato sapere. Non è chiaro se sia stata una sua iniziativa, quindi un qualcosa che nasce da una volontà onestamente imperscrutabile, o di un pressing fatto dall’alto per evitare di irritare il compagno di squadra. Pur di apparire maligni nella nostra valutazione ci sembra di poter propendere per la seconda opzione.


Red Bull, Vestappen/Perez: un rapporto in bilico

Il rapporto tra i due alfieri della Red Bull sembra apparentemente impostato al tempo sereno. Ma nel 2022 ci sono stati grandi momenti di tensione che sono cominciati durante le qualifiche del Gran Premio di Monaco e sono esplosi nel Gran Premio del Brasile, quando Max Verstappen si è rifiutato di dare una mano al collega, che stava lottando per la seconda posizione nel campionato del mondo piloti, ed ha susseguentemente sbottato, sia via radio che ai microfoni della stampa, alludendo ad un comportamento scorretto del messicano tenuto durante le qualifiche di una gara disputatasi molti mesi prima.

Un rancore covato a lungo, un episodio legato al dito. Alludiamo a quello della sgasata al Portier che, di fatto, aveva tolto la possibilità a Verstappen di lottare per la pole position che sappiamo rappresentare tre quarti di vittoria in quel di Montecarlo. Dopo l’evento di San Paolo del Brasile sono servite tutte le doti diplomatiche di Helmut Marko e Chris Horner per riavvicinare i due piloti e per far recedere il clan Verstappen dal proseguire in una serie di esternazioni sinceramente  esagerate rispetto a quanto era accaduto.

Sì, Sergio Perez è stato malizioso in quella circostanza, ma non è il primo pilota né sarà l’ultimo ad approfittare di alcuni trucchetti per mettersi in una posizione di vantaggio, soprattutto quando si veniva da una gara, il Gran Premio di Spagna, in cui il team aveva scientemente sacrificato la performance del messicano per favorire il rientro di Max Verstappen che era stato limitato da problemi al DRS ed era rimasto invischiato in un duello rusticano con George Russell.

Red Bull
George Russell (Mercedes AMG F1) e Max Verstappen (Oracle Red Bull Racing) nell’entusiasmante duello che ha caratterizzato il Gp di Spagna 2022

Red Bull: la dura vita del compagno di Verstappen

La vita dei secondi piloti designati è difficile, ci si nutre di scampoli di gloria e briciole di soddisfazioni. Perez sgomita in un contesto che non lo mette nelle migliori condizioni operative. Quindi cerca di cogliere, o quantomeno di costruirsi da sé, le occasioni. Forse, a Monaco, è andato un po’ troppo oltre. Ma probabilmente non meritava il trattamento riservatogli dal compagno di squadra, visto che nel 2021 l’azione del messicano nei riguardi Lewis Hamilton è stata fondamentale per consegnare il titolo all’olandese.

Durante il Gp di Jeddah non c’è stata la possibilità che Sergio e Max entrassero in contatto. Dopo la safety car, difatti, il messicano aveva un margine di sicurezza che è riuscito a gestire in maniera sapiente. I team radio concitati che abbiamo sentito erano manifesto di un pilota preoccupato che la squadra stesse ordendo una trappola nei suoi riguardi. Quando il suo ingegnere di pista gli ha detto di mantenere un passo costante e che quello bastava per tenere a distanza il collega di garage, l’ex Racing Point è sembrato incredulo e sospettoso, pensando che a quel ritmo sarebbe stato agganciato.

Perez è condizionato da paure recondite, timori figli delle dinamiche ben chiare che si perpetuano all’interno della squadra di Milton Keynes. Anche sul finire dell’evento è andato in scena un dettaglio che spiega quale sia il momento. Il giro veloce era nelle salde mani del messicano, ma nessuno lo ha avvisato che Max Verstappen, all’ultima tornata, stava andando ad abbassare il miglior tempo in gara per prendersi il punticino aggiuntivo che, di fatto, è servito all’olandese per issarsi in testa alla classifica piloti. 

Ma non ti avevano detto di tenere un ritmo costante senza esagerare?”. Ha chiesto Sergio a Max prima del podio. “Sì, mi hanno detto di girare in 33. Poi ho chiesto quale fosse il giro veloce e da solo ho capito che era un decimo più basso rispetto a quanto avevamo girato“. Questo scambio di battute tra i conducenti è piuttosto sintomatico dello stato dell’arte.

Red Bull
La coppia: Max Verstappen e Sergio Perez (Oracle Red Bull Racing)

Una mancanza di comunicazione che si può leggere in chiave maliziosa e che sicuramente alimenta il sospetto, per non dire la certezza, che la scuderia lavori maggiormente per Verstappen piuttosto che per Perez. Chiaramente stiamo parlando di vicende marginali, non possiamo creare un caso che al momento non esiste, ma quanto accaduto spiega quanto sia difficile il compito per il messicano.

La RB19 è una vettura che apparentemente sembra fare un altro sport. Un dominio così netto che sembra ricordare quello della Mercedes del 2016, quando Rosberg e Hamilton potevano contare su un mezzo prepotentemente più forte di quello in possesso della concorrenza. Ma in quella circostanza Toto Wolff e i dirigenti della scuderia diedero libero mandato ai driver di potersele suonare per il titolo.

Come è finita è storia nota e sappiamo che ci furono anche degli episodi clamorosi che sublimarono nel Gran Premio di Spagna nel quale i due portacolori della Stella a Tre Punte si fecero fuori a vicenda. Un crash che consegnò la vittoria – e sembra un segno del destino – proprio a Max Verstappen

Forse Horner sta provando solo a tenere basso il livello dello scontro, da qui la mancata comunicazione a Perez della volontà di Max di prendersi il punticino aggiuntivo. Quindi possiamo tranquillamente ammettere la buona fede in questa dinamica. Meno comprensibile è gestire la comunicazione di un pilota imponendogli, se mai fosse accaduto davvero, di modificare o rimuovere un tweet nel quale si alludeva alla possibilità di essere campione del mondo.

Con questo vantaggio tecnico Sergio Perez, a meno che non abbia firmato carte che non possiamo consultare, ha tutto il diritto di rivendicare la possibilità di giocarsi il campionato del mondo. Che questa possibilità gli venga preclusa è sinceramente una cosa molto triste, anche perché Verstappen non ha bisogno di aiuti interni. Visto che parliamo di un pilota straordinariamente veloce e concreto. 


Autore: Diego Catalano – @diegocat1977

Foto: F1
, Oracle Red Bull Racing

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