La F1 – e la Red Bull – si muovono su due binari. Uno è quello dell’attualità, quello delle cose che riguardano il presente. Quindi il Gran Premio dell’Arabia Saudita che sta per iniziare e la stagione 2023 che si dipanerà nel suo normale corso fino a novembre. L’altro investe ciò che succederà nel 2026, l’anno in cui la categoria regina dell’automobilismo si lancerà nel’ennesimo giro di valzer regolamentare.
Che stavolta investirà due aree. La prima, in via di definizione, è quella aerodinamico-telaistica. Si presume e si ritiene che la Formula Uno andrà maggiormente incontro all’aerodinamica attiva con l’uso ancora più standardizzato del DRS. Ma anche di altre parti mobili che potrebbero far capolino sulle vetture. Pat Symonds ha spiegato più volte che questa possibilità è concretamente al vaglio.
Inoltre, si presume che possano essere introdotte vetture più leggere e forse più compatte nei volumi, in modo da renderle più maneggevoli e divertenti nella guida. Questo è un desiderio manifesto di Liberty Media che vorrebbe spingere sempre di più sull’acceleratore dello spettacolo.
La seconda zona di intervento, ormai è noto, riguarderà le Power Unit che vivranno un processo di decongelamento rispetto a quanto accade oggi. Il motore, sintetizzando all’estremo, sarà oggetto di una generale semplificazione che porterà all’abbandono delle MGU-H. L’unico motogeneratore che rimarrà sulle unità propulsive del futuro sarà quindi l’MGU-K.
Il sistema di recupero cinetico sarà più grande in massa e più “pesante” nella generazione di potenza. L’obiettivo del legislatore è quello di non calare rispetto alle quote potenza attuali. Anzi, si punta forse ad incrementarle. Ma in un contesto normativo più semplificato, che sia in grado, così come è stato, di attirare nuovi fornitori.
Red Bull: motori “fai da te” per sfidare i colossi dell’automotive
Agli attuali quattro soggetti, Mercedes, Renault, Honda e Ferrari, si andranno, infatti ad unire Audi, forse Cadillac, e la Ford che creerà un nuovo blocco insieme a Red Bull Powertrains. Ed è proprio al team austriaco che si volge il nostro sguardo. Sulla scia della decisione di Honda di ritirarsi dalla F1 – politica oggi smentita perché la casa nipponica potrebbe continuare dopo il 2025 come fornitore della McLaren – Red Bull ha deciso di creare internamente un’unità tutta sua in una nuova divisione nel suo campus di Milton Keynes.
In questa sede integrata col reparto telaio verranno sviluppati e costruiti i motori del team per il 2026. Per fare ciò la franchigia che fu del visionario Mateschitz ha intrapreso una grande campagna di reclutamento per mettere in piedi e far funzionare la sua divisione motori. Per renderla ancora più concreta e competitiva ha stretto un accordo di partnership strategica con Ford che vedrà il costruttore americano entrare in campo con la tecnologia delle batterie, materia sulla quale è un’eccellenza del mercato.
Ovviamente quella della creazione da zero di un reparto powetrains è un’operazione decisamente complessa che potrebbe determinare un ritardo temporale e un differimento competitivo nei riguardi dei soggetti che già sono presenti in Formula Uno o di quelli che stanno per entrare e che alle spalle hanno un colosso dell’automobile come Volkswagen. Una sfida che non spaventa i vertici del gruppo anglo-austriaco.
“Siamo consapevoli che questo impegno nel motore comporta anche un certo rischio, ma è per questo che ci siamo affidati deliberatamente a molte persone esperte – ha spiegato Helmut Marko in un’intervista Formel1.de – I dati attuali del motore a combustione ci fanno sentire fiduciosi, quindi credo che almeno non saremo in svantaggio qui e che saremo anche affidabili”.
Dalle parole dell’ex pilota di Graz si evince che sulla parte endotermica i lavori sono piuttosto avanti e che questa sezione di propulsore è già operativa. Dove c’è ancora del lavoro da fare è sulla componentistica elettrica di supporto, ossia quel MGU-K di cui parlavamo in apertura. Da questo punto di vista è strategico l’accordo col produttore del Michigan.
Red Bull: Ford partner strategico per la quota elettrica
“Con l’arrivo della Ford abbiamo un partner nel settore delle batterie. Al momento, tutte le case automobilistiche sono molto preparate nello sviluppo delle batterie. Ma c’è anche la loro esperienza nel settore dei turbo che è un’aggiunta molto importante per noi. E con questo ulteriore know-how crediamo di essere competitivi“.
I lavori procedono piuttosto spediti in quel di Milton Keynes e non ci riferiamo all’ampliamento delle strutture. Quella parte è stata avviata già tempo fa. Parliamo proprio dell’operatività della power unit che già sta girando sui banchi dinamici. Siamo agli inizi del 2023 e la scuderia campione del mondo in carica sta facendo le cose rispettando perfettamente il proprio cronoprogramma operativo. Ancora Marko:
“Sei banchi di prova sono in funzione nell’edificio principale dalla metà dello scorso anno. In più, un motore è già stato completato. I miglioramenti ci sono chiaramente È in costruzione un’estensione per le attività ERS, che dovrebbe essere completata in uno o due mesi. Quindi siamo nei tempi previsti“.
Un ampliamento delle aree e la creazione di un reparto ERS, chiaramente, necessitano anche dell’allocazione di ulteriori ingegneri che andranno ad affiancare quelli che sono stati “sottratti” soprattutto a Mercedes AMG High Performance Powertrains, qualcuno ad Honda ed altri acquisiti tramite le normali attività di recruiting fatte tramite i canali canonici e presso gli altri competitor.
La crescita della crew è fondamentale anche per tenere testa alle altre realtà che esistono affacciate alla Formula Uno come Audi, che già sta lavorando al proprio motore in collaborazione con la Sauber. Red Bull Powertrains non può permettersi di presentarsi ai nastri di partenza della nuova era regolamentare con un propulsore che non sia né potente né affidabile. Quindi in questi anni spingerà al massimo per tenere alto il livello prestazionale e soprattutto per rimanere incollati a chi in Formula Uno opera già da tempo.
Marko ha raccontato di un retroscena interessante che alla fine non si è concretizzato. Il super-consigliere della Red Bull ha ammesso che il team ha anche parlato con l’ex capo dei motori Mercedes Andy Cowell: “Anche il reclutamento del personale sta andando bene. Non abbiamo ancora il livello ottimale di staff, ma non siamo lontani da questo. Naturalmente è apparso un nuovo concorrente [Audi] e questo ha ulteriormente aumentato la caccia. Andy Cowell vive non lontano da Milton Keynes. Naturalmente è stato contattato, ma ha sviluppato i suoi interessi in una direzione diversa“.
Dal contesto su descritto, è chiaro che Red Bull Powertrains sia una realtà già pienamente operativa. Un vantaggio per un team che può contare sulla genialità di Adrian Newey che stavolta può instaurare un rapporto di collaborazione diretto col motorista, in modo da condizionare le forme del propulsore per renderle più consone alle idee aerodinamiche che ha in testa.
Chiaramente questi nuovi motori non saranno di uso esclusivo per le Red Bull, anche perché saranno montati sulle AlphaTauri. E, come è stato riferito qualche giorno fa, c’è la possibilità che il gruppo motoristico nascente possa fornire i suoi manufatti ad altre realtà. Tra queste, ve lo avevamo riferito, Williams e McLaren la cui dirigenza, nelle persone di Zak Brown e Andrea Stella, ha avuto un incontro con Chris Horner per iniziare a dibatterne. Ma questo è un discorso che sarà definito nei prossimi mesi.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Mercedes AMG, Oracle Red Bull Racing