Può una penalità trasformarsi in un vantaggio? Può una potenziale situazione esplosiva contribuire a creare un contesto tecnico e sportivo ancor più florido? Se osserviamo quanto sta accadendo con la Red Bull RB19 la risposta è affermativa. Dopo la sanzione giunta ad ottobre per l’infrazione del cost cap gli uomini di Milton Keynes hanno dovuto gestire un riassetto operativo.
Se la multa accessoria di sette milioni di dollari non ha intaccato il budget totale a disposizione perché la somma è reperibile da altre fonti del potente gruppo industriale austriaco, diverso è il discorso sulle materie tecniche visto che lo status di campioni del mondo in carica sottrae ore di lavoro. Che sono state decurtate di un altro 10% per effetto delle pene inflitte da Place de la Concorde.
Red Bull RB19 frutto di un riassetto procedurale post budget cap gate
Un contesto che ha imposto un serio e profondo riequilibrio strategico che aveva un doppio scopo. In primis quello di evitare che si potesse incorrere in nuove sanzioni definendo al meglio le procedure fiscali interne. In seconda battuta – ed è diretta conseguenza del punto primo – dirottando le spese su altre aree di sviluppo della monoposto che non siano quella aerodinamica decisamente limitata dalle note afflizioni. Ecco che i comparti meccanico e telaistico sono stati quelli sui quali si è agito con più determinazione.
Con queste premesse è nata la RB19 che in Bahrain ha annichilito la concorrenza e che tra sette giorni, a Jeddah, intende ribadire il suo sfrontato vantaggio tecnico. Non un dominio casuale, ma una lucida strategia che Helmut Marko aveva anticipato subito dopo il trionfale Gran Premio del Giappone 2022.
“Compenseremo questa mancanza di ore di lavoro con maggiore motivazione – aveva spiegato l’ex pilota di Graz – Inoltre possiamo mitigare la mancanza di lavoro in galleria del vento con altre attività, come il risparmio di peso o le strategie per le sospensioni. Sono conseguenze logiche. Stiamo apportando modifiche ai nostri reparti contabili e legali”. Detto, fatto.
I campioni del mondo hanno “aggirato” le limitazioni aerodinamiche anche in virtù del vantaggio acquisito nel 2022. Lo staff guidato da Adrian Newey sapeva di avere nel taschino dell’altro potenziale da estrarre da aree più nascoste e che, da sole, sono state in grado di demolire il cronometro nell’appuntamento d’esordio di Sakhir.
La RB19, pur affinando la sua veste aerodinamica, è figlia di un processo di miglioramento riguardante al telaio e al relativo peso. La vettura è rientrata ampiamente nei limiti minimi di massa imposti dalla FIA, superando la difficoltà dell’anno scorso quando la monoposoto era di una quindicina di chilogrammi in sovrappeso. Ma non è l’unica area in cui i tecnici hanno lavorato. Uno dei segreti della vettura anglo-austriaca risiede nei sistemi sospensivi che riuscirebbero a controllare dinamicamente il camber.
Red Bull RB19: le sanzioni come possibilità
La somministrazione della pena ha avuto anche un effetto incidentale che non afferisce a cose squisitamente tecniche. Ha motivato l’equipe anglo-austriaca a far meglio e a dare di più. “Penso che le sanzioni abbiano fatto concentrare tutti e abbiano spinto verso una vettura efficiente“, ha spiegato Chris Horner. “Quello che abbiamo perso in tempo di galleria del vento lo abbiamo guadagnato in motivazione“.
Il morale è alto ma ancora di più lo è la guardia. I campioni in carica sanno che in F1 esistono delicati equilibri che possono essere modificati di colpo. “Sono stato abbastanza a lungo in Formula Uno e so che le cose possono cambiare molto rapidamente. Penso che queste vetture siano ancora relativamente immature e, con lo sviluppo dei team e gli aggiornamenti, le cose cambieranno“.
Forse – e chiudiamo con una provocazione scherzosa – sarebbe stato meglio non comminare alcuna pena ai cannibali della Red Bull. Magari si sarebbero rilassati un attimo senza spingere ulteriormente sull’acceleratore dello sviluppo. Ovviamente, e torniamo concreti, il vantaggio della RB19 ha radici che affondano nel modello precedente che ha rappresentato senza ombra di dubbio la migliore interpretazione delle nuove regole tecniche.
Va altresì affermato che il margine che stiamo misurando in questi giorni dipende anche dalle difficoltà in cui sono invischiate la Ferrari, alle prese con una ristrutturazione interna forse troppo tardiva e sicuramente fuori i tempi canonici, e la Mercedes che si trova, a mondiale avviato, a dovere ridisegnare la W14 nella speranza di trovare solidità prestazionale. Mentre gli avversari studiano Milton Keynes scappa…
Autore: Diego Catalano – @diegocat1977
Foto: F1, Oracle Red Bull Racing