1.29.708. Con questo tempo Max Verstappen si prende la pole position del Gran Premio del Bahrain 2023. L’ottima giornata di Red Bull è completata da Sergio Perez che si mette a seguire da presso il suo compagno di squadra andando a monopolizzare la prima fila. Al momento si può dire che la missione è compiuta. Le due RB19 precedono le Ferrari che hanno preso possesso della seconda fila della griglia di partenza.
Quelli posti dall’olandese e dal messicani sono i primi mattoni per una gara che si annuncia molto favorevole alla scuderia di Milton Keynes. Sin dai test della settimana scorsa abbiamo potuto osservare una vettura molto abile nella gestione dell’asse posteriore. A differenza di molte altre concorrenti, la creazione ingegneristica di Adrian Newey è capace di amministrare molto meglio la finestra termica arrivando ad un’usura meno marcata rispetto a quanto ad esempio accade su Ferrari.
Leclerc, proprio per ovviare a questa problematica, ha deciso di non affrontare l’ultimo run della Q3, preservando una gomma soft da tenere buona soprattutto per il primo stint di gara.
Red Bull non ha di questi problemi e potrà controllare verosimilmente il vantaggio anche grazie alla protezione di un Sergio Perez che potrebbe risultare molto utile nel rintuzzare gli attacchi di una SF-23 che, rispetto all’anno scorso, è apparsa molto più veloce in rettilineo, avendo guadagnato ben 12 km/h di velocità di punta alla Speed Trap. Questo al momento è uno dei pochi spauracchi che hanno i campioni del mondo in carica, visto che nel 2022 avevano un netto vantaggio in quelle che erano le velocità massime.
Red Bull: pole position figlia del lavoro specifico sul setup
Il Weekend per i “Tori Caricanti” era però iniziato non in linea con le attese post test. Nella giornata di venerdì, specie nel caldo delle Fp1, Verstappen aveva combattuto con un bouncing pronunciato facendo una certa fatica a trovare il ritmo giusto. Ad ogni sessione la vettura è cresciuta grazie ad un certosino lavoro di analisi dati.
L’elemento da sottolineare è che Max, rispetto a 12 mesi fa, ha incrementato la sua performance cronometrica di oltre 8 decimi di secondo. Segno evidente che la monoposto della Red Bull, nonostante le limitazioni aerodinamiche imposte dalla Federazione Internazionale dell’Automobile e sebbene gli effetti della penalizzazione relativa al budget cap si siano fatti sentire già in fase di delibera, è progredita in maniera sensibile.
Questa evidenza è stata confermata anche dalle performance offerte dai team più vicini. Ferrari, Mercedes e soprattutto Aston Martin che da un anno all’altro ha compiuto un balzo prestazionale davvero impressionante. In chiave gara, al momento, è proprio la verde monoposto di Silverstone quella che sembra poter dare filo da torcere a Perez e Verstappen.
La Ferrari, seppur vicinissima da un punto di vista cronometrico, ha palesato qualche problema di troppo nella gestione delle gomme, mentre la AMR23 sembra comportarsi in maniera molto simile alle auto anglo-austriache.
Quindi, ma siamo nell’ambito delle ipotesi, la qualifica potrebbe essere stata molto più compatta rispetto a quello che vedremo tra meno di 24 ore. E questa l’idea che filtra dagli uomini di Milton Keynes che ritengono di aver lavorato molto bene in funzione della gara. E proprio in quella particolare circostanza che la vettura può mostrare tutto il potenziale che ad oggi, nonostante prestazioni di altissimo livello, non sembra essere del tutto stato messo sul piatto.
Red Bull allontana il chiacchiericcio sul fondo troppo basso
Le qualifiche odierne hanno confermato una tendenza che era emersa già dal secondo turno di prove libere. Durante FP2, infatti, Max Verstappen aveva usato degli assetti diversi rispetto a quelli adoperati sette giorni prima. Qualcuno aveva eccepito che il cambio di setup serviva ad evitare che la parte bassa della monoposto toccasse eccessivamente l’asfalto. L’accusa velata era quella secondo cui l’auto, durante i test, avesse girato ad altezze più basse di quelle consentite dal regolamento.
Si è sospettato, quindi, che dalle FP due in poi la RB19 sia stata settata su quote più alte per evitare l’eccessivo sfregamento con l’asfalto. Max Verstappen, alla fine del turno di qualifica che l’ha visto in pole position, ha allontanato con forza questa idea.
L’olandese è apparso addirittura infastidito, come a voler rilanciare al mittente determinate ombre che miravano a mettere in discussione la regolarità del progetto. Il pilota di Hasselt, insomma, ha inteso spegnere sul nascere una polemica che ad oggi non ha ragione di esistere poiché le verifiche tecniche effettuate sulla monoposto anglo-austriaca non hanno riscontrato alcun problema.
In conclusione, possiamo dire che il weekend dei campioni del mondo in carica non si poteva aprire nella migliore delle maniere. Chiaramente, comunque andrà il Gran Premio di Sakhir, non si possono desumere conclusioni generali. Ricordiamo che l’anno scorso, la Ferrari, fu autentica mattatrice e sappiamo come poi è andato a finire il mondiale. Proprio Red Bull ci insegna, visto l’andamento del 2022, che la prima gara non può essere considerata un pilastro sul quale erigere il muro, ma soltanto un mattone della stessa struttura.
Chiaramente, l’obiettivo di Milton Keynes è quello di mettere subito un “punto esclamativo” su una stagione che, nonostante le limitazioni determinate dal balance of performance tecnico e dalla penalizzazione arrivata ad ottobre, deve andare in continuità con quella passata.
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing, Scuderia Ferrari